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Nuoto, dopo il Settecolli l'Italia si scopre più forte: Ceccon e Quadarella (oltre a Pilato) gli assi per Parigi

Le prove generali in vista dei giochi sorridono a Ceccon e alla Quadarella, ma anche Martinenghi e la Pilato sono sulla strada giusta. E occhio a Sara Curtis e Carlos D'Ambrosio

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Parigi, arriviamo. Con un carico di attese, perché l’Italia del nuoto ormai non ha molto da invidiare alle superpotenze conclamate (USA, Australia, Cina, Gran Bretagna e via dicendo). E la tre giorni del Settecolli in qualche modo ha confermato quelli che erano gli auspici già emersi nel corso della prima parte di stagione: il medagliere azzurro ai giochi verrà sicuramente rimpinguato da qualche metallo in arrivo dal Centre Aquatique Olympique, dove certo la concorrenza sarà elevata, ma dove le speranze azzurre saranno ben riposte sulle spalle di più di un atleta.

Ceccon e Martinenghi, il destino vi attende

Se dovessimo dare un’occhiata a ciò che ha detto il Settecolli, almeno 4 sono i profili sui quali provare a puntare le proprie fiche. A cominciare da Thomas Ceccon, che ha mandato segnali importanti nei 100 dorso (vinti in 52”93) e che ha annunciato di voler gareggiare anche sulla doppia distanza (cioè i 200), oltre alle tre gare di staffetta. “Se non lo faccio adesso che ho 23 anni, quando potrò pensare di farlo?, s’è chiesto il veneto, atteso al definitivo salto di qualità e in predicato di poter diventare l’uomo copertina della spedizione azzurra nelle acque olimpiche.

Anche se un uomo da copertina sarà anche Nicolò Martinenghi: il varesotto ha vinto sia nei 50 che nei 100 rana, seppur per sua stessa ammissione i tempi fatti registrare non l’hanno impressionato particolarmente. Ora però avrà un po’ di settimane da affrontare in altura, a Livigno, per rifinire la preparazione: Adam Peaty, campione olimpico in carica, s’è mostrato più lento e gli ha persino negato il saluto, segno che un po’ di nervosismo è affiorato ben al di sopra del livello dell’acqua.

Quadarella punta in alto: “La strada è giusta”

In campo femminile la regina in qualche modo sarà sempre e comunque Simona Quadarella. Che quando corre a Roma ha una spinta speciale, lei che è nata e cresciuta nella capitale. Il gran finale con la vittoria negli 400, dopo che venerdì era arrivata quella altrettanto convincente nei 1.500 (con tanto di record del meeting) e al sabato l’affermazione anche negli 800, testimonia che la forma è quella giusta. “Ero un po’ stanca a fine week-end, però posso dire di aver voluto fare le prove generali in vista di Parigi. Sono venuti fuori anche dei bei tempi, quindi ho motivo di pensare che la strada sia quella giusta”.

Il fatto che la rivale più temibile, la tedesca Gose, sia sempre finita alle spalle è di per sé un segnale importante, anche se poi a Parigi il vero spauracchio sarà Katie Ledecky (e occhio alla canadese Summer McIntosh e alla neozelandese Erika Fairweather).

Pilato, il tempo è quello giusto

Chi attendeva il Settecolli per un check importante in vista di Parigi era certamente Benedetta Pilato. Che nella giornata d’apertura ha stampato il primato nazionale nei 100 rana, migliorando di mezzo secondo il tempo col quale vinse l’oro mondiale nel 2021. È il segnale che serviva per capire che tra un mese qualcosa di importante si potrà fare: Benedetta sta marciando a pieno regime, e questo è quello che più la rende ottimista.

L’obiettivo della spedizione azzurra del resto è piuttosto scontato: centrare quella medaglia d’oro che a Tokyo non è arrivata, a fronte di 6 medaglie portate a casa (due argenti e quattro bronzi). Che possa arrivare da uno dei quattro atleti citati, poco cambia.

Greg va piano. Curtis e D’Ambrosio sono il nuovo che avanza

Anche perché ce ne sarebbe un quinto da dover annoverare tra i grandi pretendenti al metallo più prezioso: Gregorio Paltrinieri al Settecolli non ha brillato, ma ha detto a tutti di stare tranquilli, perché la fatica fatta l’aveva messa in conto nei 1.500, dove ha chiuso al quinto posto a una ventina di secondi da Wellbrock.

Va da sé che qualche carta a sorpresa l’ultimo vero test prima di Parigi l’ha offerta, a cominciare da Sara Curtis, quella che a detta di molti potrebbe rappresentare ciò che Federica Pellegrini è stata ad Atene 20 anni fa. Nei 50 stile libero la 18enne di Savigliano ha chiuso al terzo posto a otto soli centesimi dal suo primato italiano (24”64), nuotato a marzo. Solo Coleman e Sjostrom hanno fatto meglio di lei: la sorpresa ai giochi potrebbe arrivare per davvero.

E lo stesso dicasi di Carlos D’Ambrosio: il 17enne veneto, che si allena proprio nel centro federale di Verona, ha ritoccato di due secondi il proprio primato sui 200 stile libero, tanto da meritarsi una chiamata dal CT Butini per le olimpiadi (e un probabile posto in staffetta). Alla fine dovrebbero essere intorno a 35 gli atleti convocati: ci saranno anche Ludovico Liberti, Matteo Restivo e Gianmarco Sansone, altri atleti che a Roma hanno fatto capire di essere in forma olimpica.

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