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Le Olimpiadi invernali rischiano di scomparire: colpa dei cambiamenti

L'eccessiva produzione di gas serra e l’aumento costante della temperatura media diurna sta accelerando lo scioglimento dei ghiacciai. E gli atleti lanciano l’allarme degli atleti sulle nevicate artificiali

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Mentre i Giochi invernali di Pechino 2022 devono fare i conti con l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Coronavirus, che costringerà gli atleti a vivere nelle “bolle” e a limitare al minimo gli spostamenti al di fuori delle zone di gara, dalla Cina si fa largo un allarme più a lungo termine, ma che può riguardare l’esistenza stessa delle Olimpiadi invernali.

I cambiamenti climatici e le conseguenze sullo sport

Il tema, lanciato da ‘Marca’, riguarda i cambiamenti climatici e dei modelli metereologici che in un futuro non troppo prossimo potrebbe compromettere il reale svolgimento dei Giochi.

In particolare, cambiamenti climatici potrebbero avere conseguenze nefaste in particolare sugli sport invernali. Anche a brevissimo termine.

Il dato: “fuori norma” 21 sedi passate dei Giochi invernali

Secondo un recente studio dell’Università di Waterloo, in particolare, alla luce dei cambiamenti climatici in atto nel pianeta, già allo stato attuale solo una delle 21 sedi che hanno già ospitato in passato i Giochi a febbraio sarebbe in grado di fornire condizioni necessarie per ospitare l’Olimpiade nei prossimi decenni.

La “colpa” è imputabile all’eccesiva produzione di gas serra. “Il declino dei ghiacciai è visibile giorno dopo giorno” ha dichiarato la snowboarder statunitense Jamie Anderson. Ancora più preoccupato Ander Mirambell, skeletonista che sarà portabandiera della Spagna a Pechino insieme a Queralt Castellet: “Era normale trovarsi qui a -10 gradi e anche a -20, ma adesso il ghiaccio non regge più, si sgretola e si consuma rapidamente nelle gare”.

Olimpiadi invernali, è dibattito sulle nevicate artificiali

La temperatura media diurna nel mese di febbraio nelle città ospitanti i Giochi ha subito un aumento costante dal 1920 al 1950 per una media di 0,4 gradi Celsius. Alla lunga, rischia di non bastare neppure il ricorso alla neve artificiale da parte degli organizzatori, che sarà massiccio anche a Pechino, visto che la prima nevicata dell’anno nella capitale cinese si è registrata a gennaio, troppo tardi per garantire l’effettuazione delle prove.

E comunque tale soluzione piace ben poco agli atleti: “La neve artificiale è più ghiacciata, quindi più veloce e più pericolosa” ha dichiarato all’agenzia ‘AP’ la biatleta estone Johanna Taliharm, contraddetta però da Joe Fitzgerald, ex sciatore canadese ed esperto nella costruzione di piste da sci: “Ho partecipato a otto eventi olimpici e in ognuno di essi c’è stata neve artificiale”. Ai posteri, e alla magnanimità del clima, l’ardua sentenza…

Le Olimpiadi invernali rischiano di scomparire: colpa dei cambiamenti Fonte: ANSA

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