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Olimpiadi, Italia da sogno: le Fate azzurre danno spettacolo nel giorno di Biles ma che paura per Iorio

L’Italia della ginnastica femminile continua a fornire prestazioni super: le ragazze sono al secondo posto alle spalle degli Stati Uniti. Bartolini si sfoga contro la cerimonia

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Un’altra giornata da ricordare per la ginnastica italiana. Dopo la qualificazione in finale storica per i ragazzi della squadra maschile, oggi è stato il turno delle Fate che hanno conquistato non solo la qualificazione alla finale ma anche la possibilità di poter provare a competere per qualcosa di importante. Le azzurre infatti sono davanti a Cina e alla Gran Bretagna in attesa che si delinei il tabellone completo di tutte le squadre e alle spalle degli irraggiungibili Stati Uniti.

Le fate da sogno nelle qualificazioni

Prova da sogno quella delle ragazze dell’Italia. Le ginnaste azzurre si sono rese protagoniste di una prova eccezionale: Manila Esposito, Elisa Iorio, Alice D’Amato, Angela Andreoli, Giorgia Villa che hanno chiuso momentaneamente al secondo posto alle spalle degli irraggiungibili Stati Uniti. In questo momento il punteggio dell’Italia di 166.861 le mette in seconda posizione davanti a Cina e Gran Bretagna. Le gare però andranno avanti ancora a lungo e in gara ci sono almeno un paio di nazionali da tenere d’occhio come Brasile e Giappone. Ma le azzurre sono sicure della qualificazione in finale e possono pensare anche di provare a lottare per una medaglia.

Manila Esposito e Alice D’Amato sono in corsa anche per la qualificazione nell’All Around che le vede in questo momento al quinto e sesto posto. Alice è al quinto posto provvisorio nelle parallele asimmetriche, sesta nella trave e quarta al corpo libero. In ottima posizione anche Manila Esposito, quinta nella trave e sesta nel corpo libero ma la qualificazione alle finali individuali degli attrezzi resta molto complicato.

Preoccupazione per Elisa Iorio

L’ottimo risultato nelle qualificazioni non cancella però un po’ di preoccupazione per Elisa Iorio che è uscita molto dolorante dall’esercizio alla trave. L’azzurra è stata protagonista di una caduta nel corso della quale ha riportato un problema alla caviglia, dallo staff azzurro in questo momento non filtra però preoccupazione per le due condizioni con la ragazza di Modena che dovrebbe essere regolarmente al suo posto in finale. Per una nazionale che ha perso Vanessa Ferrari e Asia D’Amato sarebbe un colpo troppo duro da ricevere.

Il grande ritorno di Simone Biles

All’Arena Bercy di Parigi tutte le attenzioni sono andate anche su Simone Biles. La leggendaria ginnasta statunitense che a Tokyo è stata costretta a rinunciare alle gare per affrontare alcuni problemi di natura psicologica. La sua prestazione a Parigi però ha risposto alle attese con la statunitense che è diventata anche la prima nella storia a mettere a segno il primo “triple flip” nel corpo libero in una competizione. E la statunitense alle parallele porterà una variante del Weiler, un nuovo elemento che potrebbe prendere il suo nome. Le paure e le angoscia di Tokyo sembrano sparite con l’atleta 27enne che ha raccontato tutto quello che ha vissuto in Giappone anche in un documentario Netflix.

Lo sfogo di Nicola Bartolini contro la cerimonia

Tra le voci di dissenso sulla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici c’è anche quella del ginnasta sardo Nicola Bartolini ma stavolta non c’entra la rappresentazione dell’Ultima Cena quanto la pioggia che gli atleti hanno dovuto affrontare per tutto il pomeriggio e la sera parigina: “E’ stata umida e non mi è piaciuta – ha detto l’azzurro che con la squadra maschile ha centrato una storica qualificazione in finale – Mi hanno detto che anche da fuori non è stata un granché. Ho sempre visto la sfilata nello stadio con occhi innamorati. L’ho immaginate mille volte e invece ieri la magia si è rotta. Anzi c’è stato anche il rischio che qualcuno si potesse ammalare vanificando l’impegno di tre anni”.

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