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Olimpiadi Milano-Cortina, il Governo tira dritto: la pista da bob si deve fare in Italia. Ma i nodi restano

Il Governo ha sciolto le riserve, deliberando disposizioni urgenti per garantire i lavori dello Sliding Center di Cortina. Ma tanti nodi restano al pettine.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il dado è tratto: Cortina avrà la sua pista per le gare di bob, skeleton e slittino, con lo sliding center che troverà posto nella località delle Dolomiti bellunesi. Lo ha detto con convinzione Andrea Abodi, Ministro dello Sport, che ha spiegato come tutte le tessere del mosaico stanno andando al loro posto, chiudendo l’annosa vicenda dei lavori di riqualificazione della pista dedicata a Eugenio Monti, il “rosso volante”, caduta in disuso dal 2008. Anche se i dubbi restano, così come avanzano le polemiche, destinate a non esaurirsi tanto in fretta,

Il caso ripreso da Le Iene e i tanti dubbi irrisolti

Sul caso è tornata proprio ieri sera la trasmissione Le Iene, che ha cercato di ricostruire l’intera vicenda, con tutti i ritardi, i veti e contro veti, la preoccupazione legata a costi fuori controllo e tempistiche ormai risicate e soprattutto le prospettive future di un impianto che dopo i giochi rischia di far pagare un prezzo ancora salato ai cittadini (almeno un milione di euro all’anno per la manutenzione ordinaria).

Eppure la politica sin qui s’è mostrata molto più interessata a trovare una soluzione che evitasse di andare a chiedere aiuto in un impianto estero (Il presidente del CONI Giovanni Malgò ha spiegato che Cina, Stati Uniti e Austria erano disposti a ospitare le gare e lo hanno fatto sapere in via ufficiale alla Fondazione Milano-Cortina) piuttosto che pensare al rapporto costi/benefici.

I due via libera: quello del Governo e della Fondazione

Proprio ieri sono arrivati due pareri fondamentali per dar seguito alle parole degli ultimi mesi: in primis quello del Cda della Fondazione Milano-Cortina, che ha dato il via libera alla riqualificazione dell’impianto di Cortina indicando però anche la ditta che dovrà eseguire i lavori (Pizzarotti di Parma), poiché già incaricata di portare a termine il vecchio progetto, poi messo da parte per i costi eccessivi e i ritardi nel via del cantiere.

L’altra delibera chiave è arrivata direttamente dal Consiglio dei Ministri, che su proposta di Giorgia Meloni e Matteo Salvini ha approvato il decreto-legge che introduce disposizioni urgenti che dovranno consentire il completamento delle opere previste nei tempi stabiliti. Tra le altre cose, il Consiglio dei Ministri ha individuato in Anas il partner per realizzare le infrastrutture stradali necessarie per agevolare i lavori (in tutto sono 5 progetti).

Abodi garantisce: “Progetto ricalibrato e adeguato alle necessità”

Abodi ha affrontato l’argomento a margine della presentazione del Rapporto 2023 di ICS e Sport e Salute. E ha ribadito che la giornata di ieri ha rappresentato una tappa chiave nel percorso che dovrà portare alla stesura finale del progetto, che dovrà essere consegnato in tempi rapidi per far partire il cantiere e consentirne la chiusura entro 12 mesi.

“Ormai mi sembra chiaro che ci siano tutte le condizioni per poter affermare che la volontà è quella di procedere con la ristrutturazione dell’impianto già presente a Cortina. C’è soddisfazione perché siamo riusciti a mantenere una struttura strategica per la manifestazione in un luogo che ne certifica il valore e la qualità della proposta, e soprattutto perché abbiamo garantito lo status di “italianità” all’intero progetto. Che è stato rivisitato, con l’investimento ricalibrato e adeguato alle necessità contingenti. Ora chiedo a tutte le componenti di remare dalla stessa parte e favorire il via dei lavori, così da consentire al CIO di testare l’impianto alla fine di febbraio del 2025, come previsto nel programma”.

Abodi ha spiegato anche come verrà finanziato l’intero progetto: La Fondazione riceve fondi dal CIO, dai partner privati delle olimpiadi e dalla vendita di biglietti e licenze delle gare. Fondi pubblici verranno utilizzati solo per le infrastrutture temporanee”.

Le prossime tappe: assegnazione e contratto. Ma resta il piano B

Sebbene tutte le tessere sembrerebbero sul punto di andare al loro posto, la partita non è ancora chiusa. Toccherà al CIO, da sempre contrario alla soluzione italiana, dare l’ok definitivo alla pista selezionata per i giochi. Chiaro però che, qualora i lavori dovessero partire in tempi brevi, difficilmente questo potrà essere negativo.

Simico, la società di infrastrutture incaricata di costruire l’impianto, peraltro ha il Cda in scadenza, così come imposto dal Decreto Legge realizzato ieri dal Governo, eppure dovrà firmare nei prossimi giorni il contratto di affidamento all’impresa Pizzarotti. Ma al momento non ci sono né assegnazione, né contratto e nemmeno una data di fine lavori. Per questo la Fondazione Milano-Cortina continuerà a tenere aperta una porta con un impianto estero (St. Moritz resta in prima linea), una sorta di piano B senza il quale i rischi sarebbero ancora superiori.

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