Giovanni De Gennaro è il quarto bellissimo oro azzurro delle Olimpiadi di Parigi 2024. Un primo posto del kayak nella canoa slalom che sa di impresa e che riporta l’Italia sul podio dodici anni dopo quella fatta segnare a Londra da Daniele Molmenti.
- Giovanni De Gennaro, quarta medaglia d'oro azzurra
- Un digiuno lungo 12 anni
- Bellissima la terza! Riscattati Rio e Tokyo
- L'esultanza rabbiosa e il peso di un oro
- La dedica speciale e la bellezza del viaggio
Giovanni De Gennaro, quarta medaglia d’oro azzurra
Giovanni De Gennaro oro del kayak nella canoa slalom. L’azzurro classe 1992 di Brescia campione del mondo a squadre e campione europeo si è preso la medaglia più ambita disputando una finale praticamente perfetta, chiusa in 88” e 22. Gli errori del francese Titouan Castryck (secondo) e dello spagnolo Pau Echaniz (terzo, condannato dai 2” di penalità) hanno spianato la strada alla quarta medaglia d’oro di queste Olimpiadi per la spedizione azzurra, ma gli applausi sono tutti per Giovanni.
Un digiuno lungo 12 anni
A Londra 2012 ci aveva pensato, proprio nel giorno del suo 28esimo compleanno, Daniele Molmenti a regalare l’oro all’Italia nello slalom. Da allora c’è voluta un’attesa lunga dodici anni per tornare a esultare sulle rapide olimpiche. Ci ha pensato Giovanni De Gennaro a rompere il tabù, per una medaglia che ha il sapore dell’impresa, ma che nasce dalla costanza e dalla capacità di affrontare l’ultimo atto azzerando le sbavature martellando sull’acqua a un ritmo da primato.
Bellissima la terza! Riscattati Rio e Tokyo
De Gennaro arriva al Kayak dopo aver provato il basket e il karate. Poi, a otto anni, la decisione di sposare la passione del fratello maggiore, Riccardo, e farla diventare qualcosa di più. A 32 anni, compiuti appena prima del via dei Giochi, Giovanni, che di professione fa il Carabiniere, si prende la rivincita sulle sue due prime Olimpiadi, a Rio e a Tokyo, concluse rispettivamente al settimo e al quattordicesimo posto. A Parigi, il canoista del Canoa Club Brescia chiude il cerchio nel migliore dei modi.
L’esultanza rabbiosa e il peso di un oro
Al termine della sua discesa, Giovanni esulta e si gode il primo posto virtuale, con un urlo liberatorio in canoa che lascia pochi dubbi, pugni stretti e pagaia stritolata tra le mani. De Gennaro attende in religioso silenzio che la finale si concluda, poi è il momento della gioia che, una volta sul podio olimpico, con la medaglia più pesante al collo, si scioglie in lacrime. Perché, puoi anche aver vinto tutto, fatto il vuoto ovunque, ma centrare l’oro olimpico otto anni dopo il primo tentativo non ha prezzo.
La dedica speciale e la bellezza del viaggio
Intervistato dai RaiSport, De Gennaro ha una dedica speciale: “Com’è questa medaglia? Bellissima… sono già innamorato di lei. L’ho sognata tanto. A metà percorso pensavo mi stesse sfuggendo di mano, ma ho chiuso forte. Sapevo di poterla centrare, ma ho sempre cercato di non mettermi pressione. Che cosa ho pensato mentre scendevano gli altri? Tante parole che non si possono dire… Dopo Tokyo, una medaglia qui già bastava. L’oro è un upgrade“.
“In questi cinque anni ho lavorato solo pensando ai Giochi. Ho cercato di fare questa Olimpiade solo pensando a me stesso. Se oggi non avessi fatto medaglia, oggi sarei stato contento comunque, mi sono goduto il viaggio. Dedico questo successo a chi mi è stato accanto e soprattutto per il mio primo allenatore, Gianni, che ci ha lasciato proprio in canoa dieci anni fa. Ora non può essere qui, ma so che mi guarda”, ha concluso il nuovo campione olimpico azzurro.