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Velasco in finale contro gli Usa. Egonu, Moki, ragazze terribili: ma che avete fatto? Sogni d’oro, Italvolley

L'Italia si prende la finale del volley femminile: domenica 11 agosto sfida agli Stati Uniti per l'oro. La storia è già stata riscritta, ora si gioca per la gloria.

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Italia batte Turchia: azzurre in finale contro gli Stati Uniti. Il post partita è una diapositiva nitida, esplicita, eloquente: tutte con le tre dita aperte mentre pollice e indice si stringono. Viene fuori il risultato: 3-0. Se i francesi hanno la Senna, noi abbiamo l’Italvolley. Una storia più pulita, senza dubbio: e viverla c’è costato maledettamente meno. Sicuro come l’oro. Sono come Anna Danesi, la capitana (il grado spesso lo assegnano i selezionatori. Ma a quelle come lei l’investitura arriva dalle compagne): non bado alla scaramanzia. La suggestione olimpica che ci ha fatto innamorare come teenager: la pallavolo ai tempi dei Giochi. La pallavoRo.

Velasco costruisce la rivincita

Julio Velasco dice tre cose facili: un paio durante il match, la terza davanti ai microfoni.

  • Facciamo bene le cose semplici,
  • avanti senza pressioni,
  • si fa di tutto per battere anche gli Usa ma esistono pure le avversarie.

Il Ct dice giusto: e poi, a togliere proprio tutti i filtri, chi lo sa se il sogno americano è indigesto oppure indelebile. L’America di Velasco è una ics segnata sulla carta geografica: sta in basso a destra. Georgia, Atlanta, il 1996. Fa male o fa bene un argento alle Olimpiadi? Gli anni in dirigenza, senza spogliatoi e senza allenamenti, sembravano un solco troppo grande: invece no.

La vita è un manuale d’imprevisti e possibilità. Torna l’occasione irrinunciabile: una delle panchine più ambite tra tutte quelle delle nazionali sportive. Scelgono lui: maestro, filosofo, guida. E sa pure come si vince. La rivincita di Velasco, domenica 11 agosto. A quanti capita una seconda possibilità così?

La storia di ieri è già vecchia

Intanto quel pezzo di storia che avevamo già scritto con la vittoria nei quarti contro la Serbia è già vecchio. Il nuovo lo abbiamo aggiornato qualche ora fa: dice che le ragazze terribili si giocano a Parigi la finale più attesa.

Tre match point e a noi basta il primo. Myriam Sylla è piaciuta tantissimo nel terzo set: all’inizio ha fatto una fatica bestia. Non era lei.

Fonte:

Festa grande dopo il 3-0 alla Turchia che vale la finale olimpica: domenica 11 agosto contro gli Stati Uniti si gioca per l’oro

Egonu pallavolista totale

Che potesse finire male? Mai pensato. Paoletta l’hanno vista tutti: devasta e straripa. E non è solo per i 24 punti, la partita della vita, la coda di cavallo che quando libera il braccio diventa una frusta e colpisce l’aria con la stessa potenza delle mani che schiaffeggiano la palla, la tuttocampista che è diventata.

Non è soltanto quello che si vede: l’Egonu che si nota meno è un opposto che ha raggiunto la piena maturità, lavora di testa, si muove in armonia, ragiona di squadra. Totale: la 18 è diventata pallavolista totale.

Kate ringrazierà Paoletta

Kate diventerà un fenomeno: il valore aggiunto è la gavetta all’ombra di Egonu. Ci si accorge spesso dopo delle cose: i numeri di Antropova sono impressionanti già adesso. Quanto impiega a infilare cinque punti? Il tempo di un amen. Entra e benedice.

Ha margini superiori a quelli di Paola? Dovesse essere, ringrazierà soprattutto lei e questi anni di scuola accademica.

Moki ubiqua, Orro atelier

Cosa va a prendere Moki nel corso di una partita non si dice più: De Gennaro la trovi dappertutto, ubiqua. Arriva lei e l’impossibile non è un’opzione, semmai un passato prossimo. Per Alessia Orro, ormai, si stravede: è l’atelier di squadra Italia. Sceglie i tessuti, cuce e ricama, li mette in vetrina.

E poi esalta Fahr: l’esplosione di Sara è quella che colpisce di più in termini assoluti. E chi ha smesso definitivamente di guardare è Cate Bosetti: in partita per la seconda volta di fila. Ma stavolta ancora di più. Due settimane fa sembrava intimidita, ora audace: la miglior difesa è l’attacco, ma per lei vale anche il contrario. A Gaia Giovannini le compagne diranno poche parole: “Una di noi”.

Ma che avete fatto?

Ma che avete fatto? Non ci credo che si smorza una sera così e si prende sonno facilmente. Poi certo, a pensarci e ripensarci si crolla per sfinimento. Allora sogni d’oro, ragazze terribili. Se i francesi hanno la Senna, noi abbiamo l’Italvolley.

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