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Oppo e Soares argento al fotofinish, Irlanda impossibile e Grecia un decimo dietro: podio 17 dal canottaggio

Favolosa rimonta del duo composto da Oppo e Soares: l'ultima gara di sempre ai Giochi del doppio pesi leggeri sorride all'Italia, seconda agli inattaccabili irlandesi.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Palpitante, imprevedibile, emozionante. Argento vivo, di un intenso colore come solo le acque del canottaggio sanno regalare. E che profuma ancora una volta d’azzurro, perché Stefano Oppo e Gabriel Soares sono stati di parola: puntavano a una medaglia e puntualmente la medaglia è arrivata, col brivido di un finale testa a testa con la Grecia che ha tenuto tutti col fiato sospeso. Alla fine l’argento è arrivato per un decimo di secondo, roba che solo a pensarci viene il mal di testa: uno, due centimetri al massimo? Un’inerzia, ma che fa comunque tutta la differenza di questo mondo, rimpinguando il bottino proveniente dalle acque lacustri.

Una rimonta mozzafiato sotto gli occhi di Malagò

La medaglia arrivata dalla finale del doppio pesi leggeri ha un valore anche storico: questa specifica categoria saluterà al termine della rassegna parigina, tanto che a Los Angeles nel canottaggio se ne vedranno di nuove (e in mare, non più sul lago). Oppo e Soares così hanno colto al volo l’ultima occasione per andare sul podio a cinque cerchi: impossibile tenere le code dell’Irlanda, che ha dominato (come da pronostico) dall’inizio alla fine.

La Grecia invece s’è mostrata decisamente arrembante: ha tenuto la prua avanti per lunghi tratti, poi nel finale hanno lasciato aperto uno spiraglio ed è lì che la coppia azzurra ha deciso di infilarsi, bruciando allo sprint l’imbarcazione ellenica per appena 11 centesimo. Il tutto sotto gli occhi di un commosso Giovanni Malagò, che ha esaltato la prova dell’equipaggio italiano, ringraziando tutto il movimento del canottaggio che ha già prodotto due medaglie d’argento sulle 8 attualmente presenti nel medagliere, dando modo così all’Italia di proseguire nel suo percorso netto in questi giochi (che fa il paio con quanto successo a Tokyo: mai una giornata a secco).

Oppo continua la scalata: adesso mancherebbe solo l’oro…

Per Oppo l’argento di Parigi è un upgrade rispetto al bronzo vinto a Tokyo, allora in coppia con Pietro Willy Ruta. Il canottiere di Oristano ha vinto ancora una volta la sua scommessa: si è cimentato nella disciplina seguendo le orme del fratello Matteo, arrivando a definirlo il “colpevole” del suo innamoramento pazzo per il canottaggio.

Dal Circolo Nautico Torregrande fino alle medaglie olimpiche il passo non è stato breve, ma comunque esaltante: Oppo, tesserato per il Gruppo Sportivo Carabinieri, 30 anni da compiere a settembre, ha preso la rincorsa e adesso sente che avrebbe bisogno soltanto di un ultimo tassello, poiché dopo il quarto posto ottenuto a Rio, il terzo a Tokyo e il secondo a Parigi, a Los Angeles magari gli verrà voglia di scendere in mare e puntare finalmente anche all’oro. Medaglia vinta nel 2020 agli Europei di Poznan, in mezzo a tanti piazzamenti sul podio tra rassegne continentali, mondiali e chi più ne ha più ne metta. A Parigi però ha toccato il cielo con un dito. Anzi, la linea dei traguardo con… un decimo sui greci.

Soares, il “brasiliano del Lario” (che viene da Iguaçu)

Gabriel Soares invece in Italia c’è arrivato tardi, passando prima per Varese e poi stabilendosi a Bellagio, sulle rive del Lario. Altro che saudade: in Lombardia il buon Gabriel ha trovato la sua dimensione, decidendo di gareggiare per l’Italia per ovvie ragioni logistiche sin dall’adolescenza.

Tanta strada ne ha fatta anche per il brasiliano del Lario, che ha conquistato diversi titoli giovanili ed è diventato il nuovo partner di Oppo dopo il ritiro dalle scene di Ruta. Un debutto olimpico sensazionale che adesso dovrà necessariamente “scontrarsi” con la necessità di cambiare pelle, dal momento che tra quattro anni il canottaggio sposterà parte del suo programma in mare. Per uno nato a Iguaçu, in un luogo reso mitico dalla bellezza delle sue cascate, non dovrebbe rappresentare poi un ostacolo tanto insormontabile.

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