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Oscar Freire, allarme rientrato: il ciclista sta bene, si è "soltanto" assentato 48 ore da casa (senza preavviso)

Un grosso spavento, poi il lieto fine: Oscar Freire ha fatto perdere le proprie tracce per 48 ore, lasciando a casa telefono e soldi. Lo ha individuato la Guardia Civil

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Un grosso spavento, una denuncia alla Guardia Civil, ma tutto è rientrato: Oscar Freire sta bene e non c’è nulla di cui preoccuparsi, anche se per qualche ora in Spagna (e poi in tutto il mondo, appena s’è sparsa la notizia) in tanti hanno temuto il peggio. Perché Freire, uscito di casa lunedì scorso, è stato rintracciato dalle forze dell’ordine soltanto 48 ore più tardi, dopo la denuncia fatta dai familiari che non lo avevano visto tornare a casa.

Freire sta bene e ha detto di essersi allontanato volontariamente

La notizia della scomparsa di Freire si era sparsa nel primo pomeriggio di mercoledì, quando a Cadena SER un funzionario della Guardia Civil ha confermato che in mattinata la famiglia aveva allertato il comando locale, denunciandone appunto la scomparsa.

L’ex ciclista, campione del mondo 1999, 2001 e 2004, aveva infatti lasciato la propria abitazione nella mattinata di lunedì senza portare con sé smartphone, documenti o carte di credito, e poche ore dopo essere stato lanciato l’allarme è stata ritrovata l’auto, lasciata in un’area vicino a una zona scarsamente popolata. Poco dopo però è stato individuato e alle forze dell’ordine avrebbe confermato di essersi allontanato volontariamente dalla propria abitazione. Ignote però le cause che l’hanno spinto a mettere in allarme tutta la famiglia, mentre il fratello s’è limitato a dire che Oscar sta bene.

Nell’elite dei più vincenti al mondiale (e pure della Sanremo)

Oscar Freire, classe 1976, è uno dei più grandi corridori della storia ciclistica spagnola. I suoi tre mondiali vinti (due volte a Verona, nel 1999 e 2004, e uno a Lisbona nel 2001, l’anno in cui l’Italia perse inopinatamente la corsa, con Lanfranchi che prese la testa del gruppo quando c’era in fuga Gilberto Simoni, col quale una pace non è mai stata sancita) lo hanno proiettato in una elite davvero ristretta della quale fanno parte pochissimi corridori, ovvero i soli che hanno conquistato per tre volte in carriera la maglia iridata (Binda, Van Steenbergen, Merckx e Sagan).

Ma in carriera Freire, ottimo velocista ma con doti anche di finisseur, ha vinto tre volte anche la Milano-Sanremo (2004, 2007, 2010), oltre a 4 tappe al Tour de France e 7 alla Vuelta (non ha mai partecipato al Giro d’Italia). Nel circuito professionistico ha esordito nel 1998 con la maglia della Vitalicio Seguros, per poi trasferirsi nel 2000 (in maglia iridata) alla Mapei Quick Step e passare poi alla Rabobank, la squadra nella quale ha vissuto la maggior parte delle sue stagioni (dal 2003 al 2011) e con la quale ha raccolto le vittorie più prestigiose (ad esclusione dei mondiali), inclusa la maglia verde della classifica a punti nel Tour 2008. Nel 2012 ha chiuso la carriera nel Team Katusha dopo aver collezionato 74 vittorie.

La scelta di lasciare la Mapei alla fine del 2002 fu dettata proprio dalla consapevolezza di non poter godere di un ruolo di capitano esclusivo nelle corse di un giorno o come velocista nei grandi giri: a posteriori, mai scelta si rivelò più azzeccata.

Le polemiche recenti per la mancata nomina a CT

Nelle ultime settimane Freire, che è sempre rimasto legato al mondo del ciclismo, era stato indicato come uno dei possibili candidati al ruolo di commissario tecnico della nazionale spagnola, ma il neo presidente Vicioso ha deciso di affidare l’incarico ad Alejandro Valverde.

Una scelta che ha scatenato la reazione dello stesso Freire, che ha ammesso di essere stato contattato da Vicioso appena dopo il suo insediamento ma di essere poi stato ingannato, poiché la “promessa” dell’incarico non era stata mantenuta. Oscar ha un figlio, Marcos, passato da poco professionista nel team di sviluppo dell’UAE Team Emirates (la squadra di Pogacar).

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