Non tornerà al Giro d’Italia, ma sarà comunque il faro della stagione 2025. Che senza Tadej Pogacar perderebbe molto del suo interesse: dopo un 2024 vissuto a rotta di collo, con 25 vittorie in 57 giorni di gare, lo sloveno è pronto a mettere giù il gettone e provare anche a fare meglio. “Beh, quella che s’è chiusa è stata probabilmente la stagione perfetta. Ma dovrò dimenticarla in fretta, perché è già tempo di pensare alla prossima”. Come dire: bene gli allori messi in bacheca, ma il domani bussa già alle porte e Tadej non vuol farsi trovare impreparato.
- La Liegi, la "rivincita" più bella (con dedica)
- L'amore per l'Italia: "Niente è come la pasta..."
- La doppietta Giro-Tour e il sogno Sanremo
- Geraint Thomas annuncia il ritiro alla fine del 2025
La Liegi, la “rivincita” più bella (con dedica)
In un’intervista esclusiva concessa a Sky, Pocagar ha provato a condensare in poche parole quello che il 2024 gli ha lasciato in dote. “Ho due immagini che non potrò mai dimenticare: la Strade Bianche, prima gara della stagione, che mi ha permesso subito di rompere il ghiaccio nel modo migliore, e poi l’ultima vittoria, quella al Giro di Lombardia. Due momenti diversi ma simili allo stesso tempo, perché capaci di aprire e chiudere come meglio non avrei potuto fare questa annata”.
Tadej ha spiegato anche come “la Liegi sia stata una sorta di spartiacque, perché c’era un conto in sospeso. Due anni fa alla vigilia della Liegi morì la mamma di Urska (Zigart, la fidanzata) e tornammo a casa, poi nel 2023 caddi e mi ruppi un polso. Ci tenevo tanto a dedicarle il successo e finalmente quest’anno ci sono riuscito. Certo, dopo la sconfitta al Tour 2023 contro Vingegaard ho capito quanto sia importante arrivare preparati bene a certe corse: la caduta alla Liegi condizionò tutta la preparazione alla grand boucle e quella per me è stata una grande lezione”.
L’amore per l’Italia: “Niente è come la pasta…”
La vittoria al Giro 2024 rimane uno dei momenti chiave dell’annata di Pogacar, che ha spiegato anche l’amore per il bel Paese. “L’Italia rappresenta qualcosa di speciale, un po’ per tutti i ciclisti sloveni in generale. Mi sono allenato tanti anni in Italia, dopo aver corso tante volto ai tempi delle formazioni giovanili. Mi piace la cultura, mi piace soprattutto la cucina: mangio tanta pasta, con ogni sorta di condimento, e la preferisco alla pizza. Le specialità romane come amatriciana, carbonara e cacio e pepe sono di gran lunga i miei piatti preferiti.
E poi degli italiani non posso che parlare bene: al Giro ho sentito grande affetto, tutti mi volevano bene e tifavano per me. È stato veramente bello. E non dimentico neanche l’incitamento ricevuto durante il Giro dell’Emilia, la mia prima corsa disputata in maglia iridata: pioveva forte, ma sentivo le urla di incitamento ancora più nitide dello scroscio dell’acqua”.
La doppietta Giro-Tour e il sogno Sanremo
Sulla doppietta Giro-Tour: “Dopo il Giro mi sono preso una pausa e ho ricaricato bene le pile. Ho cercato di arrivare al Tour in buone condizioni e ho capitalizzato il lavoro fatto in allenamento. Le olimpiadi? Troppo a ridosso del Tour, volevo il mondiale e credo di aver fatto la scelta giusta”.
Nel 2025 però c’è già un obiettivo da inseguire: “La Milano-Sanremo è nei miei piani, anche se non è una corsa per la quale puoi lavorare tutto l’inverno. Se capiterà l’occasione però spero di riuscire a farla mia: già 4-5 volte ci sono andato vicino, se arriverà bene, altrimenti andrà bene lo stesso. La Roubaix invece credo sia poco adatta a me e per ora la lascio agli altri”.
Geraint Thomas annuncia il ritiro alla fine del 2025
Per un Pogacar che progetta un’altra annata super, c’è un Geraint Thomas che si prepara alla passerella d’addio: il gallese, vincitore di un Tour de France (2018) e due volte sul podio al Giro d’Italia (2023 e 2024) e al Tour (2019 e 2022), ha annunciato che alla fine del 2025 appenderà la bicicletta al chiodo.
Thomas compirà 39 anni il prossimo 25 maggio e ha già fatto sapere di voler prendere parte alla prossima edizione del Tour, che utilizzerà come corsa di commiato dal ciclismo professionistico, sebbene ha intenzione di chiudere la stagione con il Tour of Britain in programma a settembre. Non parteciperà però alle Classiche del Nord perché, parole sue, “per correrle devi essere pronto a schiantarti, e io alla mia età non ho più queste motivazioni. Ma mi piacerebbe andare al Tour e chiudere magari davanti ai miei connazionali”.