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Pagelle Uruguay-Italia 1-0 Mondiali U20: Desplanches (7), la consacrazione. Baldanzi (5) si inceppa

Non brilla il reparto offensivo di Nunziata che opta per Pafundi dal 1' ma gli esiti sono negativi. Nota di merito al portiere azzurro che adesso merita un salto di categoria e di qualità

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

S’è dovuta accontentare di vedere Roberto Baggio portare il trofeo in mezzo al campo, unico italiano nella notte di La Plata ad aver avuto la fortuna di toccare con mano la coppa. Quella che l’Italia di Carmine Nunziata ha sognato di riportare a Roma lungo tre settimane intense, spazzate via a 4’ dal 90’ (più 12’ di recupero) dall’incornata con la quale Luciano Rodriguez ha regalato il mondiale Under 20 all’Uruguay.

La formazione di Marcelo Broli ha meritato il successo al termine di una gara nella quale ha messo in mostra una grande aggressività e mezzi tecnici di grande valore, cui gli azzurri hanno provato a rispondere con le poche armi a disposizione, tra problemi fisici e stanchezza.

La finale è stata sofferta e complicata, con gli uruguayani che hanno premuto costantemente sull’acceleratore, pur creando non troppi pericoli (favoloso Desplanches su Duarte a metà primo tempo) ma dando l’impressione di non voler concedere nulla.

E l’Italia in effetti non ha mai tirato in porta: Baldanzi e Pafundi si sono accesi di rado, ben controllati dalla difesa avversaria, e il campo infame di La Plata ha certamente agevolato la maggiore fisicità dei ragazzi di Broli. Casadei stavolta non ha fatto il miracolo e sul più bello il mondiale ha preso la via di Montevideo, senza però nulla togliere a quanto fatto di straordinario dai ragazzi di Nunziata.

Le pagelle dell’Italia

  • Desplanches 7: il suo mondiale è da lustrini, perché dimostra di meritare da subito palcoscenici ben superiori alla Serie C. Il miracolo che compie nel primo tempo su Duarte è da copertina, poi nella ripresa fa buona guardia. Capitola solo sull’incornata ravvicinata di Rodriguez, senza alcuna colpa. In pieno recupero sventa un cinque contro zero con un’uscita di puro coraggio.
  • Turicchia 5,5: serata complicata nel primo tempo, quando De Los Santos di tanto in tanto lo costringe a restare abbottonato, e anche nella ripresa quando non riesce mai a liberare i cavalli del motore.
  • Ghilardi 6,5: è l’ultimo a cadere, e il rimpianto più grosso lo lega proprio alla caduta (fortuita) nell’azione del gol partita, caduta che gli impedisce di seguire Rodriguez e chiudere lo spiffero che costa al mondiale. Non sbaglia un intervento, limita tantissimo Duarte, prende ogni pallone graviti dalle sue parti.
  • Guarino 6: come il compagno di reparto dimostra di stare sul pezzo, seppur con qualche lieve sbavatura che pure non ne inficia la fiducia. Non è un caso, al netto della grande aggressività dell’Uruguay, i pericoli maggiori arrivano sempre da fuori o dalle corsie esterne.
  • Giovane 5,5: a sinistra nel primo tempo fatica, rischiando di beccare il giallo sin dai primi minuti di una gara assai complicata. Nella ripresa torna a fare la mezzala e aggiusta il tiro, ma in generale resta sempre un po’ in apnea. (Dal 46’ st Lipani sv: dentro nel recupero, ma non può far nulla per salvare la baracca).
  • Prati 5,5: un mondiale da protagonista, una finale con qualche balbettio di troppo. Spostato sul centrodestra, per un tempo fatica a trovare la sua naturale posizione. Nella ripresa torna a fare il play, ma rischia grosso ritrovandosi 3’ sotto la doccia (il Var corregge in rosso un giallo che era un arancione scuro). Sul gol si fa cogliere impreparato dalla carambola che favorisce Rodriguez, ma non è nemmeno fortunato.
  • Faticanti 5: l’aggressività dei sudamericani è un fattore, soprattutto nei primi 45’. Faticanti ha il compito di far ripartire l’azione, ma non trova mai il modo per incidere. (Dal 1’ st Zanotti 6: si danna l’anima per provare a scappare via sulla destra, e qualche volta ci riesce. Non è preciso nella finalizzazione, ma almeno prova a far saltare il banco, creando problemi a Matturro).
  • Casadei 5,5: la fatica di un mondiale vissuto a rotta di collo, col titolo di capocannoniere in naftalina da almeno tre gare e l’MVP finale, gli ha presentato il conto nel momento decisivo. Se con la Corea aveva mostrato segnali di stanchezza, con l’Uruguay il buon Cesare non riesce proprio a rendersi utile. Gli avversari lo raddoppiano sistematicamente e lui, che sia a destra o a sinistra nella mediana a tre, non riesce proprio a cambiare marcia.
  • Baldanzi 5: il campo infame non lo aiuta, seppur non deve diventare un alibi. L’Uruguay gli lascia pochissimo spazio di manovra e lui per un tempo abbondante non può accendere la luce. Potrebbe incidere sulle palle da fermo, ma non riesce ad alzare un pallone da terra a più di un metro, punizione o corner che sia. (Dal 46’ st Pisilli sv: un paio di imbucate finite male, ma almeno c’ha provato).
  • Pafundi 5: la perla rifilata alla Corea gli consegna una maglia da titolare, ma forse la scelta di Nunziata non è delle più felici. Il campo pesante, l’aggressività ossessiva degli uruguagi e la maggiore fisicità dei difensori avversari gli tarpano nel ali. Un paio di spunti, poi tanti palloni persi. (Dall’11’ st Montevago 6: i suoi centimetri farebbero comodo contro una difesa così ben strutturata, ma non da mai l’impressione di poter incidere, anche perché il trattamento che gli riservano è senza fronzoli).
  • Ambrosino 5: sparisce nel giorno più importante, seppur abbandonato in parte al suo destino da una squadra che non riesce mai a rifornirlo di palloni. Una simulazione (evidente) sulla trequarti è la sua cartolina d’addio al mondiale. (Dall’11’ st Esposito 5,5: non poteva che finire così la domenica nera di casa Esposito, con Sebastiano che perde la A col Bari al 92’, Salvatore che scende in B con lo Spezia e Francesco Pio che entra nella ripresa, ma senza avere opportunità per far male. Forse sarebbe servito di più dall’inizio).
  • All. Nunziata 5,5: riconosce i meriti di un avversario che s’è dimostrato più forte, senza sé e senza ma. Con un po’ più di fortuna avrebbe potuto provare a giocarsela ai supplementari o ai rigori, ma non aver fatto un tiro in porta in 104’ di partita sta a testimoniare che non c’erano poi tanti margini di manovra. L’attacco “leggerino” non paga, ma anche quando aumenta centimetri e chili la musica non cambia. È andato oltre le aspettative, di più non poteva chiedere ai suoi ragazzi.

Le pagelle dell’Uruguay

Luciano Rodriguez si prende la copertina con il gol che vale il mondiale, ma nella prova dei baby della Celeste spicca la solidità di un reparto arretrato granitico (appena 3 reti subite nel torneo e ben 6 clean sheet), dove giganteggia Facundo Gonzalez che annienta tutti gli attaccanti azzurri. Stecca Duarte, ma Broli arriva comunque a dama.

  • Rodriguez 6; Chagas 6, Noselli 6,5, Fa. Gonzalez 7, Matturro 6; Garcia 6, Diaz 6,5; L. Rodriguez 7 (50’ st Homenchenko sv), Fr. Gonzalez 6,5, De Los Santos 6,5 (46’ st Sosa sv); Duarte 5,5 (18’ st Ferrari 6,5). All.: Broli 7.

La pagella dell’arbitro

Direzione all’inglese quella di Glenn Nyberg (6), specie all’inizio quando ha fischiato poco, e per lo più in situazioni dove non poteva esimersi. Nella ripresa ha saputo tenere la gara sotto controllo, sventolando i cartellini giusti al momento giusto e poi eccedendo di zelo in occasione del fallo di Prati ai danni di Diaz, ritenuto inizialmente meritevole di un rosso e poi corretto al Var in giallo (comunque era da arancione scuro: in entrambi i casi non sarebbe stato errore). Il maxi recupero ci sta tutto, ma non serve a rimettere l’Italia in carreggiata.

Il nostro SUPERTOP dell’Italia

Per Sebastiano Desplanches la vetrina mondiale ha rappresentato ben più di un’investitura per l’avvenire. Compie un intervento pazzesco a metà del primo tempo sull’incornata di Duarte, una parata che rievoca quella mitologica di Banks su Pelè (con le dovute proporzioni), si ripete nella ripresa quando disinnesca una ripartenza cinque contro zero che stava per consegnare il 2-0 agli uruguayani. In generale, è sempre attento sui tentativi (alcuni fuori misura) della formazione di Broli. Impossibile dargli colpe sul gol di Luciano Rodriguez, che lo trafigge ben oltre i propri demeriti. A Vicenza si ritrovano un diamante grezzo tra le mani, ma che adesso può valere tanto: una maglia da titolare (almeno) in B non può e non deve togliergliela nessuno.

Il nostro SUPERFLOP dell’Italia

L’epilogo mondiale di Tommaso Baldanzi non è stato pari alle attese. Il numero 10 c’ha provato, si è acceso a intermittenza, anche se ha brillato troppo poco rispetto ai suoi standard abituali. Piuttosto stridono le tante palle inattive vanificate, quasi tutte calciate basse e facili preda dei difensori uruguayani, che in una gara così difficile e complessa per l’Italia avrebbero potuto significare tanto, se non tutto. La sua campagna argentina rimane di primissimo livello, ma va dato atto a Broli di averlo imbrigliato a dovere, estromettendolo dalla gara che ha deciso il titolo.

Mondiali Under 20 classifica marcatori

Come ampiamente pronosticato, Cesare Casadei s’è preso il titolo di capocannoniere della rassegna sudamericana. Con 7 reti realizzate il centrocampista del Chelsea ha fatto il vuoto, staccando di due lunghezze il brasiliano Marcos Leonardo (5 gol) e di tre il colombiano Oscar Cortes e l’ecuadoregno Justin Cuero, entrambi appaiati a quattro reti. È la prima volta che un giocatori italiano conquista il trono dei marcatori, anche se sorprende che ad aver vinto il titolo sia stato un centrocampista, e non un attaccante.

Pagelle Uruguay-Italia 1-0 Mondiali U20: Desplanches (7), la consacrazione. Baldanzi (5) si inceppa Fonte: Getty Images

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