Di arbitraggi sfacciatamente e più o meno volutamente sbagliati è piena la storia della pallanuoto azzurra: basti pensare a Barcellona ’92 quando l’arbitro cubano nella finale con la Spagna fischiò a senso unico per i padroni di casa, appena appena bilanciato da quello olandese. Quella volta l’Italia fu più forte, era il Settebello dei Porzio e di Fiorillo, di Silipo e Gandolfi che segnò il gol della medaglia d’oro al sesto supplementare. Anche ieri c’è stato il match in vasca tra Spagna e Italia ma era una finalina per il quinto posto di scarso significato tecnico che si è presa la copertina per la protesta degli azzurri che si sono messi di spalle alla giuria dopo lo scandalo arbitrale nella gara con l’Ungheria. Ne parla a Repubblica Stefano Tempesti, l’ex portierone della nazionale di ct Sandro Campagna.
- Il Coni condanna l'atteggiamento del Settebello
- Tempesti attacca il Var: non pronto per la pallanuoto
Il Coni condanna l’atteggiamento del Settebello
Quella protesta così plateale non è piaciuta al presidente del Coni Malagò, che ha bacchettato gli azzurri ma per Tempesti hanno fatto bene. Cinque Olimpiadi con due medaglie (argento a Londra 2012, bronzo a Rio 2016) con la maglia azzurra, oltre a un’infinità di altri titoli, l’ex portiere dice: «Semplice: è stata la più grossa vergogna olimpica della storia della pallanuoto. Così si rovina la vita dei ragazzi, sportivamente parlando, perché ha impedito a un ragazzo di giocarsi un quarto di finale che sognava da una vita e perché hai impedito a una squadra di poter arrivare alla medaglia d’oro. Perché l’Italia avrebbe vinto il titolo a questa Olimpiade: sono troppo forti, troppo determinati, in fiducia in tutti i ruoli, hanno la giusta alchimia e armonia di squadra. Sarebbero arrivati in fondo a medaglia, sicuramente».
Tempesti attacca il Var: non pronto per la pallanuoto
Condemi espulso per gioco violento al Var, una decisione che ha indignato tutti: «Non c’è una spiegazione: non voglio parlare assolutamente di malafede, conosco bene gli arbitri, soprattutto il romeno Adrian Alexandrescu, arbitrava quando ero nelle giovanili, l’ho incrociato per tutta la vita. Però è stato commesso un atto gravissimo. Forse dobbiamo imparare a tutelarci dall’uso del Var, che è validissimo per il gol non-gol. Mi ha stupito anche il rigore dato a Varga subito con una leggerezza incredibile, invece a occhio nudo si vedeva benissimo che il pallone non era entrato. Il dubbio ti deve venire e devi andare a vedere, sennò è follia dare gol su un’azione del genere. Il Var tra Doha e Parigi ha fatto più danni della grandine. Bisogna regolamentarlo e migliorare questi strumenti e non so se il nostro sport è ancora pronto e ha personale sufficientemente preparato. Devi dargli un rodaggio sufficiente per portarlo alle Olimpiadi».
Tutti i ricorsi dell’Italia sono stati respinti: «E invece bisogna avere ogni tanto l’umiltà di dire ho sbagliato e fare un passo indietro e portare rispetto al lavoro di quattro anni, anzi di una vita. Ha detto bene Campagna: è stata una vicenda oscena, vergognosa, che purtroppo ci ha visto protagonisti. A me ingiustizie sportive ne hanno fatte tantissime, ma conta tanto il livello. Qui siamo a un’Olimpiade, non siamo a un Europeo, a una Champions League, a un campionato. Condivido la protesta totalmente, condivido in pieno, io avrei fatto anche peggio. Altrimenti sono tutte chiacchiere al vento. Grazie a Dio i social ci aiutano e le immagini che sono arrivate rimarranno a peritura memoria. Non se lo scordano più. Si è toccato il fondo, da qui si riparte per vincere l’oro a Los Angeles. Questa protesta è il primo giorno di preparazione per il titolo alle prossime Olimpiadi».
Lo sfogo di Tempesti: chi ridarà la medaglia a questi azzurri?
Le spalle alla giuria sono state viste come il tradimento dello spirito olimpico?: «Non sono stati gli italiani a tradire lo spirito olimpico. A un certo punto nella vita ci sono dei momenti in cui devi criticare, anche a costo di fare qualcosa al limite, più o meno sbagliato, o opinabile. A Condemi chi lo ridà questo quarto di finale? A De Lungo o a Echenique, per cui forse sarà l’ultima Olimpiade, chi gliela ridarà indietro questa medaglia? Ben venga la protesta, perché bisogna prendere a schiaffi chi comanda, e non parlo degli arbitri, ma del sistema e della gestione, per far loro capire che non hanno in mano le nostre vite senza pagarne le conseguenze. E per aiutare a crescere il movimento. Peraltro: togliendo la squalifica a Condemi ti senti ancora più preso in giro, è come il ladro che ti ruba in casa, ti chiede scusa e non ti dà indietro le tue cose. Sono due notti che non dormono i ragazzi. Campagna non è uno stupido, è un genio, un Richelieu e un Winston Churchill della nostra pallanuoto e della gestione delle squadre, se l’ha pensata è giusto così, mi fido di lui».