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Settebello, scandalo Var: ricorso bocciato ma niente squalifica per Condemi, Marelli fa chiarezza

Il talent arbitrale di Dazn spiega il perchè della decisione apparentemente incorente del Jury della World Aquatics su Italia-Ungheria di pallanuoto

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Ci vorrà tempo per dimenticare. Non possono bastare due giorni quando per quattro anni hai sudato con il sogno olimpico in testa. Gli errori arbitrali che hanno condizionato la gara dei quarti del torneo olimpico di pallanuoto tra Italia e Ungheria agitano ancora i sogni degli azzurri ma fanno anche giurisprudenza.

L’errore arbitrale su Condemi

I fatti li conoscono tutti: l’azzurro Condemi è stato espulso per gioco violento al 13’, dopo aver segnato il 3-3 con un gran tiro, perché l’arbitro ha ravvisato al Var un suo colpo ai danni del capitano ungherese Jansik. Un errore clamoroso perché nato da una interpretazione folle delle immagini fornite dalla Var review, che ha influenzato non solo direttamente quel momento della gara – il punteggio è passato dal 3-3 al 4-2 per l’Ungheria, che ha usufruito di un rigore, e il Settebello è rimasto con l’uomo in meno per 4’ – ma l’intera partita.

Il ricorso respinto

L’Italia ha presentato ricorso ma invano: il risultato in vasca è stato confermato anche se Condemi, che era stato espulso per un colpo ritenuto violento e volontario ad un avversario, non è stato squalificato. La decisione finale del Jury della World Aquatics su Italia-Ungheria è cervellotica? No. E il motivo lo spiega Luca Marelli.

La spiegazione di Luca Marelli

Il talent arbitrale di Dazn scrive su Facebook: “Un paradosso? In realtà no e la logica è la medesima che vediamo anche nel calcio. Nel caso in cui si concretizzi l’eventualità di un’espulsione sbagliata oppure di un’espulsione non comminata, tale giudizio dell’arbitro non può essere la base per la ripetizione di una gara. La ripetizione di una gara è possibile solo per errore tecnico (si pensi, per esempio, ad un calciatore ammonito due volte ma non espulso, ad una rete concessa prima che il pallone oltrepassi completamente la linea di porta ecc.) e non per una valutazione, anche se chiaramente errata, di un direttore di gara. Per tal motivo non mi aspettavo altro esito dal Jury ma, per quanto faccia male uscire per una decisione palesemente sbagliata, le regole sono chiare in merito. Un po’ come un errore commesso col VAR: per quanto sia evidente e finanche ammesso dall’associazione, un paragrafo del protocollo espressamente esclude che un errore di utilizzo possa portare alla ripetizione della partita. Esattamente quanto accaduto per l’espulsione confermata dopo che gli arbitri hanno rivisto l’episodio a video”.

La rabbia dei tifosi sui social

Fioccano i commenti: “Capisco, ma sono andati al “var” hanno espulso erroneamente l’atleta che aveva realizzato la rete, quindi annullata, e comminato un rigore a favore dei magiari, poi realizzato. Il danno non è stato solo l’espulsione del pallanuotista ma una rete regolare annullata e un rigore concesso che non doveva essere tale. La stavo guardando in diretta ed ero sconcertato, anche in considerazione del supporto tecnologico” e poi: “Ma la decisione è incredibile e rimane tale, da ignorante è veramente difficile da capire cosa possano avere valutato. Ma sbaglia chi decide come sempre e credo che si siano giocati la carriera“.

C’è chi osserva: “L’errore c’è stato, ed è stato grave. Mi sarebbe piaciuto però sentire qualcosa relativa al fatto che eravamo in vantaggio 8-6 fino a qualche minuto dalla fine, sul rigore sbagliato sull’8-8. Si poteva vincere lo stesso, poi ovviamente l’errore fa male ed è doloroso da accettare ma in queste Olimpiadi mi pare ci sia una certa predisposizione al lamento che di fatto è come se assolvesse da tutto il resto” e infine: “Rimane il fatto di come siano possibili errori così grossolani con la possibilità di rivedere l’azione rallentata, più volte e per più minuti. Sto perdendo sempre più fiducia nell’utilizzo di questo strumento nello sport”.

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