A vent’anni da quando il corpo di Marco Pantani fu ritrovato senza vita in una stanza dell’Hotel Le Rose di Rimini, la famiglia non s’è ancora arresa e chiede che sia fatta luce sulla sua morte. L’ultima svolta arriva dalla Procura di Rimini per cui il Pirata non fu ucciso. Dunque, anche la terza indagine va verso la richiesta di archiviazione.
- Morte Pantani: la conclusione della Procura di Rimini
- L'ultima inchiesta sulla morte di Pantani: le nuove testimonianze
- Pantani non fu ucciso: la reazione della famiglia del Pirata
Morte Pantani: la conclusione della Procura di Rimini
Il 14 febbraio saranno trascorsi vent’anni esatti dalla tragedia di Pantani e, ancora, permangono dubbi sulle cause della sua morte. La famiglia non ha mai smesso di lottare, ma novità non dovrebbero emergere neppure dall’ultima indagine coordinata dal procuratore capo Elisabetta Melotti e dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi. Non fu omicidio: ad aver ucciso l’asso del ciclismo all’età di 34 anni fu quel cocktail fatale di farmaci antidepressivi e di cocaina assunti volontariamente. Anche la terza inchiesta sulla scia delle precedenti due: il Pirata morì da solo in quella stanza d’albergo. Formalmente la richiesta di archiviazione non è stata ancora trasmessa all’ufficio gip, ma si va verso quella direzione.
L’ultima inchiesta sulla morte di Pantani: le nuove testimonianze
Durante la terza indagine sono state ascoltate diverse persone indicate dalla madre di Pantani, Tonina Belletti, e finora mai interpellate nelle precedenti inchieste. Si tratta anche di amici e donne che frequentavano il campione romagnolo, ma le speranze della donna si sono infrante contro le dichiarazioni dei testimoni che non hanno confermato i sospetti della famiglia. Anzi, da quanto risulta, avrebbero fornito informazioni inattendibili e fuorvianti. Insomma, non è emersa nessuna nuova pista da battere rispetto al passato.
Pantani non fu ucciso: la reazione della famiglia del Pirata
Le prime parole sono state affidate a Fiorenzo Alessi, l’avvocato che rappresenta i genitori di Pantani. “Se e quando arriverà una richiesta di archiviazione, allora tireremo le somme sulle motivazioni e decideremo se fare o meno opposizione”. Il legale ha aggiunto che “da quanto è a nostra conoscenza, in questo anni la Procura ha indagato a fondo, seguendo anche le nuove tracce che abbiamo fornito per conto della famiglia Pantani”.
La riapertura dell’indagine aveva fatto seguito alla nuova denuncia della madre di Pantani che ai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Rimini aveva dichiarato: “La notte che è morto Marco era in compagnia di due escort”. Ma dalle persone sentite e mai ascoltate in precedenza non è emerso nulla di nuovo, neppure dal tassista che accompagnò due cubiste davanti al residence.