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Paolo Rossi, l'ultimo saluto: l'omaggio dei Campioni del Mondo '82

Gli ex compagni hanno portato in spalla il feretro nel Duomo, tanti i cori "Pablito".

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Ultimo, commosso saluto a Paolo Rossi a Vicenza. Dopo l’affetto dei tifosi, che in migliaia venerdì hanno reso omaggio allo storico attaccante della Nazionale campione del mondo del 1982 alla camera ardente allestita allo stadio Menti, si sono svolti sabato mattina nel Duomo i funerali di Pablito.

Per evitare assembramenti è stata chiusa la piazza e le vie adiacenti alla cattedrale, e alle esequie hanno partecipato circa 250 persone, per rispettare i protocolli Covid.

Tra queste, anche gli ex compagni del Mondiale di Spagna ‘82, che hanno portato in spalla il feretro all’ingresso nel Duomo di Vicenza. In testa Marco Tardelli e Antonio Cabrini, poi Giancarlo Antognoni, Fulvio Collovati, Alessandro Altobelli e Franco Causio, Lele Oriali, Beppe Dossena, Daniele Massaro, Beppe Bergomi, Franco Baresi e Giovanni Galli.

Sulla bara è stata posta anche la maglia azzurra dal presidente della Figc Gravina, mentre nel Duomo erano presenti gli stendardi di Vicenza e Juventus. Da lontano sono risuonati i cori dei tifosi: “Paolo, Paolo, Paolo”.

Questo il saluto di Antonio Cabrini: “Non ho perso solo un compagno di squadra, ma un amico e un fratello. Insieme abbiamo combattuto, vinto e a volte perso, sempre rialzandoci anche davanti alle delusioni. Siamo stati parte di un gruppo, quel gruppo, il nostro gruppo. Non pensavo ti saresti allontanato così presto, ma che avremmo camminato ancora tanto insieme. Già mi manchi, le tue parole di conforto, le tue battute e i tuoi stupidi scherzi. Le tue improvvisate e il tuo sorriso. Mi manca proprio tutto di te, oggi voglio ringraziarti perché se sono quello che sono lo devo anche al meraviglioso amico che sei stato. Io non ti lascerò mai, ma tu stai vicino a tutti noi, come io starò vicino a Federica e ai tuoi figli”, sono le parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.

Così Beppe Bergomi: “Di quel gruppo vincente Paolo era un simbolo, non solo per quanto è riuscito a fare in campo ma anche fuori. Le sue più grandi doti sono state l’umanità e la disponibilità verso tutti, ma anche la capacità di sorridere”.

Presente alle esequie anche Roberto Baggio, che nei giorni scorsi aveva dedicato una lettera aperta al suo idolo.

Al termine della cerimonia, la bara è stata portata all’esterno del Duomo dal figlio Alessandro e dai campioni del mondo, mentre i vicentini presenti fuori dalla cattedrale hanno intonato in coro “Pablito, Pablito”. Tanti gli applausi.

La salma sarà cremata, e l’urna, come annunciato dalla moglie, starà sempre accanto alla famiglia a Poggio Cennina.

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