Scalare la cima fin lassù e ricevere gli applausi ma un secondo dopo tutti provano a tirarti giù e il più velocemente difficile. Essere il numero 1 di sicuro non è facile e a volte può diventare anche spiacevole come sa benissimo Simone Biles che a Parigi torna a trionfare con la squadra USA (prima di cimentarsi nelle prove individuali) e come forse dovrà imparare presto anche Jannik Sinner dopo il forfait ai Giochi. Il “fuoco amico” è un avversario da tenere in considerazione quando si è lì in cima.
- Le critiche di Skinner e la replica di Simone
- Biles e il crollo di Tokyo
- Sinner: il piedistallo che traballa
Le critiche di Skinner e la replica di Simone
Negli Stati Uniti, Simone Biles è una vera e propria celebrità giustamente considerata come una delle migliori ginnaste di tutti i tempi. Ma non sono mancate le accuse, le più recenti sono quelle dell’ex olimpionica Mykayla Skinner che parlando della squadra di ginnastica statunitense aveva detto: “Penso che il talento e la profondità di squadra non ci sia, o comunque non è quella di un tempo. Ovviamente alcune ragazze non lavorano tanto come dovrebbe. Le ragazze non hanno la giusta etica del lavoro”. Parole che nascono anche dal fatto che i metodi della squadra americana sono cambiati tantissimi dopo gli scandali che hanno colpito la ginnastica statunitense negli ultimi anni.
La replica della Biles non si è fatta attendere e dopo la gara il primo pensiero “social” è stato proprio quello di prendersi una rivincita contro chi l’aveva presa di mira: “Mancanza di talento, pigre e campionesse olimpiche”, il lapidario messaggio rivolto alle critiche dopo l’oro nella prova a squadre. E a completare la sua ascesa nell’olimpo dello sport americano ci ha pensato anche Barack Obama: “Congratulazioni alle squadra statunitense di ginnastica femminile per la medaglia d’oro alle Olimpiadi e alla “Goat” Simone Biles per essere diventata la più vincente ginnasta americana della storia”.
Biles e il crollo di Tokyo
Una serie Netflix racconta le emozioni, soprattutto negative, che Simone Biles ha vissuto nel corso delle Olimpiadi di Tokyo. Ma anche il percorso che ha fatto per riuscire a tornare ad essere una delle migliori ginnaste al mondo, dal punto di vista tecnico come da quello mentale. Ma Tokyo rappresenta comunque un momento spartiacque. Le luci della ribalta erano tutte per lei quando decide di ritirarsi dalle finali delle Olimpiadi per concentrarsi sulla sua salute mentale: “Pensavo che sei stata bandita a vita dagli Stati Uniti, pensavo che l’America mi odiasse”. Non era così ovviamente, anche se in quel periodo di voci anche molto critiche sono state tante nei confronti della campionessa domani tornerà a gareggiare entrando con il miglior punteggio in una gara che vedrà anche la presenza di Manila Esposito e di Alice D’Amato.
Sinner: il piedistallo che traballa
La più grande storia sportiva degli ultimi mesi, e forse degli ultimi anni, è quella di Jannik Sinner. Dalla fine del 2023 l’Italia ha riscoperto il mondo del tennis e qualche mese fa ha festeggiato anche il primo italiano a diventare il numero 1 della classifica ATP. Un risultato storico conquistato dal ventiduenne altoatesino che fa il paio con la vittoria degli Australian Open (primo slam per un italiano dopo il Roland Garros di Panatta nel 1976). Complimenti tantissimi e tifosi moltiplicati ma quando l’esposizione è massima e la luce è più brillante arrivano immancabili anche le critiche. L’eliminazione da Wimbledon nei quarti di finale ha aperto la prima crepa, la decisione di non prendere parte ai Giochi di Parigi a causa di una tonsillite ha finito per scoperchiare definitivamente il vaso di Pandora. Nel corso delle ultime settimane si sono andati moltiplicando gli attacchi nei confronti del campione, amplificati anche dall’inizio della storia d’amore con Anna Kalinskaya, e nel corso dei giochi sono arrivate un po’ di critiche più o meno velate alla sua decisione di non andare a Parigi per quello che i maligni definiscono un semplice raffreddore. Prima su un piedistallo con tutti i tifosi adoranti, poi come sempre succede, c’è chi quel piedistallo comincia a picconarlo.