Le Olimpiadi del tennis perdono un’altra protagonista con Aryna Sabalenka che decide di rinunciare a poche settimane dal torneo a Parigi 2024, una decisione che fa discutere visto che si tratta di una delle migliori tenniste del circuito WTA e che potrebbe nascondere motivazioni anche di stampo politico.
- I no di Rublev, Khachanov e Samsonova
- Il forfait di Sabalenka
- Russia e Bielorussia: un boicottaggio al contrario?
I no di Rublev, Khachanov e Samsonova
I primi a dire di no alle Olimpiadi di Parigi sono stati Andrey Rublev, Karen Khachanov e Lyudmilla Samsonova. Solo un paio di giorni fa la decisione è stata annunciata dal presidente della Federazione Russa di tennis. E sono subito cominciate le prime illazioni, il presidente federale ha parlato di infortuni riguardanti il giocatore, mentre la mamma del russo ha fatto riferimento a una tonsillite che lo ha colpito nella scorsa primavera. Calendari fitti e impegnativi e la necessità di prendersi un po’ di riposo salvo scoprire che il numero 6 del mondo questa settimana giocherà il torneo di Halle sia in singolare che in doppio.
Il forfait di Sabalenka
Ora arriva anche l’annuncio di Aryna Sabalenka, l’attuale numero 3 del ranking WTA, ha comunicato proprio oggi la sua decisione di non prendere parte alle Olimpiadi: “Non giocherò alle Olimpiadi anche a causa delle regole della WTA sui tornei obbligatori. Devo per forza sacrificare qualcosa. Purtroppo devo sacrificare le Olimpiadi di Parigi. In questo momento della mia carriera soprattutto con alcune difficoltà che ho avuto negli ultimi mesi devo prendermi cura della mia salute”.
Russia e Bielorussia: un boicottaggio al contrario?
Un luogo comune dice che “tre indizi fanno una prova”, ma per il momento siamo fermi. La sensazione però dietro le dichiarazioni di circostanza di Rublev e Sabalenka ci sia qualcosa di diverso. Il calendario nel mondo del tennis è senza dubbio brutale con tanti impegni ravvicinati, viaggio costanti e poca possibilità di riposare, difficile però che la scelta di prendersi una settimana o due di riposo capiti proprio nel corso delle Olimpiadi, una delle manifestazioni più ambite da parte di tutti gli sportivi dove però russi e bielorussi dovranno presentarsi “senza bandiera“. Da tempo Russia e Bielorussia e i loro leader politici guardano con un po’ di “sospetto” i loro rappresentanti nel mondo del tennis, ritenuti troppo “filo-occidentali”. E la sensazione è che dietro queste decisioni ci possa essere una motivazione politica e una sorte di boicottaggio al contrario. Sensazioni soltanto magari in attesa del terzo indizio.