Basta un decreto a spegnere le polemiche sulla qualità delle acque della Senna, a pochi giorni dall’avvio delle Olimpiadi? Assolutamente no, come prevedibile dopo quanto asserito dallo stesso presidente Emmanuel Macron a suo tempo, dal recento tuffo della sindaca Anne Hidalgo in compagnia del prefetto della regione Ile-de-France, Marc Guillaume, il quale era presente all’evento così come il presidente del comitato organizzatore olimpico, Tony Estanguet.
Ripulire la Senna si è tradotto in un tema centrale dell’agenda politica e olimpica, secondo quello che da motto avrebbe dovuto tradursi in una realtà tangibile, assai pragmatica ovvero presentare le Olimpiadi più verdi di sempre, uno sforzo e un impegno di immagine, ma soprattutto economico e di risorse per il fiume parigino dove dovrebbero gareggiare nuotatori che, di perplessità, continuano ad averne.
- L'impresa di ripulire la Senna
- La questione politica e la Senna simbolo dell'industrializzazione
- La polemica sulla qualità delle acque
- I dubbi dei nuotatori: Wiffen e Paltrinieri
L’impresa di ripulire la Senna
La mastodontica operazione di pulizia che è stata finanziata dalla Francia ammonta a una cifra record: 1,4 miliardi di euro, un obiettivo che riguarda i Giochi e i nuotatori chiamati a immergersi nella Senna e i cittadini della capitale che attendono e pretendono di godere di risposte sul più ambizioso progetto di risanamento messo in atto. La questione non è affatto circoscritta alle settimane che vedranno Parigi al centro dell’informazione sportiva e generalista, ma di restituire all’ambiente un peercorso d’acqua imponente ma sano, consentire che i pesci possano riprodursi – in particolare il pesce gatto parigino – e superare lo stato di evidente gravità in cui versa la Senna.
La diatriba è profonda. Il gesto dimostrativo di Hidalgo lo dovrebbe avallare: non è appagante assistere a un tuffo, ritenuto quasi obbligato, per placare i detrattori, i critici. Il tema è divisivo e on line, sui social, le critiche non sono mancate tant’è che anche i più infastiditi hanno lanciato una mera provocazione utilizzando l’hashtag #JeChieDansLaSeine, in segno di protesta contro la quantità di denaro speso per il progetto, in una delicata fase dell’economia transalpina.
La sindaca sorridente nelle acque della Senna
“È la felicità! Sono anni che sogniamo questo, abbiamo lavorato tanto, tanto, l’acqua è molto buona, un po’ fresca ma non tanto”, ha detto la sindaca subito dopo il tuffo (o scivolata, come contestano i critici) una volta uscita dall’acqua secondo quel che riporta il sito de Le Parisien.
La questione politica e la Senna simbolo dell’industrializzazione
In una polarizzazione che non riassume le sfumature di questo dramma ambientale, che verte sulla Senna e su Parigi, si può affermare che il tenativo da parte delle istituzioni di sensibilizzare i cittadini sui temi legati al degrado in cui versa, in primis, la Senna.
Il fiume che attraversa Parigi ha iniziato a morire all’inizio del ventesimo secolo, a causa dei liquami grezzi, scaricati nelle sue acque cosa che avveniva per le case galleggiati e alcuni blocchi a nord, costringendo la città a vietare la balneazione a partire dal 1923. Negli anni Sessanta e a seguire è diventato un punto dell’agenda politica, è certo ma mai così centrale come nella lista delle cose da fare per le Olimpiadi.
Le abbondanti acque costituivano un problema notevole, quindi per evitare che ciò accada, Parigi ha costruito un gigantesco serbatoio di stoccaggio nei pressi della stazione della metropolitana di Austerlitz, in grado di contenere una quantità di acqua sporca pari a 20 piscine olimpioniche e che dovrebbe salvare i Giochi.
La polemica sulla qualità delle acque
Ma non è affatto semplice, come sembrerebbe, ritenere superato il problema che ha destato preoccupazione anche tra gli atleti azzurri, in primis Gregorio Paltrinieri chiamato a gareggiare proprio in quelle acque. Il lunedì mattina precedente al tuffo della sindaca, la portata era ancora tre volte superiore al normale, con più di 450 m3/secondo rispetto ai 100-150 tipici dell’estate. Si andrà verso un “drop” che sarà “compatibile con la cerimonia di apertura”, una parata nautica senza precedenti sulla Senna, ha assicurato il prefetto. Tuttavia, è “possibile” che le barche con un pescaggio maggiore siano sostituite da barche più piccole, ha ipotizzato Marc Guillaume.
Le vere cavie di quel che potrebbe comportare immergersi nella Senna sono e saranno i nuotatori che dovrebbero nuotare, appunto, in queste acque qualora i livelli delle analisi consentano che ciò avvenga. In programma, proprio nella Senna, sono le gare di nuoto di fondo e le prove di triathlon: la preoccupazione è lampante, evidente. I livelli di batteri Escherichia coli ed enterococchi preoccupano.
I dubbi dei nuotatori: Wiffen e Paltrinieri
Nelle ultime settimane vi abbiamo dato testimonianza delle perplessità degli stessi protagonisti. L’irlandese Daniel Wiffen, che detiene il record europeo negli 800 metri stile libero. Quella di Parigi sarà la prima “grande gara” in acque libere per il 23enne, che è decisamente preoccupato per la qualità dell’acqua: “È un grosso problema”, commenta. In condizioni normali per l’atleta l’ideale sarebbe fare una prova nella Senna per capire meglio le correnti del fiume. Wiffen ha chiesto il parere dei colleghi: “Correreste il rischio di entrare nella Senna due giorni prima della gara, magari per poi ammalarvi il giorno prima della competizione?”.
Nonostante tutto, il nuotatore spera ancora che la gara si svolga. L’idea di immergersi nell’iconico fiume parigino lo ha spinto a iscriversi: “Voglio nuotare accanto alla Torre Eiffel– ha raccontato a Wired US –. È un’opportunità unica nella vita”.
Più esplicito Gregorio Paltrinieri che, dopo il tuffo della sindaca, ha evidenziato quel che sarebbe deducibile per chiunque abbia compreso il rischio fisico e in termini di salute che i nuotatori andranno ad affrontare. “Pare che la situazione sia migliorata, in ogni caso sappiamo che esiste il piano B, nuotare in un lago. Di sicuro quello della sindaca di Parigi è stato un tuffo di facciata: non ha messo la testa sotto e c’è stata pochi minuti. Siamo noi che dobbiamo starci dentro ore”.
Non andrebbe aggiunto altro, se non che con simili presupposti andranno assegnate le medaglie olimpiche di specialità. Sempre che le analisi non dicano altro.