Mentre le squadre sono in ritiro in vista della preparazione per la prossima stagione, in Serie B il caos è totale. In questo momento il Perugia è stato riammesso in cadetteria, mentre sono stati respinti i ricorsi di Reggina e Lecco. Lecito attendersi che ci saranno ulteriori gradi giudiziari attraverso i quali si potrebbe mettere nuovamente in discussione l’attuale definizione del torneo. Con tutto ciò che ne deriverebbe in termini di slittamento dei calendari e inizio della competizione stessa. Il Collegio di Garanzia del CONI ha pubblicato le motivazioni della sentenza emessa, generando ulteriori discussioni.
- Respinto il ricorso della Reggina: ecco perché
- Accolto il ricorso del Perugia: ecco perché
- Cosa succede ora, i prossimi step
Respinto il ricorso della Reggina: ecco perché
Dunque, il CONI ha emesso il proprio verdetto respingendo il ricorso della Reggina che chiedeva la riammissione in Serie B e accogliendo, invece, quello del Perugia. Dalla riabilitazione degli umbri ne é conseguito la retrocessione di fatto del Lecco che la promozione l’aveva conseguita sul campo. Per quel che riguarda la società calabrese determinante è stato il ritardo del pagamento dei 757mila euro di tasse previste dal piano di ristrutturazione del debito. Pagamento che è stato effettuato in data 5 luglio, troppo tardi secondo la FIGC. A tal proposito il Collegio di Garanzia del CONI si è espresso ribadendo il concetto di perentorietà del termine fissato ritenendo ininfluente la subordinazione della giustizia sportiva rispetto a quella ordinaria. Il posto della Reggina dovrebbe a questo punto spettare al Brescia.
Accolto il ricorso del Perugia: ecco perché
Qui invece non c’entrano nulla le questioni relative ai pagamenti. Mors tua vita mea: un’espressione medioevale che trova in questo caso il suo riscontro più tangibile. Stavolta di mezzo c’è lo stadio con quello del Lecco, il Rigamonti-Ceppi, privo dei requisiti per poter ospitare eventi di categoria. La società lombarda avrebbe dovuto presentare entro dei tempi stabiliti l’alternativa, chiedendo ospitalità allo stadio Euganeo di Padova.
La questione play-off ha però ritardato la raccolta della documentazione necessaria da parte del club presieduto da Di Nunno, In buona sostanza sarebbe giunta troppo tardi, come confermato anche dalla motivazione del Collegio di Garanzia del CONI: “Nel caso di specie, il termine del 20 giugno 2023 per il deposito della documentazione volta a dimostrare la rispondenza ai criteri infrastrutturali previsti dal Comunicato Ufficiale n. 66/A del 9 novembre 2022 è qualificato esplicitamente da quest’ultimo come ‘perentorio’“. E il Perugia gongola.
Cosa succede ora, i prossimi step
Difficile che Reggina e Lecco accettino passivamente i verdetti dei gradi di giustizia sportiva finora interpellati. Specialmente per quel che riguarda la società lombarda è già stata annunciata battaglia per riavere ciò che si era conquistato sul rettangolo di gioco. Allora le possibilità che rimangono ai due club sono quelle di rivolgersi alla giustizia ordinaria: prima il Tar poi il Consiglio di Stato.
C’è un problema non indifferente, però. In caso di ricorsi, già annunciati, i tempi si allungherebbero sensibilmente. Basti pensare che il Consiglio di Stato si pronuncerebbe non prima della fine di agosto, con la Serie B che dovrebbe invece cominciare prima e nello specifico il 19. Logico supporre che l’inizio del torneo slitti, in attesa che la situazione possa diventare più chiara. La B potrebbe partire il 2 settembre e la C addirittura il 9 settembre.