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Pozzecco ha il "suo" Banchero: Grant Basile è arrivato per risolvere i problemi dell'Italbasket

Nella vittoria dell'ItalBasket in Islanda, copertina tutta per Grant Basile: l'italo-americano ha stregato Pozzecco, che dopo aver perso Banchero non chiedeva che un segno...

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Aspettavamo tutti Paolo Banchero, forse avevamo solo bisogno di un Grant Basile. Del resto, con un cognome così, c’era da aspettarselo che le affinità sarebbero state di tutt’altra levatura. L’ha capito anche Gianmarco Pozzecco, al quale l’esordio dell’italo-americano ha fatto venire… il mal di testa, con il disappunto per essersi perso i numeri mandati a referto dal 24enne di stanza a Cantù, in A2. Che nel successo di Reykjavik contro l’Islanda s’è preso letteralmente la scena, oltre a optare definitivamente per la nazionale italiana.

OK, il prospetto è quello giusto

Bastava giocare una partita ufficiale e la scelta sarebbe divenuta definitiva: Grant ha saputo aspettare, ma non ha mai pensato di indugiare. “Per me vestire questa maglia è un grande onore e lotterò sempre per cercare di raggiungere i migliori obiettivi personali e di squadra”, ha ribadito a margine del successo nella gara di qualificazione a EuroBasket 2025. Partita nella quale ha messo a referto 19 punti, più 4 rimbalzi, 3 assist e 3 palle recuperate.

Una ventata d’aria fresca per una nazionale che ha da sempre un problema mica da ridere sotto il tabellone, con quello spot da 5 (centro) che da anni continua a perseguitare la federazione italiana. Che con Paolo Banchero pensava di essersi messa a posto per una decina d’anni, e che invece ha dovuto sopportare il “rifiuto” del giocatore dei Magic di aggregarsi al gruppo azzurro verso i mondiali del 2023. Basile che con Banchero condivide l’agente, Massimo Rizzo: solo una coincidenza?

Le origini dei Basile: da Palermo al sogno americano

Per capire meglio chi è Grant bisogna tornare alle origini di famiglia, col viaggio affrontato dal bisnonno Nicola nei primi anni del ‘900 da Palermo a Pewaukee, nello Stato del Wisconsin. È lì che è nato papà Mike, che è stato anche il primo allenatore di Grant ai tempi delle scuole superiori. “Lui non parla italiano, ma ha deciso di sposarsi a Venezia e quando può torna anche in Sicilia”, ha confessato il figlio cestista.

Che nel 2021 ha cominciato l’iter per diventare cittadino italiano, “grazie a mio nonno Gianluca che è venuto a Palermo a recuperare dei documenti necessari per consentirmi di avviare le pratiche”. Non c’era solo la nazionale nel mirino di Grant: giocando nei campionati italiani, avere lo status di comunitario aiuta i club di appartenenza a liberare uno spot per gli stranieri. Ma il richiamo della maglia azzurra è stato un altro incentivo ad accelerare le pratiche.

La parabola di Grant: Tortona ha fatto un colpaccio

L’Italia del basket è da sempre legata a un altro Basile, quel Gianluca (omonimo del nonno di Grant) che ha scritto pagine indelebili a cavallo del nuovo millennio, vedi l’indimenticabile argento olimpico di Atene 2004. Nessuna parentela con il nuovo centro della nazionale di Pozzecco, anche se poi Grant nasce ala, ma in virtù dei suoi 206 centimetri può tornare utile come pivot. La sua duttilità a livello tattico rappresenta un punto di forza notevole, anche perché le buone percentuali dall’arco ne fanno un tiratore completo e assai temibile per qualsiasi difesa.

È cresciuto cestisticamente alla Wright State University, chiudendo la carriera NCAA con 18.4 punti e 8.5 rimbalzi di media a partita. In Italia ce l’ha portato Tortona, che è ancora proprietaria del suo cartellino e che ha pensato bene di farlo girare in prestito per aiutarlo a crescere. Orzinuovi e Pistoia sono state le prime tappe nella passata stagione, Cantù se lo sta godendo adesso, perché Basile sta letteralmente trascinando l’Acqua San Bernardo nella corsa al ritorno in LBA, tenendo più o meno le stesse medie che aveva nei campionati NCAA e che ha subito replicato nel debutto con la nazionale italiana.

Basile e Banchero, mondi diversi ma strade che si incrociano

Al di là delle analogie, Basile e Banchero ad oggi sono distanti anni luce, perché stazionano su pianeti diversi. Ma fa sorridere il pensiero che la FIP, dopo essere andata a corteggiare (invano) uno dei prospetti americani più promettenti del decennio, una prima soluzione per risolvere il problema del centro in nazionale l’abbia trovata in A2.

Presto, troppo presto per dire dove potrà arrivare Grant, ma le premesse sono buone. E se solo troverà chi vorrà dargli davvero fiducia, allora ne trarrà giovamento tutto il sistema basket italiano. Col bisnonno Nicola che da lassù potrà godersi lo spettacolo.

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