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L'intenso messaggio per Gianluca Vialli è dell'amico Cesare Prandelli: "Quello che ha dimostrato per tutti"

Il ct della Nazionale, Roberto Mancini, svela le sue emozioni dopo la perdita dell'amico Mihajlovic e l'annuncio delle condizioni di salute di Vialli

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Gianluca Vialli e Cesare Prandelli, destini incrociati nei campi di calcio e in quella provincia padana avvolta da nebbia, silenzi e rituali che conosce chi è cresciuto e vissuto tra quelle vie che portano alla chiesa di San Giacomo, a Soncino, fra i bar e i portici del municipio. A Pizzichettone, dove Luca ha incominciato a trionfare, quasi bambino.

La provincia che li ha coccolati, osannati e messi in attesa della gloria con un pallone tra i piedi, fratelli diversi che oggi si riconoscono e si uniscono nella comune sorte toccata alle loro famiglie. Una sofferenza che il cancro porta e segna chi è costretto a conoscere la malattia e che porta Prandelli ad esprimersi con rispetto e autenticità, verso l’amico Vialli ricoverato in questi giorni a Londra dopo il riacutizzarsi del cancro al pancreas.

Cesare Prandelli e le parole per l’amico Vialli

Cesare Prandelli ha perso di recente l’amico Luciano Zanchini, collega e amico fraterno per chi come lui conosce palmo a palmo queste vie, queste strade che portano da Cremona alla sua provincia tra l’Adda e le cascine. L’ex ct azzurro è lì per ricordare un grande del calcio come i compagni giunti da Cremona, da Brescia, da Torino, da Venezia: si concede per poche battute che sente di pronunciare in ossequio all’amico e per dare speranza e vigore alla lotta di Luca Vialli, dalla sua terra.

“Gianluca ha dimostrato a tutti di non aver paura della avversità, di non aver timore di affrontare situazioni particolarmente impegnative. Persone come lui, in grado di essere tanto forti nella vita come a livello mediatico mandano un messaggio a tutti. Lui è un esempio per tanti, per tantissimi di noi”, ha detto Prandelli sul sagrato della chiesa, stando a quel che riporta La Provincia di Cremona.

Prandelli e Vialli Fonte: ANSA

Prandelli con Vialli e Mauro

Il ricordo di Luciano Zanchini

Trova le parole giuste, Prandelli, per regalare un ricordo anche di Zanchini:

“Da un punto di vista umano è stato un fratello, è stato un padre, è stato un amico. Mi manca oggi e mi mancherà sempre più, in maniera esponenziale. Ci frequentavamo, specialmente nell’ultimo periodo, giornalmente. La notizia mi ha sconvolto. Tuttora fatico a capire se è realmente successo o meno. Un trauma che fa riflettere su tante cose. Voglio ricordarlo con le sue battute, il suo modo di vedere la vita. Con lui volevo scrivere un libro sulla sua esperienza unica. Professionalmente lascia un vuoto incolmabile. Molti allenatori hanno riflettuto sulle sue considerazioni e sulle sue lezioni di tattica”.

Come ha deciso di fare anche l’ex portiere dell’Inter e degli azzurri Walter Zenga, che ha riservato a Luca Vialli forse il messaggio più leale, più onesto per chi lo ha contrastato sul campo di gioco nelle fasi più profonde dell’esperienza calcistica di entrambi, quella della Nazionale e dell’amico Mancini, ct azzurro, ma soprattutto il suo gemello alla Sampdoria.

Un uomo capace di riservare all’attaccante ed allenatore ancora un posto speciale, nel suo team azzurro e nella Federazione, che ha accolto quell’audio di Vialli come un segno sconvolgente di vigore, rettitudine e ancora di voglia inesauribile di calcio e di campo.

“Al termine di una lunga e difficoltosa trattativa con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri”.

Mancini: il dolore per Mihajlovic e Vialli

La personale sofferenza del ct Roberto Mancini, mostrata solo in parte quando è stato tempo di esternare uno sfogo causato dalla perdita dell’amico, dell’uomo è stata appesantita anche dalla ricomparsa, in maniera violenta, della malattia che ha colpito il suo gemello, Gianluca Vialli, ricoverato in clinica a Londra dopo l’aggravarsi delle sue condizioni.

“Se n’è andato un 2022 triste, per me molto triste: la morte di Sinisa, la malattia di Gianluca. Queste sono le cose che pesano sul cuore: quelle per le quali non puoi fare nulla. Dopo una delusione sportiva, invece, si può sempre rimediare”, ha detto alla Gazzetta dello Sport.

Mancio ha riservato una dedica diversa, nuova all’amico-compagno Sinisa Mihajlovic scomparso il 16 dicembre 2022, stroncato a 53 anni dalla leucemia mieloide acuta, e Gianluca Vialli, l’ex gemello della Sampdoria che ha voluto come capo delegazione dell’Italia, incarico che ha dovuto abbandonare per sottoporsi alle cure a Londra, dove è ricoverato, per il riacutizzarsi del tumore al pancreas che lo ha colpito.

Vialli e Mancini Fonte: ANSA

Una delle ultime apparizioni pubbliche di Vialli

La sofferenza e la speranza per l’amico Vialli

Per Mancini, quanto sta affrontando Vialli è doloroso, terribile soprattutto dopo aver condiviso per via degli impegni della Nazionale una pagina di storia e di vita insieme, durante Euro 2020.

Un modo per ritrovarsi quando l’età e la maturità hanno consentito che si intrecciassero nuovamente le esperienze professionali, in uno staff che ricorda la Samp dei tempi migliori quella raccontata ne La bella stagione, film-evento che insieme hanno presentato in una delle ultimissime apparizioni pubbliche di Vialli.

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