Quel sentimento di amicizia fraterna, di puro e semplice stima, con gli intervalli che inevitabili ci si prende lungo il percorso che si intraprende lo ha dimostra con un ultimo gesto: quello di portare a spalla la sua bara, all’uscita dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Il ct Roberto Mancini è emozionato, quasi piegato mentre sorregge in quel tratto l’amico e il compagno di maglia e di panchina, Sinisa Mihajlovic.
- Funerali Mihajlovic, le dichiarazioni di Mancini
- L'amicizia tra Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic
- La tensione superata tra Mancio e Mihajlovic
- L'ultimo gesto di Mancini
Funerali Mihajlovic, le dichiarazioni di Mancini
Dedica ai cronisti presenti, poche parole. Con un filo di voce, dopo aver salutato un uomo che, come aveva già affermato e sostenuto, ha sofferto troppo per una fine ingiusta e prematura.
“E’ stato un onore ed un privilegio essere stato suo amico. Siamo stati una vita insieme e quindi era un’amicizia fraterna. Era meglio averlo come compagno di squadra o contro? Era meglio averlo come amico”, le dichiarazioni del ct azzurro a conclusione dei funerali.
Mancio e Sini insieme sono cresciuti, diventati amici fino a condividere famiglia e vacanze, unendosi in una comune sorte che è riuscita a trascendere i colori per dividersi e, infine, incastrarsi in quell’amalgama perfetto nonostante i temperamenti (almeno in campo) fossero distanti, differenti, ma capaci di riuscire a incastrarsi in un tetris che non ha mai conosciuto interruzione.
Anche nella discontinuità. Una certa freddezza dettata da qualche incomprensione, superata in nome di quell’affetto che Mancini e lo stesso Sinisa hanno tentato, senza riuscirci, poi a spiegare.
Roberto Mancini con gli amici più cari porta la bara di Sinisa Mihajlovic
L’amicizia tra Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic
Quella tra Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic è un’amicizia cresciuta, curata nelle stagioni che si sono susseguite e che è nata quando erano compagni di squadra ai tempi prima della Sampdoria e della Lazio poi, proseguita quando il ct azzurro era allenatore e il serbo giocatore nell’Inter.
Poi i ruoli si sono modificati: Mancini tecnico responsabile e Mihajlovic vice, sempre nei nerazzurri. La leggenda narra che Mancio e Sini si siano conosciuti, davvero piaciuti da quando nel 1994, a Genova si resero protagonisti di un litigio sul campo, l’unico mai avvenuto tra i due.
Roberto Mancini con Mihajlovic
La tensione superata tra Mancio e Mihajlovic
Anche quando Mihajlovic passò al Milan, accusato di essere una sorta di inviato di Mancini, la sua personalità fu preponderante. Ci furono diversi episodi che insospettirono, una sorta di reciproca distanza, freddezza che alludeva forse a una fase difficile della loro amicizia. Un rapporto che ha ritrovato comunque vigore, perché l’affetto può superare anche le divergenze di opinione quando i sentimenti sono così radicati come quest’amicizia.
Trent’anni di vita insieme, di battute di sfottò che riemergono dalla documentata memoria individuale di quanti li hanno seguiti in questi anni di calcio, di maglie, di cambi importanti per entrambi.
In visita all’amico Sinisa all’epoca del Bologna
L’ultimo gesto di Mancini
E che hanno visto anche nella malattia, un capitolo di un legame assoluto: Mancio è rimasto vicino a Mihajlovic, quando poco dopo la presentazione del libro di Zeman le sue condizioni si aggravassero. Oggi, l’ultimo tributo d’amore e d’amicizia.
Un dettaglio, un particolare che non muta nulla in questa amicizia che anche nella testimonianza alle esequie è stata unica. Eppure aggiunge, solo di riflesso la complessità di un sentimento che sapeva manifestarsi anche in questi segnali di protezione, negli ultimi giorni, per un uomo che ha deciso di lottare, e di vivere, fino all’ultimo istante.