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Quanto è costato Paulo Dybala alla Juventus: le ragioni economiche dello strappo

I sette anni della Joya in maglia bianconera sono costati alla Vecchia Signora più di 120 milioni di euro. Oltre ad una querelle sui diritti d'immagine che ha influenzato le ultime stagioni.

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Marco Pino

Marco Pino

Sport Economy Specialist

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L’annuncio ufficiale era stato dato dai vertici juventini con le parole dell’Amministratore Delegato Maurizio Arrivabene che a fine marzo aveva annunciato il divorzio a fine stagione tra la Juventus e Paulo Dybala.

Contratto portato alla naturale scadenza con l’argentino libero di accordarsi con un altro club dal 1° luglio 2022.

Tante voci che si rincorrono, con Giuseppe Marotta che sembra intenzionato a portarlo all’Inter, e un addio che divide il tifo bianconero tra chi da un lato avrebbe puntato ancora sulla Joya accanto a Vlahovic e Chiesa nella prossima stagione e chi dall’altro lato accetta e giustifica la scelta della società di interrompere il rapporto e puntare sui due ex Fiorentina per il nuovo ciclo Juventus.

Domande alle quali solo il prossimo futuro, e un annuncio sulla prossima squadra che non tarderà ad arrivare, potrà dare le giuste risposte su quanto sia stato giusto o sbagliato interrompere il rapporto con l’argentino.

In un turbinio di dubbi, supposizioni, ipotesi e opinioni, una cosa resta certa: quanto è costato Dybala alla Juventus nelle 7 stagioni in maglia bianconera.

Sette anni in cui, tra alcuni infortuni e apici di talento, la Joya è stato capace di segnare 115 gol e realizzare 48 assist in 291 partite giocate. Oltre a conquistare 5 campionati di Serie A, 4 volte la Coppa Italia e 3 volte la Supercoppa Italiana, vincendo anche il premio di miglior giocatore del campionato vinto con Maurizio Sarri in panchina nel 2019-2020.

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Il trasferimento del 2015 dal Palermo

La Juventus comunica di aver perfezionato l’accordo con il Palermo per l’acquisizione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Paulo Dybala a fronte di un corrispettivo di € 32 milioni pagabili in quattro esercizi. Il valore di acquisto potrà incrementarsi di € 8 milioni al maturare di determinate condizioni nel corso della durata contrattuale

Con questo annuncio la Juventus, il 4 giugno 2015, annunciava l’acquisto di Paulo Dybala dal Palermo dopo la straordinaria stagione in rosanero chiusa con la salvezza dei siciliani arrivata anche grazie ai 13 gol e 10 assist in 34 partite realizzati da “U Picciriddu“, nomignolo con cui veniva chiamato proprio a Palermo.

Un “Picciruddu” diventato “Joya” in bianconero: arrivato alla Juventus per una cifra importante in un mercato, come quello del 2015, che non aveva ancora toccato le cifre mostruose di oggi e che non era stato ancora inflazionato dal mega trasferimento di Neymar dal Barcellona al PSG per 222 milioni di euro.

Gli effetti a bilancio

Al 1° luglio 2016, data effettiva in cui venne formalizzato l’acquisto di Dybala con l’apertura della sessione di trasferimento, la Juventus contabilizzò a bilancio l’argentino ad una cifra di 33,702 milioni di euro. Prezzo aggiustato per via dei principi contabili internazionali cui la Juventus deve sottostare per effetto della sua quotazioni in borsa.

Come segnalato già nel comunicato, il prezzo di acquisto avrebbe potuto incrementarsi di ulteriori 8 milioni al verificarsi di determinate condizioni che, secondo indiscrezioni di stampa, si sostanziarono nel futuro rinnovo di contratto siglato tra Paulo Dybala e la Juventus il 13 aprile 2017.

Una data non casuale, considerato che la firma sul rinnovo fino al 30 giugno 2022 arrivò dopo due giorni dalla notte magica del 3-0 al Barcellona di Messi negli ottavi di finale di Champions League. Una notte, condita da una doppietta al cospetto del fenomeno blaugrana, che agli occhi della Vecchia Signora tutta avrebbe dovuto sancire la definitiva consacrazione a livello internazionale del talento argentino.

Il peso dell’ammortamento

Proprio nell’esercizio concluso al 30 giugno 2017, e relativo alla stagione sportiva 2016/2017, si vedono gli effetti di questo incremento del costo storico del cartellino della Joya, che passa dagli iniziali 33,702 milioni di euro a 41,439 milioni.

Un valore che al 30 giugno 2022 avrà un residuo azzerato per via del mancato accordo sul contratto e della naturale scadenza dello stesso rinnovato per 5 stagione nel 2017.

Di seguito si riporta la tabella degli ammortamenti relativi ai diritti alle prestazioni pluriennali che hanno pesato sul bilancio della Juventus nelle sette stagioni in cui l’argentino è stato sotto contratto.

Dati in migliaia di euro

s.s. 2015/2016 2016/2017 2017/2018 2018/2019 2019/2020 2020/2021 2021/2022
Amm.to 6.740 6.940 5.552 5.552 5.551 5.552 5.552

Un totale che riporta proprio i 41,439 milioni sborsati complessivamente dalla Juventus per strappare il cartellino al Palermo considerando l’importo accordato inizialmente e i successivi bonus versati.

Il peso dello stipendio

Non solo l’ammortamento, però, ha rappresentato un costo per la Juventus sul conto economico di questi anni.

Infatti, il motivo principale che ha spinto la dirigenza della Vecchia Signora a decidere di non rinnovare il contratto alla Joya argentina è rappresentato dallo stipendio che dall’avvento di Dybala in bianconero è ovviamente cresciuto per via delle prestazioni in campo e dello status raggiunto, fino a diventare il vero motivo dell’addio (oltre ad una valutazione tecnica fatta da allenatore e dirigenza).

Secondo le fonti di stampa disponibili, di seguito si presenta il totale di quanto l’argentino ha percepito al netto e al lordo nei suoi sette anni alla Juventus.

Dati in migliaia di euro

s.s. 2015/2016 2016/2017 2017/2018 2018/2019 2019/2020 2020/2021 2021/2022
Stipendio netto 2.200 3.000 7.000 7.000 7.300 7.300 7.300
Stipendio lordo 4.068 5.548 12.945 12.945 13.500 13.500 13.500

Un totale di stipendi corrisposti dalla Juventus a Dybala di 76,007 milioni lordi, equivalenti ad un netto di 41,100 milioni di euro.

Una media di quasi 11 milioni di euro a stagione per il talento argentino, arrivato ragazzino a Torino ed esploso definitivamente a livello internazionale con il bianconero addosso.

I costi del procuratore

Al cosiddetto costo del lavoro allargato (stipendio lordo più ammortamento) bisogna sommare anche i compensi che la Juventus ha versato nelle tasche del suo procuratore nel periodo di permanenza di Dybala a Torino.

Se da un lato, da un’analisi dei bilanci della società bianconera, risultano 3,7 milioni di euro di compensi capitalizzati e quindi distribuiti nel corso degli esercizi come compresi negli ammortamenti sopra esposti, restano da considerare anche “oneri accessori su diritti pluriennali non capitalizzati riferiti a compensi riconosciuti ad agenti FIFA per servizi resi, qualora il compenso sia condizionato alla permanenza del calciatore quale tesserato della Società“, come si legge nei fascicoli di bilancio della Juventus.

Di seguito si riporta il dettaglio di questi costi non capitalizzati e direttamente spesati a conto economico stagione per stagione:

Dati in migliaia di euro

s.s. 2015/2016 2016/2017 2017/2018 2018/2019 2019/2020 2020/2021 2021/2022
costo agente 400 400 750 750 750 750 750*

Analizzando le tre voci di costo relative a Paulo Dybala che hanno pesato sul conto economico della Juventus nel corso dei sette anni di permanenza in bianconero, si può sommare un totale di 121,996 milioni di euro così ripartiti:

  • Ammortamento: 41,439 milioni di euro;
  • Stipendio lordo: 76,007 milioni di euro;
  • Costi agenti non capitalizzati: 4,550 milioni di euro.

Nell’analisi di costi-opportunità di riuscire a sostituire tecnicamente il giocatore, e la scelta di non rinnovare il contratto, ha sicuramente pesato la quasi impossibilità di riuscire a realizzare un incasso in sede di calciomercato nei prossimi anni considerata anche l’età del calciatore nato nel 1993 e prossimo ai 30 anni.

Oltre ovviamente a valutazione tattiche e relative alla continuità di rendimento che nelle ultime stagioni è mancata per via di alcuni infortuni.

La politica della Juventus è chiara: come dimostrato anche dall’affare Vlahovic si è deciso di puntare su giocatori più giovani, anche se più costosi nell’immediato a livello di cartellino, ma eventualmente spendibili successivamente per ottenere una corposa cessione.

Pensare oggi di rinunciare a Dybala per puntare su un calciatore del valore di 40/50 milioni può rappresentare una perdita a livello prettamente economico ma un’opportunità di plusvalenze nel medio-lungo periodo.

Sempre considerando l’impossibilità di rinnovare il contratto alla Joya solo per venderlo ed ottenere una remunerazione dal cartellino (soluzione quantomai utopistica analizzando il calciomercato).

In quest’analisi semmai si sarebbero dovute sfruttare opportunità di cessione negli anni passati o non arrivare nell’ultima anno di contratto in questa situazione di incertezza.

La storia d’amore tra Paulo Dybala e la Juventus volge al termine.

Un rapporto che è costato alla Vecchia Signora poco più di 120 milioni di euro in 7 anni.

La querelle sui diritti d’immagine

Ultimo aspetto, ma non per importanza, da analizzare è quello relativo alla disputa sui diritti di immagine che ha riguardato Dybala negli ultimi anni.

Nel 2016, infatti, il calciatore ha ceduto i propri diritti di immagine alla Star Image Limited, società maltese facente riferimento al suo ex procuratore Pierpaolo Triulzi.

Nel 2017 Dybala recede dal contratto di 10 anni sottoscritto con la Star Image, rivendicando la gestione economica e patrimoniale di sfruttamento dei diritti di immagine a sé stesso riferiti.

È il momento in cui la “Dybala Mask” impazza e diventa un vero e proprio brand dell’argentino, che però non può sfruttarlo commercialmente per via dell’accordo in essere con la Star Image che detiene tutti i diritti di sfruttamento dell’immagine della Joya.

La cessione in Premier bloccata

Proprio questa situazione risultò un bloccante per la cessione del numero 10 della Juventus a Tottenham e Manchester United, che erano state informate di questa situazione tramite i legali di Triulzi e non volevano rinunciare alla possibilità di sfruttare il volto di Dybala successivamente ad un possibile acquisto dalla Vecchia Signora.

Proprio questa situazione bloccò dapprima l’accordo tra Juve e Tottenham e dopo lo scambio tra l’argentino e Lukaku che avrebbe portato il belga a Torino e la Joya ai Red Devils.

In Premier League la cessione dei diritti di immagine dei calciatori richiede la sottoscrizione di un apposito accordo commerciale e non può, come succede per esempio in Italia, rientrare nell’ambito dell’accordo relativo alle prestazioni sportive.

La totale incertezza sul soggetto con il quale l’accordo commerciale avrebbe dovuto essere sottoscritto chiuse le porte ad una cessione di Dybala in Inghilterra, unico mercato dal quale l’argentino e la Juventus avevano ricevuto interessamenti considerati adeguati.

Nel gennaio 2021 la causa tra Dybala e Triulzi si è chiusa con un congruo compenso che l’argentino ha dovuto riconoscere all’ex procuratore, rappresentante della Star Image, che aveva chiesto un risarcimento di 35 milioni di euro.

Un aspetto, quello relativo alla querelle sulla gestione dei diritti di immagine, che certamente ha influenzato non poco il percorso dell’argentino in maglia bianconera considerando una cessione annunciata nell’estate 2019 e poi non conclusa per questione extra campo.

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