La stagione dello Spezia è stata tutt’altro che lineare: lo status da neo-retrocessa, che avrebbe dovuto giocare a favore della compagine ligure, si è presto rivelato un boomerang.
La salvezza è arrivata in modo stentato e al tempo stesso spettacolare, con la vittoria interna contro una squadra che di lì a poco avrebbe nuovamente guadagnato la Serie A.
In realtà, dopo una prima parte di campionato altalenante, da marzo 2024 i risultati dello Spezia hanno iniziato a stabilizzarsi: dalla 28a alla 38a giornata, i liguri perderanno esclusivamente con il Parma capolista, lasciandosi alle spalle 11 sconfitte in 27 giornate di campionato e totalizzando 18 punti su 33 a disposizione.
Prima di questa svolta, la squadra aveva totalizzato solo 26 punti in 27 partite.
Nonostante questo cammino tortuoso, in maglia bianca si sono distinti alcuni giovani interpreti da cui la squadra ligure potrebbe ripartire per competere ai vertici nella stagione 2024/2025.
Da Salvatore Esposito, uomo al comando del centrocampo spezzino, a Nicolò Bertola, nato e cresciuto calcisticamente nelle giovanili dello Spezia.
Tra le note positive di uno Spezia ridimensionato, indubbiamente, c’è anche Rachid Kouda, centrocampista ventunenne nativo di Cantù e con alle spalle oltre 60 presenze nei professionisti (senza cioè contare tutte le altre presenze accumulate tra Primavera 1 e Serie D).
- La fiducia di Michele Criscitiello
- Kouda è un giocatore moderno
- I numeri della prima stagione in Serie B
La fiducia di Michele Criscitiello
Il percorso di Rachid Kouda non è iniziato in modo canonico. Logica vorrebbe che prima di tentare la scalata tra i grandi ci sia prima un passaggio intermedio, quasi obbligato, in un campionato primavera.
Il giovane centrocampista, però, si è ritrovato nel senso di marcia contrario: prima di approdare nel campionato Primavera, con la maglia del Cagliari Under 19, nella stagione 2019/20 e nella prima metà della stagione 2020/21 ha militato nella Folgore Caratese, squadra di proprietà di Michele Criscitiello, fondatore di Sportitalia.
Qui il ragazzo classe 2002 si è fatto conoscere al grande calcio anche grazie all’esposizione mediatica che i suoi numeri hanno avuto in quell’esperienza.
Dopo la breve esperienza a Cagliari, Kouda ha fatto ritorno alla Folgore Caratese, in Serie D, dove ha ritrovato Emilio Longo, l’allenatore che più di tutti ha saputo valorizzare il suo talento e che lo avrebbe portato con sé in Serie C al Picerno.
Di quest’esperienza particolare – cioè di aver giocato prima un campionato “minore” e solo dopo in un campionato Primavera – ne ha parlato lo stesso centrocampista ai microfoni dello Spezia in un’intervista informale di presentazione: «Penso sia meglio giocare fin da subito in Serie D per confrontarsi contro avversari più grandi che magari hanno già disputato categorie superiori e inizi a farti fin da subito le ossa».
Per certi versi, la scelta di ricominciare o, meglio, di iniziare dalla Serie D è stata obbligata.
Kouda, prima di accasarsi alla Folgore Caratese, aveva superato con successo un provino nell’Atalanta, che tuttavia ha deciso di non credere fino in fondo nelle potenzialità del giovane centrocampista.
È così che ha avuto inizio il valzer tra la Renate e la Luciano Manara, società dilettantistica brianzola, prima di iniziare la sua ascesa con la Folgore Caratese.
Kouda è un giocatore moderno
Per inquadrare meglio che tipo di giocatore è Rachid Kouda, possono tornare utili le parole di Emilio Longo, che si diceva essere uno dei principali artefici del suo successo da calciatore: «è un giocatore moderno, è un centrocampista con chiare attitudini offensive. Secondo me si può esaltare da mezzala in un centrocampo a tre, ma ha sia lavorato da sotto punta che da esterno in un attacco a tre.
Se dovessi scegliere, direi che è un calciatore che da mezzala, avendo più spazio a disposizione e sa attaccare gli spazi, si sa trovare negli spazi vuoti degli avversari.
Credo che questo sia la sua collocazione migliore. Però è un giocatore moderno e secondo me le posizioni in campo le determinano i flussi di gioco, la ricerca degli spazi e su questo lui è bravo. Più che la dislocazione statica la sua modernità sta nel fatto che dinamicamente riesce ad acquisire intelligentemente gli spazi di gioco».
Forse, per comprendere ancora meglio il valore del calciatore, le parole di Emilio Longo – vere, anche se certamente coperte da un velo di ammirazione verso il suo ex calciatore – devono essere contestualizzate ancora di più.
Dal punto di vista della collocazione in campo, Rachid Kouda è stato utilizzato sia nella veste di mezzala che di trequartista.
In particolare, con l’avvento di Luca D’Angelo (allenatore che predilige come modulo di base il 3-4-2-1) ha trovato il suo posto nella zona di rifinitura in compagnia di un altro trequartista, riuscendo così a rendere ancora più efficace il contributo nella zona offensiva del campo.
Al di là della collocazione statica in campo, sempre prendendo come punto di riferimento le parole di Emilio Longo, Kouda è un giocatore in grado di domare lo spazioe. Non solo riuscendo ad occupare gli spazi giusti, ma anche riuscendo a ricavare spazio per i suoi compagni di squadra.
Il dinamismo, insomma, è una caratteristica fondamentale (e probabilmente quella che lo distingue maggiormente) del giovane centrocampista italiano, una dote che lo fa assomigliare a un giocatore che in Serie B si è messo in mostra prima di approdare in massima serie prima e in Nazionale poi: Michael Folorunsho.
Saper leggere il flusso di gioco, come piace chiamarlo al suo ex allenatore, e stare dentro al flusso di gioco sembra essere pienamente nelle sue corde.
I numeri della prima stagione in Serie B
Non è un caso, ad esempio, che Kouda nel proprio cluster di riferimento sia uno dei giocatori che apporta maggiori minacce alla squadra avversaria con la conduzione di palla (91° percentile – dato xvalue), un fondamentale che gli riesce bene sia per atletismo che per fluidità nei movimenti.
Il proprio apporto offensivo, però, non si limita a questo: è uno dei centrocampisti che tenta più tiri in assoluto (3.27 per 90’ – dato fbref) e, allo stesso tempo, è uno dei migliori in termini di Expected Goals (0.32 per 90’).
In generale, rispetto ai suoi pari ruolo, Kouda riesce ad essere particolarmente efficace in termini di contribuzione offensiva (secondo il dato xOVA che misura in termini percentuali il contributo offensivo di un giocatore tramite la somma di xG e xA meno gli xA ricevuti).
Se queste sono le caratteristiche migliori del centrocampista spezzino, senz’altro ci sono molti margini di miglioramento, specialmente nei passaggi, fondamentale in cui non brilla particolarmente.
Di queste ore sarebbe la notizia secondo cui lo Spezia intenderebbe blindare il proprio gioiellino con un contratto piuttosto lungo e ne avrebbe tutto l’interesse a farlo.
Kouda già dalla prossima stagione potrà affermarsi come uno dei migliori giovani dell’intera categoria, anche superando quanto di buono già realizzato nella stagione appena terminata.
Ma non è tutto: non è da escludere che presto lo si possa vedere in palcoscenici più importanti. Il talento, d’altronde, c’è tutto.