Voleva diventare come George Best e nei primi anni prometteva davvero bene. La carriera di Marcus Rashford ha vissuto di alti e bassi, di accelerate improvvise e di stalli inaspettati. Tutto con la maglia del Manchester United, che non sveste dal 2005: era un bambino quando entrò nelle giovanili dei Red Devils, poco più che maggiorenne quando esordì nei professionisti.
Ma all’alba del ventesimo anno a Manchester si fa largo l’ipotesi Italia: lo vuole il Milan, lo ha chiesto Conceiçao. Ma come giocherebbe in rossonero? Da punta centrale o come alternativa a Leao?
- Marcus Rashford, storia di un predestinato
- Rashford, l'errore a Wembley e la rinascita
- Rashford al Milan, dove giocherebbe?
Marcus Rashford, storia di un predestinato
Marcus Rashford era un predestinato, nato per giocare a calcio e per diventare un campione. Se ne accorsero in tanti quando, all’esordio in prima squadra con il Manchester United, appena diciottenne segnò una doppietta al Midtjylland in Europa League.
Non due gol qualsiasi, ma quelli segnati dal più giovane calciatore della storia dello United in una competizione europea. Tre giorni dopo, Luis Van Gaal, che per lui stravedeva, lo schiera titolare in Premier League contro l’Arsenal: altra doppietta e altra vittoria. Era nata una stella.
Non bastasse, il 20 marzo 2016 Rashford decide il derby di Manchester: 1-0 per lo United, è il più giovane marcatore dei Red Devils nella stracittadina. Roy Hodgson lo convoca in nazionale, dopo una sola presenza in Under 21 (con tripletta alla Norvegia): gli bastano 135 secondi per segnare il suo primo gol con la maglia dell’Inghilterra, in amichevole contro l’Australia.
Agli Europei del 2016 è il più giovane calciatore di sempre a scendere in campo con l’Inghilterra. Un esordio straordinario, Rashford si conferma anche l’anno successivo con José Mourinho in panchina, vince l’Europa League ed è sempre tra i migliori. Poi la stella si offusca, il destino ci mette lo zampino, Dio solo sa quanto può essere crudele.
Rashford, l’errore a Wembley e la rinascita
Europei 2020, disputati nel 2021 a causa della pandemia da Covid. Rashford da titolare inamovibile è diventato un subentrante di lusso con Southgate in panchina. In finale contro l’Italia è il terzo rigorista della lotteria che premierà gli azzurri, anche per l’errore dell’attaccante, che timbra il palo a Donnarumma battuto.
Gli applausi si trasformano in critiche, feroci insulti, molti anche a sfondo razzista (la stessa sorte tocca ai compagni Sancho e Saka, lui ipnotizzato da Donnarumma). Nella stagione 2021-2022 gioca solo 1235 minuti in Premier League, con appena 4 reti all’attivo. Per Ragnick può essere ceduto, lo salva Ten Hag, l’anno dopo: Rashford torna a segnare con regolarità: 30 gol in 56 partite tra campionato e coppe.
Poi la media realizzativa torna ad abbassarsi (8 reti in 43 presenze la scorsa stagione, 7 gol in 23 presenze quest’anno) e con essa ritornano le voci di un addio, dopo 20 anni di fila in maglia United: il Milan bussa alla porta dei Red Devils, il trasferimento è tutt’altro che impossibile.
Rashford al Milan, dove giocherebbe?
A 27 anni, Marcus Rashford può cambiare maglia, Paese e campionato. Una scelta che potrebbe rivelarsi decisiva per la carriera, dopo quasi 500 partite ufficiali tra club e nazionale, 153 gol all’attivo e 61 assist smazzati ai compagni. Il Manchester United lo ha offerto al Milan e i rossoneri ci stanno seriamente pensando.
D’altronde nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1 di Sergio Conceiçao, l’inglese ci starebbe benissimo, sia da ala sinistra, il suo ruolo naturale, che da punta centrale. Quel che è certo è che né Morata, né Abraham sono bomber formidabili, che Leao vive di alti e bassi e che Pulisic, il può continuo dei quattro, non può sobbarcarsi l’intero peso del reparto offensivo. Okafor verrà sacrificato per fare cassa e Rashford sarebbe l’innesto ideale.
I dubbi sono tutti legati all’eventuale convivenza sulla sinistra con Rafa Leao. Ipotizzare l’acquisto di Rashford come semplice alternativa al portoghese appare complicato, alla luce dell’investimento che i rossoneri sarebbero chiamati a fare. Conceiçao potrebbe schierare Rashford da punta centrale? Perché no, l’inglese ha spesso giocato come centravanti, non è proprio un uomo d’area di rigore, quanto invece, un attaccante di movimento.
Nel tridente d’attacco due sarebbero le soluzioni: a sinistra, come vice Leao, con Morata al centro e Pulisic a destra. Oppure al centro del reparto, con il portoghese a sinistra e lo statunitense sul fronte opposto. Non resta che aspettare.