La Lazio di Maurizio Sarri cresce, gioca e propone il solito bel calcio dell’allenatore ex Chelsea: merito anche degli atleti messi a disposizione del tecnico, molti dei quali con una buona base tecnica. Elemento fondamentale.
Tra questi anche Pepe Reina, uno dei portieri che più tra tutti, nell’ultimo ventennio, ha saputo coniugare parate a gioco con i piedi. Sarri non può che esserne felice: lo spagnolo, intervistato da Marca, ammette che bisogna ancora lavorare per entrare in sintonia con il nuovo allenatore. “Con Sarri è una Lazio completamente diversa: dobbiamo adattarci, siamo un po’ indietro in questo senso. Sarri mira ad avere il dominio territoriale e della palla, quando si può. Italia si sta giocando sempre meglio? Il calcio si evolve: Non so se il calcio fosse solo un mito, ma squadre come Atalanta e Napoli giocano meglio e le partite sono più aperte. La Serie A non è un bluff.”
Alle spalle ha una carriera molto lunga in squadre titolate sia a livello nazionale che a livello europeo: la Champions League persa in finale contro il Milan brucia ancora. “Le 1000 partite in carriera? Mi piace più un altro record: il portiere del Ventunesimo secolo con più clean sheet. Ci sono vicino. Ho giocato con quattro delle cinque squadre con il maggior numero di Champions League, vero, sono orgoglioso di questo, ma se me lo chiedi baratterei tutto questo per la vittoria di una Champions. E’ una spina nel fianco da quando abbiamo perso la finale con il Liverpool nel 2007″.
Pepe Reina ha da poco compiuto 39 anni, e il suo contratto scadrà nel 2022: ha, però, un’opzione per un altro anno, che vuole vivere da protagonista a Roma. “Una volta terminata la mia carriera voglio fare l’allenatore: ho avuto la fortuna di avere dei buoni insegnanti. Dove mi vedo a 40 anni? Alla Lazio, se le cose vanno bene ho un altro anno di contratto. Quello che mi è rimasto del calcio lo vivrò a Roma. Penso di finire la mia carriera qui, ma Pepe Reina giocherà ancora per un po’. Teniamo duro.”