Ogni favola deve avere un lieto fine, e quella di Ricky Rubio non doveva fare eccezione. Tanto che il giocatore spagnolo ha trovato la forza per rimettersi in discussione per davvero:ha messonero su bianco il contratto con il quale si è legato al Barcellona sino al termine della stagione, pronto a dare una mano ai propositi blaugrana di riportare in Catalogna il massimo trofeo continentale (cioè l’Eurolega, già vinta nel 2010) e se possibile anche il titolo nazionale, strappandolo dalle mani del Real Madrid.
- Lo stop per curare la sua salute mentale
- Un contratto "senza vincoli" per favorirne il rientro
- La carriera: a Barcellona in due anni quanti trofei...
- La rinascita e quella promessa: "Aiuterò chi ne avrà bisogno"
Lo stop per curare la sua salute mentale
La notizia di per sé sarebbe già bella carica di attese, pensando a ciò che ha raccontato la carriera cestistica di Rubio. Ma assume una valenza e un significato tutto particolare pensando alle vicende recenti che hanno avuto per protagonista il fuoriclasse iberico, che solo poche settimane fa ha deciso di chiudere la sua esperienza NBA, risolvendo il contratto con i Cleveland Cavaliers.
Il motivo è ben noto a tutti: Rubio ha sofferto negli ultimi tempi di problemi di salute mentale, gli stessi che la scorsa estate l’hanno convinto a non prendere parte al mondiale asiatico con la nazionale guidata da Sergio Scariolo. E s’è preso cura di sé stesso, dicendo al mondo intero che sarebbe potuto tornare a giocare solo una volta che tutto il disordine che sentiva in testa lo avesse lasciato in pace.
Quel momento è arrivato qualche giorno fa, quando ha chiesto alla sua ex squadra, quella nella quale si è affermato sino a diventare un prodigio del basket continentale, di potersi aggregare alle sedute di allenamento per testare le sue condizioni. Un esperimento riuscito bene, se è vero che a poche ore dalla fine del periodo delle firme per giocare in Eurolega il Barça ha accolto ben volentieri la richiesta del giocatore di unirsi ufficialmente alla squadra.
Un contratto “senza vincoli” per favorirne il rientro
Rubio ha firmato un contratto sino al termine della stagione, dai contorni però assai larghi: potrà essere risolto in qualunque momento, sciolto in modo unilaterale da entrambe le parti. E non è per nulla scontato che tornerà effettivamente a giocare, né è dato sapere quando eventualmente si renderà disponibile per farlo: ad oggi quel contratto rimane un foglio di carta, come quello che lo legava ai Cavaliers fino a inizio gennaio, nei giorni in cui Ricky annunciò di voler abbandonare definitivamente il mondo NBA (ma non la sua carriera da atleta).
Evidentemente però le buone sensazioni raccolte nei primi allenamenti agli ordini di coach Grimau debbono aver convinto Rubio a concedersi un’altra chance: se sarà o meno questo il momento per il ritorno sulle scene è prematuro dirlo adesso, ma di sicuro i segnali vanno tutti in quella direzione, per la gioia dei tanti appassionati che non hanno mai smesso di sostenerlo.
La carriera: a Barcellona in due anni quanti trofei…
Catalano doc, cresciuto nel vivaio della Joventut Badalona (nobile decaduta del basket europeo), Rubio torna ad essere a tutti gli effetti un giocatore del Barça a distanza di 12 anni e mezzo da quando salutò i colori blaugrana con uno scudetto e una Copa del Rey come regalo d’addio per salpare dall’altra parte dell’oceano, promesso sposo già da un paio di anni dei Minnesota Timberwolves.
Giocatore dotato di un’intelligenza cestistica notevole, considerato alla stregua di uno dei migliori giocatori europei di sempre, ha vestito in 12 stagioni 4 diverse canotte NBA (Wolves, Jazz, Suns e Cavaliers, più un passaggio senza mai giocare ai Pacers) e ha stupito il mondo intero nel 2019, quando guidò la Spagna a una clamorosa medaglia d’oro mondiale (aveva già vinto l’oro europeo nel 2009 e nel 2011).
La rinascita e quella promessa: “Aiuterò chi ne avrà bisogno”
La notizia del suo ritorno al Barcellona, anticipata dalla testa locale Marca, ha fatto il giro del mondo, ma in fondo non ha sorpreso nessuno. Perché era chiaro a tutti quanto Rubio si sentisse ancora un giocatore vero, pronto a dimostrarlo sul parquet e soprattutto a sensibilizzare tante persone che hanno dovuto fare i conti con il suo stesso problema. “Quando sarò guarito aiuterò coloro che sono nelle mie stesse condizioni”, disse la scorsa estate. Ed è bello sapere che forse quel tempo sta già bussando alla porta.