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Roberto Rosetti, l’erede di Collina che ha fatto infuriare Ranieri: il passato in Russia e il ruolo in Calciopoli

Ranieri sbotta dopo l'1-1 contro il Porto in Europa League: il tecnico giallorosso ha chiamato in causa il presidente della Commissione arbitri della Uefa: ecco chi è Rosetti

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Occhi puntati sulla telecamera. Sguardo severo. Al bando l’aplomb, per una volta. Il messaggio è diretto a Roberto Rosetti, designatore arbitrale Uefa. Ranieri è una furia dopo l’1-1 in trasferta col Porto nell’andata dei playoff di Europa League. Ce l’ha col direttore di gara Tobias Stieler. Snocciola dati, che, a detta del tecnico della Roma, inchiodano il tedesco. E si rivolge a Rosetti, l’erede di Collina con un passato un Russia.

Porto-Roma: lo sfogo di Ranieri e l’appello a Rosetti

Quello che si è visto all’Estádio do Dragão è stato, secondo i giallorossi, un arbitraggio a senso unico. In effetti la Roma è stata letteralmente tartassata, come si evince dal bilancio finale: otto cartellini gialli, due dei quali hanno portato all’espulsione di Cristante al 72′.

Parlo a Rosetti: tutto il mondo sa che lei è una persona onestissima, ma come fare a mandare a Oporto un arbitro col quale su 21 partite, oggi 22 (ieri, ndr), la squadra fuori casa ha ottenuto solo nove pareggi, mentre tutte le altre le ha vinte la squadra di casa? – ha detto stizzito ai microfoni di Sky nel post partita -. Lei è integerrimo e queste cose le sa: non so il perché di questa scelta”.

Chi Rosetti, l’erede di Collina con un passato in Russia

Ventisette anni sul rettangolo verde. Torinese, classe 1967: Rosetti inizia ad arbitrare all’età di 16 anni arrivando al top. Già, internazionale dal 2002, è poi incoronato dalla IFFHS miglior arbitro dell’anno per il 2008, premio in precedente vinto per sei volte di fila da Pierluigi Collina, di cui è erede naturale in tutti i sensi.

Sì, perché a Collina subentra in qualità di presidente della Commissione arbitri della Uefa. Una volta appeso il fischietto il chiodo, nel 2011 Rosetti vola in Russia dove è nominato capo degli arbitri della massima serie da parte della Federazione. Un’avventura che definisce “enorme, anche famigliare. Una grande opportunità di crescita”, conclusasi con le dimissioni presentate nel dicembre 2013.

La macchia del Mondiale 2010 e lo scandalo Calciopoli

Tra le partite più prestigiose da lui dirette la finale di Euro 2008 tra Spagna e Germania, ma anche la macchia con cui chiude la sua carriera arbitrale. Mondiale 2010 in Sudafrica: Rosetti dirige l’ottavo tra Argentina e Messico e, complice una lettura sbagliata dell’assistente Ayroldi, non si accorge che il primo gol dell’Albiceleste firmato Tevez è viziato da un evidente fuorigioco. La svista è grave e il suo percorso Mondiale si chiude anzitempo.

Quattro anni prima, lo scandalo Calciopoli che travolge il calcio italiano. L’errore di Rosetti sulla rete di mano di Zauri in occasione della sfida Lazio-Fiorentina del 22 maggio 2005 desta sospetti. Ma l’arbitro riconosce l’errore (era convinto avesse segnato di testa, ndr) e non viene coinvolto nel processo. E infatti nel Mondiale 2006, quello vinto dall’Italia di Lippi, è infatti l’unico arbitro azzurro presente in Germania.

Ranieri: la rabbia contro l’arbitro

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