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Roland Garros, Coco Gauff in estasi: batte in rimonta Aryna Sabalenka e conquista il primo slam sulla terra

Finale emozionante sullo Chatrier: Sabalenka vince d'astuzia il primo set al tiebreak, poi però subisce l'iniziativa della statunitense che comanda il gioco e chiude al terzo nel tripudio generale

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Un’americana a Parigi: e come nel film del 1951 c’è sempre di mezzo una ballerina, che stavolta però non vive il suo lieto fine come sulla pellicola, perché Aryna Sabalenka deve inchinarsi una volta di più nell’atto conclusivo di un torneo dello slam, battuta in tre set da una favolosa Coco Gauff. Che riporta la stars and stripes sul tetto dello Chatrier: 6-7 6-2 6-4 il punteggio di una finale durata tre ore, giocata punto a punto con una resilienza invidiabile tanto dall’una, quanto dall’altra parte, conclusa in modo magistrale da una Gauff bravissima a trovare la forza per spingersi un po’ più in là del proprio limite.

Sabalenka s’è spenta presto: Gauff, lacrime di gioia

Che sarebbe stata una finale tirata e incerta lo dicevano i numeri stessi, se è vero che prima di scendere in campo sul centrale francese (inizialmente con la copertura aperta) il bilancio nei confronti diretti parlava di 5 vittorie a testa. Gauff però ha confermato lo stato di grazia visto nel corso del torneo: un solo set lasciato per strada nei precedenti 6 match, perso al tiebreak contro Madison Keys nei quarti di finale (anche lì era il primo set: poi è arrivata la rimonta vincente).

Sabalenka ha perso smalto e fiducia cammin facendo: ha aggredito meglio la finale, trovando due break nei primi tre turni di servizio della rivale e salendo rapidamente sul 4-1. Un parziale che sembrava già chiuso a lucchetto, ma che con grande caparbietà Coco ha saputo riaprire con un doppio contro break da favola, anche se sul 5-4 a favore della bielorussa due volte quest’ultima non ha chiuso il punto che le avrebbe consegnato il set.

Nel tiebreak a partire meglio è l’americana, che sale 4-1 prima di ritrovarsi a inseguire sul 6-5. E a Sabalenka basta un solo scambio per chiudere i conti: nonostante 32 errori non forzati contro i 16 dell’avversaria, la bielorussa fa capire di essere bella tarata su quello che c’è da fare.

La reazione di Coco dopo lo sciagurato tiebreak del primo set

In realtà dal secondo set comincia tutta un’altra finale. Dove Gauff alza sensibilmente i giri del motore, replicando a quanto fatta da Aryna nel primo set e andando lei avanti per 4-1 con due break di vantaggio. Ne arriva un altro a rimettere le cose a posto e consegnare il 5-2 all’americana, dopo che Sabalenka s’era nuovamente avvicinata tentando di riaprire la contesa.

Il vento però diventa un fattore e la bielorussa dimostra di soffrirlo tantissimo: dei tre break subiti nel set, due arrivano con il servizio addirittura a zero (appena il 25% di punti vinti con la prima in tutto il parziale). La resa dei conti, come logica vuole, è al terzo: un break per parte testimonia ancora l’incertezza della finale, ma quando Gauff sembra spalle al muro, con l’inerzia pronta a passare ancora dalla parte della numero uno del mondo, nel settimo game arriva l’ennesimo break il più sembrerebbe davvero fatto.

Break e contro break, ma l’ultima parola è di Gauff

Con Sabalenka, però, mai dire mai: ennesimo contro break e parità a quota 4 giochi ciascuno, ma il nono è quello che fa da spartiacque al match, perché ancora una volta in risposta è Coco a comandare gli scambi e a prendersi l’abbrivio decisivo.

Nel decimo gioco c’è solo da completare l’opera, seppure per un thriller che si rispetti c’è sempre un inciampo ulteriore prima della soluzione finale: un’altra palla break da annullare per ritrovare la parità sul 5-5, e stavolta basta una palla match per chiudere definitivamente i conti, col rovescio largo di Sabalenka che fa esplodere di gioia la 21enne di Atlanta.

Che uno slam l’aveva già vinto, quasi due anni fa, a Flushing Meadows. E che adesso può pensare di lanciarsi alla conquista di Wimbledon, giusto per aumentare ancor di più l’hype attorno a sé. E Aryna? Delusa, sconfortata, col sorriso sparito dal volto e le lacrime mostrate senza pudore in mondovisione. Dopo Melbourne, un’altra finale buttata sul più bello, sempre contro un’americana (allora fu Madison Keys).

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