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Roma, addio all'Inter e debacle Italia: José Mourinho dice tutto

Il tecnico giallorosso ha analizzato la differenza tra la vittoria post Triplete con tanto di addio e il successo in Conference.

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Intervistato da Esquire, Mourinho ha analizzato il suo ritorno in Italia dopo poco più di un anno alla Roma: “Io dico sempre che i centri di allenamento sono uguali in tutto il mondo e la vita che fai è sempre quella. Entri alle 7:30 e esci alle 18:30. Quindi da quel punto di vista cambia poco che tu viva in una città incredibile come Roma o in un posto freddo, buio e nascosto. Quello che è cambiato nella mia vita però è che in questo club sto bene e ho un bel rapporto con tutti. In Italia sono felice“.

Triplete e Conference: le differenze post vittoria per Mou

La scorsa stagione si è conclusa con la vittoria in Conference League e Mourinho non dimentica: “È stato veramente indimenticabile. Quando abbiamo vinto la Champions con l’Inter io non sono andato a Milano perché volevo andare al Real Madrid e avevo la sensazione che se fossi tornato non sarei più partito. Questa volta era diverso, volevo rimanere a Roma e continuare con questo club. In momenti come quello capisci che non vinci per te stesso, che non è una gioia personale. La gente è tutto, ti dà la dimensione di quello che hai fatto, e ti senti parte di una famiglia veramente speciale”.

Mourinho si è anche tatuato dopo il trionfo ma è stata un’eccezione: “Calcisticamente penso che non ne farò altri. Questo lo avevo promesso a tutti, l’idea era di farmi un tatuaggio unico, che potessi avere solo io: le tre coppe europee vinte. Il prossimo potrei farmelo se mio figlio o mia figlia avessero una bambina o un bambino, sarebbe un regalo speciale e un tatuaggio potrebbe essere un bel modo per celebrarlo”.

Serie A, il parere di Mourinho

Mourinho ha continuato l’intervista parlando della Serie A: “In Italia ho ritrovato una lega appassionante, competitiva, dove i calciatori arrivano anche dalla Premier. Rispetto al 2009-10 c’è ancora differenza con le squadre top, però oggi il resto dei club è migliore. Ci sono allenatori con tante idee, che giocano un calcio offensivo ed ambizioso. Poi ci sono squadre, come la Roma, che stanno crescendo anche in senso più ampio, come società, portando sempre più tifosi allo stadio, con grandi possibilità di evolvere in meglio”.

Mondiale, fallimento Italia: Mourinho dice la sua

L’Italia però non si è qualificata al Mondiale per la seconda volta di fila. Come tanti, Mourinho non riesce a capacitarsi di come abbiano fatto i campioni d’Europa in carica a fallire nuovamente: “Se ami il calcio è difficile accettarlo. Io sono cresciuto negli Anni 70-80 e potete immaginare cos’era l’Italia a quei tempi. Gli azzurri sono sempre stati un riferimento. Lavorando qui faccio fatica a capire cosa sia successo, perché è pieno di calciatori bravi, anche se ce ne sono ancora pochi che vanno all’estero. Mi rifiuto di accettare l’argomento del poco talento, non è vero. In Italia il talento esiste“.

Mourinho chiude parlando della sosta per il Mondiale: “È una situazione nuova per tutti e bisognerà sbagliare il meno possibile. Noi siamo già a lavoro, discutiamo, studiamo e cerchiamo soluzioni che possano esporci al minimo dei rischi”.

Roma, addio all'Inter e debacle Italia: José Mourinho dice tutto Fonte: Getty Images

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