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Roma, Mourinho contro tutti: da Marcenaro a Mauro, passando per Berardi, i bersagli dello Special One

L’esonero chiude una delle esperienze più complicate nella carriera del portoghese, costantemente in lotta contro i “nemici”: dal calendario al mercato, i motivi dei suoi attacchi  

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

La Roma di José Mourinho non ha lasciato grandi ricordi sul campo da gioco nella stagione 2023/24, al contrario del suo allenatore che fin dalla prima giornata ha fatto parlare di sé con continui attacchi verso arbitri, Lega Calcio, avversari e la sua stessa dirigenza e i giocatori giallorossi. Un Mourinho contro tutti, fino all’esonero di stamattina.

Roma, Mourinho contro tutti: Marcenaro e gli altri arbitri

Tra gli obiettivi preferiti degli strali di José Mourinho, anche in questa stagione, non potevano che esserci gli arbitri. A cominciare dalla vigilia della 1a giornata, quando Mou chiese “un trattamento uguale per tutti, voglio onestà. Siamo tutti uguali e questa è l’unica cosa che voglio io. Se sarà così avremo la stagione perfetta”. Ma la risposta al suo appello non deve averlo soddisfatto. Tra gli attacchi agli arbitri ricordiamo quello dopo il k.o. con l’Inter contro Maresca: “Ha dato gialli a dei giocatori che sembravano ‘scelti’, i due difensori centrali, Ndicka e Mancini, e i due centrocampisti centrali, Paredes e Cristante. Non c’è rispetto per i miei giocatori”, disse Mou. Un’accusa, quella dei cartellini “scientifici” tornata contro Massa dopo il pareggio nel derby con la Lazio: “Quando l’arbitro ha un criterio solo con noi di dare due gialli nei primi 25 minuti a due difensori centrali (sempre Mancini e Ndicka, ndr), andiamo in difficoltà”.

Ma lo show più grande è stato quello contro Marcenaro, iniziato addirittura prima della gara col Sassuolo. “Mi preoccupa – disse il portoghese -, non ha la stabilità emozionale per una gara di questo livello. Domani Mancini verrà ammonito dopo dieci minuti e salterà la Fiorentina, ma noi andremo avanti lo stesso”. Dopo aver battuto i neroverdi, Mourinho se la prese anche con la stampa, rea di averlo male interpretato: “Il mio italiano non è abbastanza forbito per esprimere certi concetti. Quando io ho parlato di stabilità emotiva, parlavo di una qualità che nella vita e nel calcio è necessaria per poter rendere ai massimi livelli”.

Roma, Mourinho contro gli avversari: da Berardi a Palladino

Capitolo avversari. Tra i bersagli di questa stagione di Mourinho si ricordano il laziale Pedro (“Pedro è un giocatore fantastico… ma poteva anche fare nuoto perché si butta come in piscina”) e Mimmo Berardi, attaccato prima della gara col Sassuolo: “Lo amo, ma bisogna avere rispetto per gli avversari: è troppo quello che fa per prendere in giro gli altri. Lo amo e lo odio, quel tipo di comportamento in campo non mi piace, se fosse un mio giocatore non mi piacerebbe per niente”. Con Kvaratskhelia si ricorda il battibecco a bordocampo, risolto poi con una carezza al georgiano. Tra i colleghi allenatori, quello che è sembrato più sulle scatole a Mourinho è stato Palladino, a cui il portoghese rivolse un gesto provocatorio dopo il gol vittoria della Roma sul Monza, firmato al 90’ da El Shaarawy: gesto per cui Mou fu espulso dall’arbitro Ayroldi.

Roma, Mourinho contro Lega Calcio e calendario

Ripetuti, poi, gli attacchi alla Lega Calcio e al calendario della Serie A, ripetutamente accusato di non tenere conto degli sforzi della Roma in Europa League. “Siamo un po’ sfortunati: l’Atalanta giocherà giovedì e poi lunedì, noi invece giochiamo sempre giovedì e domenica – disse prima della gara coi bergamaschi -. Magari in Lega c’è qualcuno a cui non sto simpatico”. “Ci hanno fatto un regalo: abbiamo giocato domenica e non lunedì”, la frecciata dopo il k.o. in casa dell’Inter. “Il Genoa ha giocato 48 ore prima di noi”, una delle scuse addotte per il tonfo a Marassi (4-1) della 6 giornata.

Mourinho contro la Roma e i suoi giocatori

Dopo il k.o. di Genova Mourinho si produsse in uno dei primi attacchi anche alla dirigenza della Roma stessa, implicitamente accusata di non volere o non poter rafforzare l’organico: “Non c’è mercato, non arriva nessuno”, disse dopo la sconfitta. E una stoccata ai Friedkin e al d.s. Pinto arrivò anche dopo la vittoria sul Frosinone, tirando in ballo la panchina della Juventus. “Oggi ho visto che Allegri ha fatto entrare Rugani per Bremer e ho pensato: ‘Beato Max…’”. Alla Roma, invece, Mourinho non avrebbe potuto contare su un numero sufficiente di giocatori di livello.

E spesso, dopo un risultato negativo, l’allenatore se l’è presa con i suoi stessi calciatori. “Pochissimi giocatori hanno avuto un atteggiamento professionale che esigo. Solo Bove ha fatto bene, ma con uno su undici le partite non si possono vincere”, disse dopo il k.o. con lo Slavia Praga in Europa League. Un’accusa rilanciata dopo il pari a Ginevra col Servette: “C’è gente che gioca in modo superficiale, pur senza avere grande esperienza in Europa. Se qualcuno bussa alla porta del mio ufficio e mi dice che vuole giocare di più, gli darò minutaggio quando gli altri sono morti”. Dopo la vittoria contro l’Udinese, invece, il nome lo fece, quello di Smalling: “Ci sono altri che hanno più capacità di sopportare il dolore. Lui si tiene un pochino indietro. Guardate Mancini: oggi aveva un problema fisico e ha giocato sotto antidolorifici. Lui è uno di quelli che giocherebbe anche su una gamba sola”.

Ultimo atto: Mourinho contro Mauro

Infine, come non citare l’ultima polemica in tv, stavolta contro l’ex calciatore ed opinionista Massimo Mauro, che aveva bacchettato la Roma per il gioco duro e l’atteggiamento intimidatorio avuto nella gara vinta sul Napoli. “È un ex calciatore – rispose Mou -, non rispettare gente che mangia dallo stesso piatto dove ha mangiato lui è una brutta cosa. C’è gente con un profilo diverso, quando c’è qualcuno che ha messo il c… su una panchina o ha messo piede in campo, quelli capiscono e rispettano. Lui mi pare che ancora mangi in quel piatto, non penso lavori per la sua bella faccia ma prenda dei soldi”.

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