Non c’è ancora l’ufficialità ma il ritorno di Claudio Ranieri a Roma è ormai realtà. Non Montella, né Lampard o Max Allegri: tocca al 73enne di Testaccio prendersi una pausa dalla pensione per riportare in alto i giallorossi. Non lo attende un lavoro facile ma va detto che raramente nel corso della sua storia l’eroe di Leicester ha avuto compiti agevolati. Questo qui, come gli altri due capitolini, ha anche una componente emotiva che può aiutarlo a trovare il meglio dal materiale a disposizione.
- Un tecnico che si adatta alla rosa
- Come può giocare la sua Roma
- La probabile formazione? Gerarchie da rivedere
Un tecnico che si adatta alla rosa
Uno dei vantaggi di Claudio Ranieri è che è un allenatore vecchio stile. Non parte da rigidi dogmi tattici ai quali i suoi calciatori devono adattarsi ma è sempre stato aperto a valutare la rosa al fine di trovarle una veste in grado di consentirle di esprimere tutto il suo potenziale. Da questo punto di vista tutti hanno una chance per fare breccia nel nuovo corso: anche gli epurati Paredes, Hummels, Hermoso e compagnia cantando possono trovare speranze di rivedere il campo. E dall’allenatore sono arrivate anche le prime parole all’Ansa: “Una gatta da pelare? Per questo mi hanno chiamato” e poi suona la carica: “Arrivano i nostri“.
Come può giocare la sua Roma
Ripristinati tutti i possibili volti presenti in organico, ecco che può partire il giochetto del modulo. Come già detto, Ranieri non ne ha uno predefinito ma ne ha utilizzati tanti nel corso della sua lunga e gloriosa carriera. L’ultimo visto col Cagliari è il 4-2-3-1, una veste che potrebbe adattarsi anche alla Roma. Anche perché il materiale offensivo è di prim’ordine e sarebbe un peccato non attingerne. Ciò che rimane invariato è il ruolo di Dovbyk naturalmente, perno principale dell’attacco.
La probabile formazione? Gerarchie da rivedere
Quando si parla di qualità non si può prescindere da Dybala, elemento che Ranieri ritrova con sommo piacere. Soulé? Rimane alternativo alla Joya, ma non solo. Può essere trovato un modo per farli coesistere. Anche Pellegrini va rivitalizzato, nel ruolo di trequartista alle spalle della punta. I due mediani? Partono in vantaggio Cristante e Koné che garantiscono solidità e dinamismo. In questa formazione a ritroso davanti a Svilar potremmo rivedere ancora Mancini e N’Dicka, sebbene qui le gerarchie siano ancora da vedere.