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Rugby, Paolo Garbisi e il calcio dei rimpianti: "Mi prendo le responsabilità". Dall'estero: andava ripetuto

Il giorno dopo, Paolo Garbisi ripensa al calcio che avrebbe potuto dare la vittoria all'Italia sulla Francia: "Successa una cosa imponderabile, ma mi assumo le mie colpe"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Quel calcio spedito sul palo rischierà di togliergli il sonno per parecchie notti. Ma Paolo Garbisi è uno che ha le spalle larghe: nelle ultime settimane ha capito quanto la vita possa chiederti spesso un conto salato, e non sarà certo un errore dettato da una serie di sfortunate e imponderabili circostanze a togliergli il sorriso. Quello stesso sorriso, ma beffardo, che ha mostrato in mondovisione quando ha visto l’ovale andare a incocciare contro il palo sinistro, ultimo baluardo di salvezza per una Francia che sentiva ormai di aver definitivamente perso le speranze di mantenere l’imbattibilità interna nelle gare del Sei Nazioni disputate contro l’Italia.

Garbisi non si sottrae alle sue responsabilità: “Errore mio”

L’epilogo della sfida di Lille non ha tolto il sorriso al maggiore dei fratelli Garbisi. Che rimuginerà tanto su quanto accaduto, pur sapendo di aver fatto il possibile per avversare un destino che è sembrato aspettarlo al varco, stupendo per l’accuratezza con la quale è andato a rovinargli il calcio più importante della sua (sin qui) giovane carriera. “Purtroppo è successa una cosa che può capitare, anche se nessuno si augura mai che accada, specialmente in un frangente come questo. Mancavano pochi secondi allo scadere dei 60 nei quali va eseguito il calcio, e quando i miei compagni mi hanno fatto notare che l’ovale era caduto dal sostegno non ho avuto molto tempo per prepararmi adeguatamente.

Provo un grande dispiacere, ma penso che la prestazione offerta dalla squadra abbia comunque ricompensato gli sforzi fatti. Però mi prendo carico della responsabilità della mancata vittoria: anche se si è trattato di un episodio sfortunato, non c’è alcun alibi o scusa che possa reggere. Mi spiace solo per i miei compagni e per tutti i tifosi vicini e lontano che hanno sperato di gioire per una vittoria”.

Dall’estero: irregolare l’avanzamento dei francesi

Garbisi ripenserà a lungo a quel calcio, ma è già pronto a voltare pagina. E dopotutto ha ricevuto praticamente tutto il sostegno dal parte della comunità rugbystica internazionale, che ha riconosciuto un errore superiore a quello commesso dall’apertura azzurra: vedendo il replay dell’azione, si nota infatti come almeno tre giocatori francesi siano avanzati verso il calciatore azzurro, intento a preparare la conclusione. E questo, secondo la regola 8.22 del regolamento del rugby, non è consentito: una difesa può avanzare quando un calciatore è intento a trasformare un calcio successivo a una meta, ma nel caso si tratti di punizione la difesa non può muoversi finché il pallone non è stato calciato. E qualora venga disturbato il calciatore, la sanzione prevede la ripetizione del calcio, ma da una posizione 10 metri più vicina ai pali. Una casistica che a detta di buona parte dell’opinione pubblica internazionale poteva essere applicata al calcio di Garbisi, sebbene nessuno ne abbia fatta esplicita menzione nel post partita.

Un febbraio sfortunato: l’addio imprevisto da Montpellier

Quella di domenica resterà comunque una giornata storica per il giovane Paolo, 24 anni da compiere il prossimo 26 aprile, nato a Martellago all’interno della città metropolitana di Venezia. Uno che s’è costruito una carriera in fretta, emigrando già nel 2021 verso la Francia, con Montpellier che l’ha accolto e l’ha fatto crescere rapidamente. Un idillio che s’è spezzato poche settimane fa, quando a sorpresa Paolo è venuto a conoscenza di una trattativa che l’ha visto spedito nientemeno che a Tolone.

“Montpellier aveva bisogno di un tallonatore e di ridurre il numero di giocatori non cresciuti nei settori giovanili francesi. Non sono stato interpellato, ha fatto tutto il club e nessuno mi ha chiesto cosa ne pensavo. È stato tutto molto strano, ma almeno ho trovato una squadra come Tolone disposta a darmi fiducia. Certo però avrei preferito cambiare a fine stagione, non in corsa e con un Sei Nazioni in itinere”.

Il Sei Nazioni di Garbisi: sin qui sempre titolare

Quel Sei Nazioni che l’ha visto partire titolare in tutte e tre le gare sin qui disputate, realizzando 7 punti (due mete trasformate, una a partita contro Inghilterra e Francia, e una punizione sempre a Lille: su 5 calci complessivi, due sono stati quelli sbagliati) e ribadendo il suo ruolo di inamovibile nelle gerarchie di Quesada. Che pure adesso dovrà lavorare anche sulla testa di un ragazzo che ha sempre dato tutto, ma al quale il destino ha deciso di riservare un trattamento davvero infingardo. Anche se nel rugby, come nella vita, ride bene chi ride per ultimo.

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