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Sala sul 'nuovo San Siro': "Si deve fare, ma l'Inter dia garanzie"

Il sindaco di Milano, in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, torna sulla questione stadio: “Dispiaciuto dalla reazione dell’Inter".

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Sala sul 'nuovo San Siro': "Si deve fare, ma l'Inter dia garanzie" Fonte: Getty Images

Nei giorni scorsi è tornato prepotentemente di attualità il tema legato al ‘nuovo San Siro’. Come è noto ormai da tempo, Inter e Milan hanno intenzione di costruire un nuovo stadio che sia più moderno e funzionale, tuttavia il loro progetto è da considerarsi al momento fermo.

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nella giornata di venerdì è stato chiaro nello spiegare che prima di concedere qualsiasi ‘via libera’ vorrebbe prima delle certezze su quello che sarà il futuro del club nerazzurro.

Le sue parole hanno dato il via ad una polemica poi sfociata in un duro comunicato dell’Inter e lo stesso Sala, parlando in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ ha ribadito qual è la sua posizione.

“Io credo che lo stadio si debba fare, non ho cambiato idea. L’ho detto con decisione e lo riconfermo: il nuovo San Siro è utile. Ma il punto è un altro e una volta per tutte va chiarito: lo stadio vale meno della metà del progetto immobiliare proposto da Inter e Milan. È davvero così illogico voler sapere chi è quel qualcuno a cui affideremo per diversi anni la rigenerazione del quartiere?”.

Il sindaco di Milano ha commentato il comunicato dell’Inter.

“La reazione mi ha sorpreso: sono dispiaciuto in quanto sindaco e tifoso nerazzurro, che è andato per la prima volta allo stadio 55 anni fa. Mi chiedo se sono mal consigliati e mi verrebbe una domanda da fare al presidente Zhang: in Cina si permetterebbero di rivolgersi alle istituzioni come hanno fatto con me? Io qualche dubbio ce l’ho… Ma voglio fare il bene di Milano, non faccio l’offeso e continuo a dire che lo stadio è una buona opportunità anche per la città: è nostra volontà favorire la costruzione del nuovo stadio e di quello che ci sarà attorno ma quando si va a concludere una trattativa si deve sapere con chi si sta chiudendo”.
Sala non ha avuto modo di confrontarsi con la proprietà dell’Inter negli ultimi mesi.

“No, dall’Inter non ho avuto comunicazioni ufficiali rispetto alle trattative per il futuro del club. Giusto? Sbagliato? Ognuno decide come vuole, ma non ho mai avuto informazioni dalla società. Però nella finanza italiana e internazionale conosco tutti, sono al corrente di quello che sta succedendo ed è ovvio quindi che debba avere un atteggiamento prudenziale. Non ho mai avuto preoccupazioni sulla famiglia Zhang, così come sul fondo Elliott del Milan. Se non ci fossero trattative aperte sull’Inter non avrei avuto problemi, ma visto che ci sono devo cautelarmi. Chi sta valutando di entrare nell’Inter sta cercando di capire da me se siamo ancora interessati allo stadio: così è. Voglio precisare che a quelli che – e non è solo una cordata – si sono rivolti a me per capire l’intendimento della pubblica amministrazione, ho sempre detto che continuiamo a essere favorevoli a farlo. La mia preoccupazione non riguarda il progetto, nessuno lo sta rimettendo in discussione: parliamo di una partnership e voglio sapere chi è oggi e chi sarà nel futuro il mio partner”.

Il primo cittadino del capoluogo lombardo ha spiegato cosa potrebbe sbloccare la situazione.
“Se l’Inter viene da me e mi dice che l’investimento di Suning continua riattivo il dossier; ma anche se mi dice che trattano con pinco pallino e mi portano pinco pallino che garantisce la continuità dell’investimento, a me andrà bene. Devo avere o una o l’altra conferma, chiedo solo questo. Voglio dimenticare la sgradevolezza della frase “l’Inter sopravviverà a Sala” usata dal club. Il sindaco è per definizione una carica pro tempore, perciò devo garantire il futuro della città. A chi mi subentrerà, magari già a ottobre, devo lasciare una situazione pulita. È vero che l’Inter sopravviverà a me, come una verità è che Milano ha 26 secoli di storia. Se la mettiamo così, io non sono solo Beppe Sala. A meno che non ce l’abbiano con me e questo mi dispiacerebbe da tifoso interista. Non uno tiepido per intenderci. Nell’anno del Triplete ero a Siena, Roma e Madrid, le tre partite decisive…”.
 

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