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Sarri allo scoperto sul suo futuro, poi il grazie a Berlusconi per il no al Milan

Il tecnico esonerato dalla Lazio elogia Sacchi per aver cambiato il calcio e ricorda quando affrontò Allegri in Aglianese-Sangiovannese in C2 nel 2003

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Era il 16 novembre del 2003, nel girone B della C2 si affrontavano la Sangiovannese e l’Aglianese in provincia di Arezzo: da una parte in panchina c’era Maurizio Sarri e dall’altra un certo Massimiliano Allegri. Finì 0-0 senza un tiro in porta, un festival della noia che scatenò uno dei pochi tifosi sugli spalti che da dietro le panchine urlò: “Se siete allenatori voi due…”. Sottinteso: “Posso allenare anche io”. Una gara che Sarri (ma anche Allegri) rievoca sempre e che ha voluto ricordare anche oggi, a margine dell’iniziativa “Un caffé con Maurizio”, uno degli eventi che fa parte della serie di incontri pianificati su tutto il territorio comunale dalla coalizione a sostegno di Valerio Pianigiani Sindaco, di area centro sinistra e che si è tenuto al circolo Arci del Matassino, per l’occasione tutto esaurito. Nella circostanza l’ex tecnico ha parlato anche del suo futuro, della sua giovinezza, del suo legame di amicizia con l’ex presidente del Consiglio Superiore della Magistratura David Ermini e della politica, che lo ha deluso.

Sarri e il possibile futuro a Bologna

Il nome di Sarri in queste settimane è stato accostato in Premier, al Torino e soprattutto al Bologna, dove potrebbe ereditare la panchina di Thiago Motta, ma l’allenatore toscano svicola: “Il mio futuro? Ora vado a pranzo con i’ mi’babbo. Ho ancora dei vincoli con la Lazio e quindi non posso farlo. Anche se, devo dire, in questi venti giorni ho sentito un mare di c….Fra 2-3 anni comunque smetto e mi occuperò di aiutare il mio territorio e le persone che se lo meritano per quello che hanno fatto negli anni”.

E’ un legame forte quello tra la famiglia Sarri e Figline Valdarno. Non solo perchè Maurizio, figlio di un operaio, Amerigo, ex ciclista dilettante e indipendente, pur essendo nato a Napoli, è cresciuto in questo angolo di Toscana, ma anche perchè ha vissuto appieno la vita sociale e associativa del paese. Nonostante la lontananza per motivi professionali: “Sono ancorato a Figline, sono cresciuto in piazza. Poi ho giocato nelle giovanili del Figline e cinque anni in prima squadra. Devo rendere grazie a chi mi ha cresciuto, gli allenatori e tutti coloro che hanno fatto parte della mia carriera. E oggi sono qui a prendere un caffè con il mio amico da sempre Valerio Pianigiani. Così come nei giorni scorsi mi sono fermato a un allenamento degli Under 12 locali e ho visto il calcio vero. Sono tornato a casa con un senso di contentezza”.

Sarri e la delusione per la politica

Sul suo legame con Ermini ha raccontato un aneddoto. “Un giorno, durante una intervista alla Gazzetta dello Sport, un giornalista mi chiese di una foto scattata alle scuole elementari di Figline. In quella foto c’ero io e David. Gli ricordai che il maestro ci diceva che eravamo gli unici due a non capire nulla”, ha detto, tra le risate generali”. Non si appassiona più di politica come un tempo e si è detto deluso. “Oggi si assiste ad una mancanza di ideali che è molto pericolosa. Quindi dobbiamo scegliere le persone”

L’elogio di Sacchi e il grazie a Berlusconi

Non può mancare un elogio a Sacchi con cui c’è una stima reciproca: “Arrigo è uno dei pochi che ha cambiato il calcio. C’è un prima Sacchi e un dopo Sacchi nell’ultimo secolo”. Sarri piaceva anche a Galliani e avrebbe potuto allenare il Milan ma arrivò il veto di Berlusconi: “Se non fosse arrivato per me il no da parte di Berlusconi al Milan, non avrei mai allenato quel grande Napoli”.

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