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Sarri voleva il Milan: “Perché non mi ha chiamato?” Poi ammette l’errore alla Juve

L'ex Lazio macerato da delusioni e rimpianti resta in attesa di una panchina, veleno anche sui viola. Le parole sul Napoli e il no al Siviglia

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

Non è abituato a nascondere i suoi sentimenti e i suoi pensieri. Maurizio Sarri è fatto così, prendere o lasciare. L’ex tecnico della Lazio, a margine di un evento organmizzato a Villa Casagrande nella sua Figline ha parlato in esclusiva a Sky, a Maurizio Compagnoni. Dall’arrivo di Conte al Napoli all’addio al Chelsea, rivelando la sua amarezza per non essere stato preso in considerazione da due club di serie A.

Sarri fa gli auguri a Conte

Il primo pensiero è per il Napoli, che Conte dovrà far rinascere dalle ceneri di un anno da dimenticare: “Il Napoli avrà da fare un percorso, con uno stravolgimento nel modo di giocare. La fortuna è che Conte è molto veloce in queste situazioni a trasmettere la propria mentalità e il proprio modo di giocare. Non li vedo fuori dalle prime tre. Napoli comunque mi manca molto”.

Sarri deluso da Milan e Fiorentina

A mancargli, però, è soprattutto una panchina dopo l’addio alla Lazio. Sarri ammette la sua sorpresa per non essere stato chiamato da due club che hanno cambiato allenatore, a partire dal Milan che è andato su Fonseca:Sinceramente non so perché nessuna grande mi abbia chiamato. Questo è un punto sul quale dobbiamo farci delle domande, non vi nascondo che alcune società che non mi hanno cercato mi hanno fatto rimanere deluso perché c’erano situazioni in cui mi potevano ascoltare anche solo per un quarto d’ora. Sono cose sulle quali posso influire se riesco a capire il perché. Milan e Fiorentina? Sono due realtà che secondo me erano adatte a me”.

Sarri ammette l’errore di essere andato alla Juventus

Nella sua carriera c’è anche un’esperienza in Premier, al Chelsea, durata però solo un anno: “Errore fondamentale della mia carriera. C’erano i presupposti per rimanere, società difficile dove probabilmente non finisci la seconda stagione come successo a tutti nell’era Abramovic. Ma rimanevi nella cerchia della Premier. Noi abbiamo fatto un buon percorso. L’anno prima la squadra aveva chiuso al quinto posto, poi siamo finiti terzi alle spalle di Liverpool e City che avevano qualcosa più di tutte. Abbiamo vinto l’Europa League conquistando 13 vittorie e abbiamo perso una finale di Coppa di Lega ai rigori contro il City dopo aver eliminato Liverpool e Tottenham che quell’anno sono arrivate in finale di Champions League. Ho fatto un errore enorme che dovevo evitare. La voglia di tornare in Italia doveva essere inferiore rispetto a quella di rimanere in Premier, che doveva essere superiore”.

Sarri non vuol star fermo: “Speriamo di tornare ad allenare il prima possibile, ho fatto i primi due mesi tra problemi familiari ed il resto in cui non ho avuto grandi nostalgie per il calcio. Adesso la voglia sta ricrescendo e quindi penso che tra un mese o due scalpiterò. Penso sia difficile a questo punto del mercato trovare una soluzione che non sia quella estera ma faccio fatica ad andare all’estero. Il Siviglia? C’è stato un minimo di trattativa ma loro avevano esigenze diverse dalle mie quindi non è andata molto avanti”.

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