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Schumacher, le lacrime del fratello Ralf: "Mi manca il vero Michael, la vita sa essere ingiusta"

L'ex pilota si confessa a quasi 10 anni dal terribile incidente a Meribel del fratello, rivelando come abbia avuto un impatto forte sulla sua vita

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Dieci anni fa esatti Michael Schumacher era un uomo felice e sereno. Da poco più di un anno aveva preso la decisione di lasciare la F1, dove aveva vinto tutto e di più. Il kaiser si diceva pronto ad avventure diverse e a nuovi stimoli. Mai avrebbe immaginato che pochi giorni dopo la sua vita – e non solo la sua ma anche quella di tutti i suoi cari – sarebbe cambiata per sempre. Il 29 dicembre del 2013.

Michael Schumacher annuncia il ritiro nell’ottobre del 2012

Il 4 ottobre del 2012 l’ex pilota tedesco, vincitore di 7 mondiali di cui 5 con la Ferrari, aveva annunciato: “Ho deciso di ritirarmi alla fine della stagione. Sento ancora di essere in grado di competere con i migliori. A volte però arriva il momento di dire addio. E questa volta potrebbe essere per sempre. Non è doloroso, è un sollievo per me. Ho fatto tanto in questo sport, ma quando la batteria si scarica la prima volta, poi lo fa di nuovo e sono più vecchio, è qualcosa che non vedo l’ora di fare. Ci sono molte altre cose da fare nella vita. Questo è il momento di cambiare”.

L’incidente a Meribel il 29 dicembre 2013

Il cambiamento ci fu ma fu terribile e traumatico. E’ il 29 dicembre 2013, Schumacer si sta godendo una giornata di sci sulle nevi francesi di Meribel con il figlio Mick, allora 14enne e un gruppo di amici. Quelle piste Schumi le conosce a memoria, lì ha uno chalet dove va spessissimo, e le condizioni meteo sono ottime, ma all’incrocio fra due piste ‘normali’, la Chamois (rossa, di media difficoltà) e la Biche (blu, facile) alle ore 11.07 Schumacher va oltre il limite della pista, non ripida, lì dove alla neve battuta si sostituisce quella fresca, delimitata da dei semplici bastoni, e impatta su una roccia poco visibile. L’urto lo fa catapultare in avanti, fino a colpire con la testa un’altra roccia.

È il colpo fatale. Michael ha il casco, con una telecamera montata sopra, ma la sua protezione può poco per la portata dell’impatto. Quello che succede dopo lo sanno tutti: l’operazione, l’emorragia, la degenza, la rianimazione e il ritorno a casa in Svizzera nelle condizioni che conosciamo.

Il ricordo commosso del fratello Ralf

In questi giorni, nel triste countdown del decimo anniversario dell’incidente, si stanno susseguendo ricordi e testimonianze ed ora a parlare alla Bild è il fratello Ralf, che dice: “La vita a volte è ingiusta. È stato spesso fortunato nella sua vita, ma poi è successo questo tragico incidente. Grazie a Dio, grazie alle moderne opzioni mediche, si è potuto fare molto, ma niente è più come prima“.

Mi manca il mio Michael di allora” aggiunge il fratello di Schumi, anche lui ex pilota di Formula 1 con 182 gare disputate con Jordan, Williams e Toyota e un ruolino di marcia di 6 vittorie, 6 pole position e 27 podi. Dal momento dell’incidente, la famiglia di Schumacher ha mantenuto, e continua a farlo, strettissimo riserbo sulle sue condizioni di salute. E anche il fratello minore Ralf evita di fornire ulteriori dettagli: “Posso dire che anche per me il suo incidente è stata un’esperienza molto brutta e di grande impatto”

“Penso anche al povero Mick, che all’epoca era solo un ragazzo. Michael mi ha trasmesso tutta la sua esperienza, Avevo l’occasione di imparare dal migliore. Da piccoli dormivamo nella stessa stanza. Il materasso era appoggiato per terra perché non avevamo i soldi per un vero letto, è stato sempre al mio fianco. Anche per questo mi manca così tanto”.

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