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Scommesse, Corona confessa tutto su Rai 3: i calciatori, le fonti e i nomi dello scoop

Era attesissimo l'intervento di Fabrizio Corona su Rai 3, alla trasmissione "Avanti popolo" condotta da Nunzia De Girolamo: ecco cosa ha raccontato sullo scoop delle scommesse tra calciatori

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Nicolò Fagioli, Sandro Tonali, Nicolò Zaniolo e Nicola Zalewski, quest’ultimo per ora non lambito dall’inchiesta sulle scommesse dei giocatori. Quattro nomi, più un quinto – quello di Sardar Azmoun – tirato fuori a pomeriggio inoltrato: è il credito che Fabrizio Corona si è portato su Rai 3, alla trasmissione “Avanti popolo” condotta da Nunzia De Girolamo, per parlare – con l’autorevolezza della cognizione di causa – del caso che sta tenendo banco negli ultimi giorni.

Ha contribuito a renderlo noto all’opinione pubblica: il carico di aspettative per i 45′ del passaggio sulla terza rete Rai è stato alimentato con la cura del dettaglio. Ci aspettavamo tutto: l’elenco completo dei calciatori che scommettono (si parla insistentemente di una rosa di almeno dieci nomi), le fonti e i nomi dello scoop di Corona: che non ha aggiunto nomi all’elenco.

Cosa ha detto Corona su Rai 3

I calciatori che scommettono – qualcuno sul calcio, qualcuno sullo sport e altri sui giochi da casinò – e che utilizzano piattaforme illegali: appena dopo la fine della partita tra Inghilterra-Italia, trasmessa su Rai Uno, c’è stato un’anomalo passaggio del testimone alla terza rete della televisione di Stato, ha portato dal calcio giocato a quello indagato.

Corona si è presentato davanti a De Girolamo alle 22.45. L’obiettivo dichiarato – di una ospitata di cui si è dibattuto per giorni interi – era quello di svelare ogni dettaglio dello scoop con cui l’ex re dei paparazzi – impegnato nel lancio di una nuova piattaforma di informazione “Dillinger News” – ha fatto emergere (creando, probabilmente, qualche problema a una indagine che andava avanti da tempo, sottotraccia) legami non sempre leciti e consentiti tra i calciatori e le scommesse.

Chi pensava che dopo l’intervento di Corona sarebbe crollato il sistema calcio s’è ricreduto. Nessuna novità sostanziale, semmai il dettaglio di uno scoop che nasce e si sviluppa con fonti, documentazioni e verifiche. Corona, insomma, ha provato a legittimare il proprio lavoro attraverso la rivelazione di frame audio e video a sostegno dello scoop ma non ha aggiunto elementi nuovi.

La scaletta si è retta su diversi punti di spiega e di sostanza:

  • La ludopatia: una malattia (da trattare seraiamente)
  • Il botta e risposta – indiretto – tra Spalletti e Corona (per Spalletti quel modo di fare è sciacallaggio, Corona rispedisce al mittente e rincara: “L’Italia è rappresentata da Buffon, uno che ha giocato sempre a carte”)
  • Il caso Fagioli (preponderante)
  • Il caso Tonali (marginale)
  • Il caso Zaniolo (delicato)
  • Il caso Zalewski (la precisazione)

La fonte di Corona

Le parole più significative di Corona:

Procuratori, società, compagni di squadra: tutti sapevano tutto e non hanno mai fatto nulla. questo è uno scandalo che può crescere ma dipende dalla voglia che la Procura di Torino ha di allargare a macchia d’olio l’inchiesta su tutto il calcio coinvolto. Si tratta di un business ampio: il 30% dei giocatori smetterebbe di giocare, finirebbe il calcio. I procuratori sanno ma non gli interessa: il calcio è solo business e se un agente ha un giovane talento fortissimo con una carriera enorme, preferisce tenere tutto nascosto e reggere fino a quando può incassare. Fagioli è un caso a parte: degli altri, almeno la metà non ha un minimo di cervello, di educazione. Pensano soltanto a divertirsi, e scommettere.

Come si arriva alla fonte dello scoop sulle scommesse dei calciatori:

Sono Fabrizio Corona, ricevo al giorno centinaia di direct: siccome c’è la fame, chiunque mi propina notizie nella speranza di guadagnare. Quando lancio la notizia di Fagioli, vengo invaso da una marea di messaggi. Il messaggio di questa persona riportava prove oggettive di quello che dice: esiste una chiavetta che non hanno gli inquirenti. La fonte mi ha detto: mio nipote, figlio di mia sorella, giocava nell’Inter tanti anni fa, poi si è rotto entrambi i legamenti e ha iniziato a fare il procuratore. nell’Inter ha giocato in Primavera e prima squadra, ha vissuto anche l’anno della Champions senza aver mai giocato, Mourinho lo adorava. Era amico di Zaniolo

Nicolò Fagioli, il primo nome

Il giovane bianconero, del quale si è scritto e si sta scrivendo di tutto, fino a scandagliare gli aspetti più privati e personali dell’adolescenza, ha ammesso le proprie responsabilità, ha collaborato con la Procura federale e trovato un accordo sulla squalifica da scontare: 12 mesi, 5 dei quali commutati in prescrizioni alternative, e una ammenda di 12.500 euro, per la violazione dell’art.24 del CGS che vieta la possibilità di effettuare scommesse su eventi calcistici organizzati da FIGC, UEFA e FIFA.

Corona si è soffermato a lungo sul caso Fagioli: ha ripercorso i trascorsi di Cremona e parlato con ex compagni di squadra che ne hanno mostrato l’aspetto al quale ci stiamo abituando: Fagioli afflitto da ludopatia, avvezzo alle scommesse da anni. Con il centrocampista bianconero Corona non ha affondato il colpo:

Fagioli è un caso a parte rispetto agli altri, sono contento che abbia patteggiato. Tutti sapevano tutto. Lui è il caso più drammatico della vicenda. Un compagno di scuola di Fagioli mi diceva che scommetteva anche a scuola su qualsiasi cosa. Questo ragazzo dalla faccia pulita si è indebitato per un milione di euro in tre mesi. Lui è il primo caso in ci la giustizia fa il suo dovere e attua un processo di rieducazione.

Sandro Tonali, il secondo nome

L’ex rossonero, dopo un’estate di rivoluzione col passaggio dal calcio italiano a quello inglese – dal Milan al Newcastle per 80 milioni di euro – sta vivendo giorni difficilissimi: i principali organi di informazione raccontano i suoi pentimenti e le sue lacrime, nella giornata odierna, dopo essersi confrontato con i propri legali, è arrivato alle 16 circa alla Procura di Torino per un’incontro con il pm Manuela Pedrotta ed è uscito poco prima delle19. Corona ha chiarito che si arriva a Tonali attraverso le chat del telefono di Fagioli.

Nicolò Zaniolo, il terzo nome

Zaniolo continua a sostenere di non avere mai scommesso sul calcio, semmai di aver utilizzato siti che non sapeva fossero illegali, per giochi di casinò. Anche la sua posizione è al vaglio e, qualora risultasse veritiera la versione dell’ex romanista, andrebbe incontro a una minima sanzione pecuniaria.

Ecco: è proprio qui che Corona sembra avere fonti e documenti che si collocano sul versante opposto.

Non ce l’ho con Zaniolo ma non è Tonali, non è Fagioli: gli ultimi due si autodenunciano, lui no. Ma perché? Credono di essere al di sopra della legge, non immaginano che ci siano prove: ma se tu dai i soldi a un altro che scommette per te, con i tuoi soldi, non sei esente.

Che Corona faccia un distinguo tra i tre – anche valoriale, anche legato al modo di comportarsi fuori dal campo – è subito lampante.

Nicola Zalewski, il quarto nome

Intorno a Zalewski si è costruito un caso che pare essersi sgonfiato. Non lambito dalle indagini, è stato Corona ad associarlo al filone dei calciatori che scommettono. A stretto giro di posta, quello che sarebbe stato l’informatore di Corona ha ritrattato tutto al Cerbero Podcast, canale Twitch fondato da Davide Marra, Simone Santoro, Mr Flame e Davide Rubino.

Su Zalewski Corona rilancia:

Zalewski è fidanzato con la figlia di una delle mie più care amiche. Zalewski gioca da anni, legato a un certo tipo di ambiente: ho le prove. Lui è il miglior amico di El Shaarawy, di Zaniolo. E Zalewski scommette sempre

Sardar Azmoun, il quinto nome

Il nome di Azmoun è stato ricondotto a un video pubblicato su Dillingernews in cui si vede il giocatore intento a guardare una gara di cavalli sul proprio cellulare mentre si trovava allo stadio a seguire una partita della Roma. Che sia appassionato di cavalli, però, è cosa risaputa: ne possiede 52 tra Iran e Australia.

Perchè Corona ha scelto Nunzia De Girolamo

L’ospitata – anzi, le ospitate – in Rai di Corona hanno sollevato parecchie critiche, sia per via dei cachet previsti (non meno di 10mila euro per essere ospite di De Girolamo), sia perché ha finito per aprire una profonda spaccatura all’interno dei vertici Rai, non del tutto convinti che perseguire scoop ad ogni costo sia la scelta migliore per fare della “buona” informazione.

Se qualcuno si domanda perché il “fotografo dei vip” abbia scelto proprio il programma di Nunzia De Girolamo per raccontare altri particolari legati alla vicenda dei calciatori che scommettono, allora potrebbe essere necessario fare un salto all’indietro di un paio d’anni e mezzo e fare riferimento a una reciprocità figlia del recente passato.

Serve tornare al momento più buio della vicenda giudiziaria di Corona, cioè al marzo del 2021, quando il procuratore generale di Milano, Antonio La Manna, revocò i domiciliari e di fatto obbligò l’imprenditore a tornare in cella. Una decisione Corona prese male, ferendosi ai polsi e documentando tutto sui suoi profili social prima di esser prelevato all’interno della propria abitazione e ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale Niguarda.

Episodio, quello, che colpì l’opinione pubblica e suscito parole di vicinanza da parte di De Girolamo: l’ex parlamentare, all’epoca già al lavoro in tv con il programma sulle reti Rai dal titolo Ciao Maschio e come opinionista nei vari programmi di attualità e approfondimento delle reti generaliste (Stasera Italia, Controcorrente, Piazzapulita), si interessò del caso e spezzò una lancia a favore di Corona, criticando fortemente la decisione di revocare i domiciliari e spiegando come, a suo dire, un carcere “coercitivo” non avrebbe portato ad alcuna soluzione positiva, tenuto conto delle sue precarie condizioni psicologiche e del forte stress.

Ospite a La7, la De Girolamo riprese le parole dell’allora Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, spiegando come il carcere dovesse essere “l’estrema ratio” per tentare di riabilitare una persona e che, in ogni caso, di fronte a una malattia non sarebbe stata la soluzione per risolvere il problema.

E a La Vita in Diretta, ospite di Alberto Matano, disse:

C’è un accanimento nei confronti di una persona che ha mostrato chiari segni di squilibrio. Corona può piacere o non piacere, ma è una persona che va aiutata, e non possiamo usare il carcere per fare “la morale”, perché non è riabilitativo.

Chi era Dillinger e cos’è Dillinger News

Quella difesa a spada tratta non deve essere passata inosservata agli occhi di Corona, che a distanza di 30 mesi ha finito di scontare la propria pena ed è tornato libero, riprendendosi ciò che nell’ultimo decennio il carcere gli aveva tolto.

Un ritorno sulla scena in grande stile, un po’ come era abituato a fare nei primi anni del nuovo millennio, quando riuscì a costruirsi tutto un mondo attorno a sé (talvolta anche dai lati oscuri).

Oggi Corona la scena se l’è ripresa grazie a una nuova iniziativa editoriale, inaugurata il 2 ottobre, ma che in poco tempo è diventata un vero e proprio caso mediatico: Dillinger News, il canale di informazioni e notizie che ha utilizzato per fornire i primi scoop legati alla vicenda dei calciatori che scommettono, è una sorta di portale che si prefigge lo scopo di offrire contenuti senza troppi filtri, cioè arrivando direttamente al nocciolo della questione.

Si tratta di un Dagospia 3.0 o Dillinger è qualcosa che va oltre? Il nome prende ispirazione da John Dillinger, un noto rapinatore statunitense degli anni ’20 e ’30, famoso per i suoi colpi e soprattutto per i suoi tentativi di evasione, quasi sempre riusciti.

Quando gli agenti FBI di Chicago lo uccisero al termine di un conflitto a fuoco avvenuto all’interno di un cinema (era il 1934), tutta l’America s’interessò al caso e da quel giorno divenne una sorta di fenomeno pop, simbolo di libertà e resilienza.

Vittorio Corona, noto giornalista nonché papà di Fabrizio, si divertiva a chiamare il figlio proprio con quel nomignolo, Dillinger, evidentemente prefigurandone una vita sempre sul filo del rasoio. E a Corona jr. è sembrato un buon motivo per riannodare i fili col suo passato e creare qualcosa di nuovo, destinato (parole sue) ad essere

una rottura del sistema mediatico italiano.

Per come è cominciata l’avventura, una profezia con qualche ragion veduta.

Lo sfogo di Corona dopo la puntata: “Censurato”

A fine intervista, Corona ha lamentato pubblicamente il trattamento ricevuto nel corso della puntata perchè, a suo dire, i patti concordati non sarebbero stati rispettati.

Lo sfogo arriva su Instagram, dove Corona non risparmia critiche e fornisce la sua versione dei fatti:

Sono stato censurato! Non me lo aspettavo! Mi dispiace per tutti voi. Purtroppo non ho potuto , come mi avevano garantito questa mattina, dire quello che volevo, mostrare in tv il grande lavoro che sto portando avanti da 6 giorni senza dormire.

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