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Seedorf stronca Kessié: "Non è mai stato decisivo"

Il doppio ex di Inter e Milan presenta il derby a 'La Gazzetta dello Sport': "I rossoneri devono puntare al titolo. Dai nerazzurri voglio cinismo".

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Seedorf stronca Kessié: "Non è mai stato decisivo" Fonte: Getty Images

Una carriera ad altissimi livelli che lo ha visto indossare entrambe le maglie del derby milanese, seppur con risultati nettamente agli antipodi: chi, meglio di Clarence Seedorf, per presentare la stracittadina tra Milan e Inter?

Se sulla sponda nerazzurra del Naviglio i risultati furono agrodolci, su quella rossonera ancora oggi si ricordano delle due Champions League e dell’apporto determinante offerto dall’olandese, l’unico calciatore a vincere la coppa dalle grandi orecchie con tre club diversi (in precedenza ci era riuscito anche con Ajax e Real Madrid).

Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, Seedorf ha rilanciato le ambizioni del Milan che può vantare sette punti di vantaggio sui cugini e condivide il primato in classifica assieme al Napoli.

“Ha un vantaggio decisivo? No, ma deve assolutamente ambire al titolo. Dalla sua ha anche storia, tradizione, una maglia pesante per chi l’affronta, San Siro. Sono insieme da anni, è il momento per puntare allo scudetto e competere in Champions, dove deve provarci fino alla fine”.

In casa milanista continua a tenere banco l’argomento del rinnovo di Franck Kessié, in scadenza a giugno 2022 e ancora senza un accordo per il prolungamento che eviterebbe al Milan lo scenario peggiore, ossia l’addio a parametro zero come avvenuto con Hakan Calhanoglu e Gianluigi Donnarumma.

“Ha il diritto di chiedere tutti i soldi che vuole, come il club ha il diritto di non accettare e mantenere la sua linea di equilibrio. Io credo che dovrebbe mettere al primo posto la carriera, poi cercare di ottenere il meglio anche da un punto di vista economico. Amo troppo lo sport per non dare senso alla professione, perché sia più lunga e più vincente possibile. Kessie ha fatto molto bene al Milan, ma nel girone di Champions sono ultimi e non mi pare sia stato decisivo per vincere lo scudetto.

Oggi ci sono pochi giocatori insostituibili. Come club non puoi fare tanto, e allora lo lasci andare e prendi un altro: mi auguro sia ridotta l’influenza degli agenti, ma anche che alla fine lui scelga con criterio”.

Nell’Inter non si vede ancora la traccia completa del lavoro di Inzaghi, che però ha tutto il tempo per trasmettere il suo credo alla squadra.

“Ha tempo per farlo. Mi fa piacere vedere Dzeko a questo livello, si è integrato perfettamente e ha cancellato le preoccupazioni del post Lukaku. Deve competere per il primo posto, ha tanti giocatori forti e già affermati, in questo senso anche più del Milan. Per questo li vorrei più decisi nel far male all’avversario, troppe volte li vedo gestire un solo goal di vantaggio. Inzaghi è bravo e la sua Lazio costruiva tantissime occasioni da goal, potrà farlo anche l’Inter. Ma come ha dimostrato a Roma, gli serve tempo per trasmettere le sue idee. Qui ha giocatori ancora più forti. Lui dovrà solo saper reggere le pressioni: là era a casa sua, Milano è un’altra cosa, è fuori dalla sua zona di comfort”.

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