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Mondiali, Svizzera avanti tra le tensioni con la Serbia: gesto plateale di Vlahovic, e si sfiora la rissa

La Svizzera accede agli ottavi di finale dopo una pirotecnica partita contro la Serbia. Tra tensioni sotterranee e gestacci clamorosi, le curiosità dal match del girone G dei Mondiali del Qatar

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Un altro spareggio in questa fase a gironi (ormai agli sgoccioli) del Mondiale in Qatar, e che in questo caso ha visto contrapporsi per il Gruppo G Serbia e Svizzera. Una partita che andava oltre il calcio e la possibilità di staccare l’ultimo pass a disposizione per la fase successiva all’interno del girone – l’altro se l’è preso il Brasile -, ammantata com’era di sottotesti politici. Ma fortunatamente questo aspetto è rimasto presente solo come rumore di fondo, mentre il palcoscenico se l’è preso lo spettacolo sportivo con una partita vivace e ricca di cambiamenti di fronte.

Serbia-Svizzera, una partita sul filo dell’alta tensione

Tra batti e ribatti, davanti ai 41.000 spettatori dello Stadium 974 (dal numero dei container utilizzati per costruirlo, nonché prefisso del Qatar) Serbia e Svizzera hanno disputato un primo tempo da continua parata e risposta, con occasioni sin dai primi minuti nel match arbitrato dall’argentino Rapallini, dove gli elvetici potevano accontentarsi di un pareggio visto il vantaggio alla vigilia di due punti nel girone, frutto di due risultati utili su tre, mentre la Serbia puntava esclusivamente al successo per il passaggio di turno. Alla ripresa l’episodio di un rigore non concesso alla Serbia ha reso l’atmosfera ancora più elettrica, anche se la partita ha corso su un crinale verso il precipizio del nervosismo e della rissa da annali senza però mai caderci dentro, almeno sino al 93′ come vedremo.

Il vantaggio della Svizzera per 3-2 sembra poi spegnere i rivali serbi, con il ct Stojkovic autore di cambi ai limiti dell’arrendevole nel secondo tempo. Rossocrociati agli ottavi, secondi nel girone a pari punti con il Brasile ma dietro per differenza reti. Serbia ultima, autori di un solo punto in tre partite.

Spigolatura: la selezione elvetica ha dovuto fare a meno del portiere Sommer, sostituito dal ct Yakin da Kobel, e del difensore Elvedi. I due titolari hanno sviluppato infatti sintomi influenzali per aver fatto un uso forse un po’ troppo eccessivo dell’aria condizionato nella canicola qatariota.

L’incandescente clima politico intorno a Serbia-Svizzera

Dicevamo degli aspetti collaterali politici. Nel Mondiale di Russia 2018 le due nazionali si affrontarono con la Svizzera allora vittoriosa, e con in squadra ieri come oggi calciatori di origini kosovare come Xhaka e Shaqiri. Entrambi andarono in rete vanificando il vantaggio messo a referto dopo i primi cinque minuti di gioco da Mitrovic, ed entrambi esultarono mimarono l’aquila bicefala, simbolo presente sulla bandiera dell’Albania: per la cronaca, i kosovari, abitanti della regione autoproclamatasi Stato indipendente dalla Serbia nel 2008, sono un popolo di maggioranza albanese. Sia Xhaka che Shaqiri furono puniti con una sanzione pecuniaria, ma le polemiche non cessarono con Belgrado che ritenne la misura della FIFA non adeguata.

A gettare poi ulteriore benzina su fuoco ci ha pensato poi la bandiera esposta nello spogliatoio serbo, intravista dopo il match di apertura perso contro il Brasile e che raffigurava lo Stato con il Kosovo annesso e la scritta “Nessuna resa” (la FIFA ha aperto un inchiesta visto l’ambiguità del messaggio sportivo sino ad un certo punto). Inoltre, e qui torniamo all’aspetto sportivo anche se comunque restiamo nel campo degli attriti tra le due Nazionali, ad agitare il clima ci ha pensato pure il messaggio affidato ai social da parte di Matic, con il giocatore della Roma che ha ricordato alla vigilia del match contro la Svizzera in Qatar quanto avvenuto quattro anni fa in Russia: mentre gli elvetici erano in vantaggio 2-1, Lichtsteiner fu protagonista di una trattenuta su Mitrovic in area. L’arbitro Brych allora fischiò fallo in attacco inibendo così l’intervento del Var, con Matic che ha pubblicato in questi giorni la foto dell’episodio incriminato con la polemica didascalia: “Se c’è giustizia, la partita avrà inizio con un rigore per la Serbia”.

Ma Shaqiri evita provocazioni (e segna un record ai Mondiali)

Eppure, questa volta scontri e provocazioni sono rimasti più o meno sopiti. Per dire, il gol segnato al 19′ da Shaqiri su deviazione di Pavlovic non ha riservato un copione simile a quattro anni fa, almeno non in maniera plateale: il centrocampista si è limitato ad indicare il proprio nome sulla maglia, senza mimare gesti carichi di significati politici a parte portarsi il dito alla bocca come chiedere il silenzio, mentre i tifosi serbi lo stavano subissando di fischi. Non a caso sia il marcatore dei Chicago Fire che Xhaka in questi giorni non hanno voluto affrontare l’argomento delle polemiche nazionalistiche alla vigilia della partita. Per quanto riguarda invece le pure statistiche sportive, Shaqiri con il gol segnato in Qatar entra nel ristretto club dei giocatori che hanno messo a referto almeno una rete nelle ultime tre edizioni dei Mondiali: gli altri due calciatori a firmare l’impresa sono Messi e Ronaldo.

Vlahovic in gol alla prima palla giocata (ed autore di un’esultanza polemica)

Qualche accento polemico si è avuto poi da parte della Svizzera che ha richiesto all’arbitro di rivedere l’azione per un presunto fallo subito da Freuler, mentre Mitrovic di testa su cross di Tadic segnava il pareggio al 27′. Il vantaggio serbo del 2-1 al 35′ si distingue per la firma di Vlahovic, all’esordio come titolare dal primo minuto e che alla prima palla giocata è andato subito in gol. Il bomber della Juventus con una diagonale porta virtualmente la sua rappresentativa agli ottavi, scatenando l’entusiasmo in Italia dei tifosi bianconeri, ma non sono mancate le ironie: “Nella vita vorrei rendere quanto un giocatore della Juve quando c’è un caos societario durante un Mondiale”, si è letto su Twitter; oppure, “Dusan Vlahovic: 10 palloni toccati, 1 occasione, 1 gol. Abituato a 12 mesi con Allegri”.

Per la cronaca, anche Vlahovic ha mimato il gesto del silenzio dopo la rete, oltre ad essersi stretto poco prima gli ammennicoli intimi (sic!), come dire di possedere gli attributi: un gesto non elegantissimo e che non è sembrato un tic casuale, ma probabilmente legato alle polemiche riguardanti la fake news sulla tresca con Ana Cakic, moglie del secondo portiere Rajkovic, che secondo le malelingue era alla base dell’esclusione di Vlahovic dai due precedenti match di Qatar 2022. Possibile anche un riferimento a chi non lo considera più un bomber di livello o alla pubalgia.

Nervi tesi nel secondo tempo. Delude ancora Milinkovic-Savic, polemico con il ct

Ma Serbia-Svizzera non si è fatta mancare nulla, anche una polemica su un possibile rigore che ha fatto scattare dalla panchina i giocatori della Serbia. Una potenziale miccia su una partita che si è giocata sul filo della tensione, scatenata al 64′ dalla protesta di Mitrovic che ha chiesto il penalty dopo un sospetto contatto in area con l’elvetico Schar, reo di aver aperto le braccia. Nulla di fatto però per Rapallini. Ancora, Shaqiri è stato beccato dare una gomitata di stizza al vetro della panchina dopo essere stato sostituito dal ct Yakin al 67′, e sul fronte serbo non la prende bene neppure Milinkovic-Savic, richiamato da Stojkovic per far entrare Maksimovic e con il giocatore della Lazio che dalla frustrazione si è tolto la maglia.

Su Twitter però alcuni non biasimano la scelta del ct: “Considero Milinkovic-Savic il solo campione che ha la Lazio. Ma non ricordo una partita degna di nota con la nazionale. Sicuri che valga i soldi che chiede Lotito?”; ed ancora: “Sergej Milinkovic-Savic, il miglior centrocampista della nostra Serie A. Al Mondiale due prestazioni e mezzo da fantasma… il suo gol è più demerito della riserva di Onana che merito suo. Iperdelusione”. C’è da dire però che Stojkovic al 55′ aveva richiamato in panchina anche Vlahovic per Jovic, con dei cambi abbastanza curiosi per una squadra sotto di un gol e che deve rimontarne due per entrare agli ottavi. “I cambi della Serbia sono incomprensibili”, si legge sui social, e i commenti in generale sono di questo tenore.

Le tensioni infine esplodono al 93′, come abbiamo accennato, con Xhaka e Milenkovic che battibeccano innescando una potenziale rissa con il capannello dei giocatori di entrambe le squadre. Scontro poi rientrato, e mentre il Camerun vinceva inutilmente contro il Brasile, la Svizzera alla fine stacca il pass per gli ottavi come seconda del girone: affronterà il Portogallo.

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