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Serie A, il punto sulla lotta salvezza dopo 17 giornate: 9 squadre in 11 punti, chi sta meglio e chi rischia

Analizziamo la situazione della Serie A nella parte bassa delle classifica, attraverso una breve valutazione della partenza delle squadre invischiate al momento nella lotta salvezza

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

A una partita dalla chiusura del 2023, a due dalla fine del girone di andata, la Serie A 2023-2024 vede al momento ben nove squadre più o meno coinvolte nella lotta salvezza. Tra sorprese, valutazioni squadra per squadra e prossimi impegni, proviamo a valutare la situazione e a tracciare un primo bilancio.

Una Serie A spaccata in due

Allo stato attuale, la classifica (e il campo) parlano di una Serie A letteralmente spaccata in due, con ben nove (dieci) squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere. A tracciare una ipotetica linea rossa esattamente tra la decima e l’undicesima posizione, ci pensano i tre punti che Lazio e Torino mettono tra i loro 24 e i 21 del Monza. Tre punti che, visto anche il valore delle rose delle squadre di Sarri e Juric, possiamo considerare una garanzia, nonostante l’avvio non esaltante per biancocelesti e granata.

Monza alla ricerca di un bomber

Discorso simile può essere calato nella realtà del Monza di Raffaele Palladino che, per quanto fatto vedere sul campo, nonostante una sola lunghezza di vantaggio sul Lecce (20) ci sentiamo di escludere quasi a priori dalla lotta che a fine anno decreterà le tre formazioni costrette a salutare il massimo campionato. È vero, ai brianzoli mancano i gol degli attaccanti (Colombo deve ancora calarsi al meglio nella nuova realtà e gli altri, fin qui, han fatto davvero poco), ma i valori in campo sono in grado di fare la differenza contro chiunque… un Colpani non lo quasi nessuno.

Lecce, fuoco di paglia

Meno certezze le dà il Lecce che, dopo uno degli avvii migliori della propria storia, ha rallentato in modo brusco, ritrovando i tre punti solo il 16 dicembre nel match casalingo contro il Frosinone dopo un digiuno ininterrotto dal 2-0 alla Salernitana del 3 settembre.

Il calo evidente di Krstovic, mattatore alle prime uscite e ora scavalcato nelle gerarchie da Piccoli, unito da una partenza incolore di Strefezza (trascinatore nello scorso campionato), sono evidenze che non possono non preoccupare. Anche perché, tra fine 2023 e gennaio 2024, i salentini non dovranno sbagliare le gare con Cagliari e Genoa e cercare di limitare i danni con Atalanta, Lazio e Juventus.

Genoa attaccato alle sue stelle

A 19 punti c’è proprio il Genoa che ha in Gudmundsson un valore aggiunto capace di marcare una netta linea di confine con le altre pretendenti alla salvezza. Senza contare che l’undici di Gilardino ha dovuto fare a meno del suo bomber, Retegui, in ben sette occasioni. Superato il trittico di gare con Inter, Bologna e Torino, il Grifone sarà chiamato ad accelerare, con il calendario che propone gli scontri diretti con Salernitana, Lecce ed Empoli.

Rivelazione Frosinone

Diciannove punti, ma dal sapore decisamente differente per il Frosinone e i suoi ragazzi terribili. La squadra di Di Francesco è, infatti, tra le rivelazioni di questa prima parte di campionato e, nonostante la vittoria manchi da quattro partite, ha fatto dello Stirpe il proprio fortino. Cinque i successi interni su nove gare, con due sconfitte e due pareggi. Il problema principale è il mal di trasferta: dopo otto partite, infatti, i tre punti esterni non sono ancora arrivati.

Sassuolo, Emilia incolore

Anche il Sassuolo non vince da quattro partite, ma la situazione a Reggio Emilia sembra essere, più che ogni altro anno prima di questo, legata alle prestazioni di Berardi. L’apporto di “Mimmo” non manca, sono infatti già 9 i gol messi a segno fin qui, ma la piazza in diverse occasioni è apparsa come svuotata e ancora alla ricerca di una dimensione capace di restituire continuità.

La squadra di Dionisi, infatti, è stata capace di vincere – una via l’altra – con Juventus e Inter, per poi lasciare per strada punti pesantissimi. Sembra strano dirlo, visti i valori e il tasso tecnico, ma c’è bisogno di cambiare marcia e sistemare la fase difensiva (già 32 i gol subiti) per evitare spiacevoli situazioni a fine anno…

Verona in difficoltà

La vittoria nello scontro diretto con il Cagliari all’ultima giornata ha permesso al Verona di togliersi dalla zona retrocessione. La sensazione è che Baroni necessiti ancora di qualche gara per far vedere in campo la propria idea di calcio. Ai successi con Empoli e Roma alle prime due sono seguite dieci sconfitte nelle successive quindici.

Il recupero di Henry ha già dimostrato di poter essere utile, ma la sensazione è che buona parte della salvezza dovrà passare dall’estro di Ngonge e Duda. Al momento, però, pare difficile immaginare l’Hellas salvo con troppe giornate di anticipo. I bonus iniziano a scarseggiare e le sfide a Salernitana, Empoli e Frosinone nel prossimo mese hanno il sapore di set fondamentali.

Gli errori e le speranze dell’Udinese

Stessi punti degli scaligeri, ma con una sola vittoria, seppur prestigiosa contro il Milan a San Siro, fotografano la partenza horror dell’Udinese. Il destino dei bianconeri è legato a recuperi importanti e vitali per iniziare realmente il proprio campionato.

Certo, tanto dipenderà anche dal futuro di Samardzic, per il quale una partenza a gennaio non è da escludere a priori, ma le numerose assenze in attacco (Deulofeu su tutti) e gli errori dell’ultima sessione di mercato – partenza di Beto e gestione ai limiti del no sense della situazione Pereyra – hanno complicato non poco i piani.

Cagliari da infarto

Con i 13 punti del Cagliari si entra ufficialmente nella zona retrocessione. Al netto delle dieci sconfitte, i sardi sono tra le squadre ancora senza vittorie in trasferta, i tre successi, infatti, sono arrivati tutti alla Unipol Domus. Attenzione al fattore Coppa d’Africa, che priverà Ranieri di pedine importanti tra cui Zito Luvumbo e Antoine Makoumbou. La sconfitta di Verona ha scombussolato i piani, così da qui a febbraio, le gare con Empoli, Lecce e Frosinone non si possono sbagliare. I sardi stanno, comunque, recuperando Lapadula e dimostrano di non mollare mai.

Empoli spuntato e senza fantasia

Un solo gol nelle prime otto giornate, con cinque sconfitte consecutive in avvio e ben 11 ko fin qui, l’Empoli è chiamato a netto cambio di marcia importante, che ancora non si è visto, nonostante l’avvicendamento in panchina tra Zanetti e Andreazzoli. Mancano le reti, appena 10 che fatto dei toscani la squadra con il peggior attacco fin qui del torneo, e manca la continuità. I colpi con Salernitana, Fiorentina e Napoli sembrano infatti exploit isolati.

Se a tutto ciò si aggiungono la mancanza di un centravanti da doppia cifra, i continui problemi fisici di Baldanzi che tolgono estro e talento e un calendario che nel prossimo mese porterà ad affrontare Milan e Juventus, oltre che gli scontri diretti con Cagliari e Verona lontano dal Castellani, allora risulta difficile immaginare una risalita nel breve periodo.

Salernitana a un passo dal baratro

La situazione più compromessa la vive, per ovvi motivi, la Salernitana. Le questioni legate e Dia, mattatore della passata stagione, e un mercato quantomeno discutibile hanno certamente condizionato l’avvio di stagione. La speranza è che ad essere compromessa non sia l’intera annata. Ci sarà da aggrapparsi al 5% di possibilità di salvezza citate dal nuovo dg, Walter Sabatini.

La cura Inzaghi (Pippo) sembra necessitare più tempo del previsto per iniziare a dare qualche frutto, ma il solo successo con la Lazio alla 13° e il pareggio strappato al Milan all’ultimo non fanno una prova per un cambio di rotta, anche perché in mezzo ci sono state la sconfitte con Fiorentina, Bologna e Atalanta e il calendario prevede un gennaio durissimo con Juventus, Napoli e Roma da giocare proprio senza Dia che, per infortunio, per la Coppa d’Africa o per il mercato, ha bassissime probabilità di essere a disposizione.

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