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Shanghai, il caso “time violation”: non solo Tiafoe, da Tsitsipas a Djokovic tutti con i nervi a fior di pelle…tranne Sinner

Le regole sul tempo a disposizione per il servizio e il rapporto con gli arbitri ha raggiunto il minimo storico nel torneo cinese: dopo Tiafoe, anche Tsitsipas e Djokovic se la prendono con il giudice di sedia

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Siamo giunti quasi alla fine della stagione del tennis, slam in archivio, e poi grandi tornei alla fine: la stanchezza si fa sentire e la frustrazione monta come dimostra ampiamente Masters 1000 di Shanghai. Il caso nel torneo cinese è stato quello legato alla “time violation”, la sanzione inflitta dal giudice di sedia ad un giocatore quando non effettua il servizio entro il tempo stabilito.

Tsitsipas contro l’arbitro Murphy

Ad accendere la giornata di proteste arbitrali ci ha pensato il greco Stefanos Tsitsipas. Il giocatore, che sta vivendo una fase delicata della sua stagione, è uscito sconfitto in due set dal confronto con il russo Daniil Medvedev. Tutto bene fino al secondo parziale quando l’arbitro gli infligge una “time violation”. In quel momento viene fuori tutta la rabbia del tennista greco: “Perché mi fai questo? – domanda all’arbitro – Ma perché ce l’avete tanto con me? Non capisco cosa vi sia preso. Secondo me non hai mai giocato a tennis in vita tua. Non hai idea di cosa sia il tennis. E’ uno sport fisico, abbiamo bisogno di tempo. Mostrate un po’ di compassione. Non stiamo lanciando freccette”.

Djokovic contro le nuove regole

Il caso Tsitsipas va presto in archivio visto che qualche ora più tardi a protestare è Novak Djokovic che se la prende con la nuova “clock rule”. Da giugno la ATP ha deciso infatti che i 25 secondi a disposizione del giocatore per servire partono tre secondi dopo la fine del punto e non come in passato quando c’era una discrezionalità da parte del giudice di sedia. Una regola che a quanto pare non piace a Djokovic: “So che non dipende da te – ha detto all’arbitro – ma il cambio di questa regola è incredibile. Per quattro anni abbiamo avuto una situazione in cui non potevamo avere gli asciugamani. I raccattapalle stanno facendo il possibile ma non sono allenati. E senza neanche dirlo ai giocatori hanno deciso questa nuova regola. Capisco la volontà di velocizzare le partite ma se si comincia la stagione in un modo non si può cambiare a metà strada”.

Il caso Tiafoe

Delle proteste di Shanghai quella che rimarrà nella memoria è senza dubbio quella dello statunitense Francis Tiafoe subito dopo la sconfitta nei 16esimi contro il russo Safiullin. Il semifinalista degli ultimi US Open non ha accettato la decisione dell’arbitro di sanzionarlo con un time violation nel corso del tiebreak decisivo e si è lasciato andare a offese molto gravi nei suoi confronti e ora è attesa una decisione molto severa anche da parte dell’ATP.

Sinner fuori da ogni polemica

Chi sembra veleggiare senza occuparsi minimamente di queste polemiche è Jannik Sinner. Anche per lui la stanchezza di questa lunghissima stagione comincia a farsi sentire ma tolto qualche scambio di battute con il suo angolo (forse un po’ concitato per la prima volta in questa stagione nel corso del match contro Etcheverry), l’azzurro sembra essere l’unico a non entrare in polemica con i giudici di sedia e con le loro decisioni. Tutti con i nervi a fior di pelle…tranne uno, e sì che lui ne avrebbe di motivi per essere nervoso.

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