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Short Track, Arianna Fontana: "Mai pensato a lasciare l'Italia per gli USA. A Milano-Cortina per battere ogni record"

Il Tribunale Federale della FISG ha assolto sia Dotti che Cassinelli dalle accuse di aver voluto provocare un infortunio ad Arianna Fontana

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

C’è ancora posto nella bacheca di Arianna Fontana. Almeno un altro paio di medaglie olimpiche, giusto per raggiungere le 13 conquistate da Edoardo Mangiarotti, l’atleta italiano più medagliato nella storia dei giochi olimpici (sia estivi che invernali). E con un’altra olimpiade a podio, Fontana raggiungerebbe pure Armin Zoeggeler, unico atleta italiano ad aver centrato sei podi in sei differenti edizioni dei giochi. Motivazioni sufficienti per spingersi oltre i propri limiti, al netto di vicende personali e di squadra che negli ultimi due anni hanno finito per incrinare rapporti già abbastanza fragili.

L’emozione del ritorno: “Nervosismo, ma pure tanta gioia”

Arianna ha parlato ai microfoni di Sky Sport, confidando le proprie sensazioni a poche settimane dai mondiali di Rotterdam, l’evento che l’ha vista tornare in pista due anni dopo l’ultima apparizione in azzurro. La medaglia di bronzo conquistata nei 1.000 metri l’ha ripagata di tanti sacrifici e di qualche boccone amaro che ha dovuto mandar giù, ma ha rappresentato anche una sorta di rinascita per un’atleta che a 34 anni sente di avere ancora molto da dire e da dare, a se stessa e a tutto il movimento.

“Tornare in gara è stato emozionante, perché ho provato sensazioni che era da parecchio che non provavo, anche quel senso di nervosismo prima dello start. Dopo due anni di stop non è stato facile trovare subito ritmo, ma ho avvertito l’emozione del momento, così come l’hanno avvertita i miei familiari. Ho cercato di far leva su tutta l’esperienza accumulata negli anni per superare le difficoltà iniziali. Mio marito (Anthony Lobello) è stato eccezionale perché mi ha aiutato a gestire ogni singolo momento”.

La confessione dopo il processo: “Mai pensato di cambiare bandiera”

Fontana ha dovuto gestire il peso di una vicenda, quella nella quale accusava due compagni di nazionale di aver tentato di farla cadere in allenamento in modo premeditato, sulla quale si sono riversati sopra fiumi di inchiostro. “Mi limito a commentare ciò che è stato deciso in primo grado. Ora non ha senso aggiungere altro. Il fatto che l’udienza si sia tenuta a pochi giorni dai mondiali non ha aiutato, ma con Anthony abbiamo voltato immediatamente pagina. Se farò ricorso ancora non lo so, decideremo dopo aver parlato bene con i nostri avvocati”.

Arianna però ha specificato di non aver mai pensato di passare a gareggiare per gli Stati Uniti, come qualcuno aveva ritenuto possibile dopo aver interpretato un post da lei inserito sui suoi profili social. “La verità è che ho sempre cercato di essere criptica, evitando di dare troppe informazioni.

In realtà dopo le ultime olimpiadi avevo informato Coni e Federazione della volontà di provare a cimentarmi sia nello short track che nella pista lunga, e così ho cominciato ad allenarmi negli USA per capire se questa fosse una cosa possibile, o se era meglio lasciar perdere da subito. Forse qualcuno ha pensato che fossi andata a Salt Lake City in previsione di un cambio di nazionalità… ma non c’è mai stato nulla di vero in questa ricostruzione. Io ho sempre avuto solo l’Italia in testa. E sarà così finché continuerò a gareggiare”.

Una riunione con CONI e FISG per programmare il biennio

Fontana ha affermato che a breve incontrerà sia il Coni che la FISG per programmare bene le tappe di avvicinamento alla sua ultima olimpiade. E ha ribadito di voler gareggiare sia nello short track che nella pista lunga nel corso della prossima stagione, provando a emulare ciò che ha fatto Jorien ter Mors, l’unica ad aver vinto in entrambe le discipline nella stessa olimpiade.

Oltre a riaprire la porta all’ipotesi di gareggiare nella staffetta, cosa che gli è stata proibita a Rotterdam dopo che per due anni s’era allenata da sola. “Anche Jacobs si allena da solo in Florida durante l’anno… forse però viene escluso dalla staffetta? La possibilità di gareggiare c’è, basta solo la volontà di tutte le parti… detto ciò, la scelta di allenarmi all’estero è data proprio dal fatto che in Italia non ci sono strutture adeguate per dare sia pista corta che pista lunga”.

L’ultimo grande obiettivo: il record di medaglie ai giochi

L’orizzonte, insomma, è presto delineato: “Puntare a Milano-Cortina è qualcosa che mi viene naturale, perché ritengo che quella debba essere la conclusione naturale della mia carriera professionistica. A 20 anni esatti da Torino 2006, credo che avere l’opportunità di gareggiare nuovamente in una olimpiade a casa propria sia qualcosa di veramente unico ed eccezionale. E proprio il fatto di poter condividere la gioia di una medaglia olimpica davanti ai miei connazionali mi spinge ad andare avanti con più forza”.

Perché scrivere il proprio nome nel libro dei record dello sport italiano è una molla che non ha eguali per nessuno. “Le 13 medaglie di Mangiarotti sono un bello stimolo, ma ammetto che quello che mi tocca più da vicino è cercare sempre e comunque nuove sfide. Sento di non aver raggiunto ancora il mio limite, pertanto ho voglia di migliorarmi ancora”.

“Diciamo che a Milano-Cortina avrei tanti traguardi da raggiungere tutti assieme, e questo mi aiuta ad essere ancora più motivata in ogni singolo allenamento. Soprattutto sarebbe bello sapere di poter ispirare le nuove generazioni attraverso nuovi primati, perché solitamente chi vince diventa un modello per tanti ragazzi che si avvicinano allo sport e sarei orgogliosa di poterlo diventare per i più giovani”.

Sci alpino, Paris campione italiano di discesa

La stagione degli sport invernali è ormai prossima a conclusione, inclusa quella dello sci. Che deve emettere gli ultimi verdetti legati ai titoli assoluti, con Dominik Paris che per la terza volta in carriera s’è laureato campione italiano di discesa libera (aveva già vinto nel 2021 e 2022). Sulla Schoneben di Sarentino, il carabiniere di Merano ha preceduto Nicolò Molteni e Guglielmo Bosca, con Mattia Casse al quarto posto.

Sulla stessa pista lunedì scorso Nicol Delago aveva conquistato il titolo femminile di discesa, davanti a Laura Pirovano e alla sorella Nadia Delago, mentre martedì in supergigante la giovane Matilde Lorenzi aveva sorpreso tutte le rivali, con Laura Pirovano e Nadia Delago ancora una volta a completare il podio. Domani supergigante maschile, con Paris di nuovo tra i favoriti.

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