Il futuro di Arianna Fontana potrebbe nuovamente stingersi d’azzurro. Proprio quando sembrava tutto fatto per il ritorno in nazionale, con la convocazione per i mondiali di Rotterdam in programma a metà marzo sbandierata ai quattro venti come la soluzione (definitiva?) di una vicenda che negli ultimi due anni l’aveva portata a rinunciare a vestire i colori della nazionale italiana. Una decisione però che adesso rischia seriamente di essere rimessa in discussione dopo che il Tribunale Federale della FISG (Federazione Italiana Sport Ghiaccio) ha assolto Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli, i due atleti accusati da Fontana di aver tentato di farla cadere durante gli allenamenti (i fatti risalgono al 2019).
- Un'assoluzione che complica il rientro
- Arianna ammette: "Non so che cosa farò"
- Aspettando le motivazioni, i giochi 2026 restano sullo sfondo
- La suggestione (o spauracchio): gareggiare per gli USA
Un’assoluzione che complica il rientro
L’olimpionica azzurra (11 podi nelle rassegne a cinque cerchi) ha sempre sostenuto la tesi che i due avessero tentato di procurarle un infortunio, tesi peraltro sostenuta anche in forza di un audio registrato nel corso di una riunione tecnica (con annessa “confessione” dei diretti interessati). E proprio attendendo la fine delle indagini, Fontana ha preferito evitare di rispondere alle chiamate della nazionale italiana, tanto da aver saltato per intero la stagione di Coppa del Mondo di Short Track.
L’atleta di Bercenna ha sempre affermato di voler fare ritorno alle gare soltanto in presenza di un pronunciamento definitivo a suo favore, che a questo punto però è venuto meno dopo che Dotti e Cassinelli sono stati assolti dalla commissione degli sport sul ghiaccio. Tanto che l’annunciata presenza ai mondiali di Rotterdam è tornata fortemente a rischio, per stessa ammissione della pattinatrice.
Arianna ammette: “Non so che cosa farò”
Uscita dall’aula milanese di via Piranesi, dove si è tenuta l’udienza finale del caso che la vedeva coinvolta, Fontana ha fatto capire di non essere affatto contenta di quanto i giudici hanno stabilito.
“Devo metabolizzare, non so ancora che cosa farò”.
Una frase diretta, senza girarci troppo intorno, che non sembra promettere nulla di buono. Perché è evidente di come gli attriti con la federazione restino sul tavolo, e non aiuterà certo sapere che tra i convocati per la rassegna iridata c’è anche Andrea Cassinelli, appunto uno dei due atleti accusati dall’olimpionica di aver tentato di farla cadere in allenamento.
Fontana ha sempre sostenuto che tutto l’astio mostrato da una parte dei compagni di nazionale nei suoi confronti fosse dovuto al fatto che proprio dopo i giochi di Pyeongchang 2018 scelse di essere allenata dal marito, l’italo americano Anthony Lobello, inviso però ai tecnici della FISG e ad alcuni colleghi.
Aspettando le motivazioni, i giochi 2026 restano sullo sfondo
Solo una volta che verrà depositata la sentenza del Tribunale Federale con le motivazioni si potrà capire se i legali della pattinatrice valtellinese presenteranno appello contro la decisione di assolvere i due imputati, o se davvero questa sarà la fine di una vicenda che, al netto di responsabilità e opinioni, rimane una macchia all’interno del mondo dello short track italiano.
Fontana compirà 34 anni il prossimo 14 aprile e ha come obiettivo la partecipazione ai giochi di Milano-Cortina 2026, che sarebbero anche le seste olimpiadi alle quali prenderebbe parte (diventerebbe la prima atleta del pattinaggio a disputare due edizioni nello stesso paese di origine, dal momento che debuttò a Torino 2006).
La suggestione (o spauracchio): gareggiare per gli USA
Non è escluso però che possa decidere di farlo scegliendo di gareggiare per una nazione che non sia l’Italia: proprio l’aver sposato Lobello le consente di poter ottenere la cittadinanza statunitense, e dunque gareggiare per gli USA, decisione che potrebbe essere favorita dal fatto che manca da competizioni ufficiali da 24 mesi (per partecipare alle olimpiadi sotto un’altra bandiera ne servono 36 per poter ottenere il via libera dal CIO).
L’atleta italiana ha più volte detto di non aver mai pensato concretamente a questa ipotesi (o quantomeno di non voler mai essere andata fino in fondo), mai tempi tecnici per il cambio nazionalità oggi coincidono, e l’assoluzione di Dotti e Cassinelli ha incrinato una volta di più il rapporto già precario (quasi inesistente) con la FISG, rimettendo tutto in discussione.