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Simone Biles nella storia con lo Yurchenko doppio carpio: cos’è e come si esegue il salto impossibile

La fuoriclasse statunitense della ginnastica ad Anversa ha ricordato che non si diventa campionesse per caso: nel corso dell’esercizio al volteggio, ha eseguito un leggendario Yurchenko doppio carpio

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Simone Biles è tornata, e a quanto pare più forte e scatenata di prima. Non che dovesse dimostrare chissà cosa al mondo intero: ad Anversa, nelle prime giornate dei campionati mondiali in corso di svolgimento, la fuoriclasse statunitense ha semplicemente ricordato al mondo che non si diventa campionesse per caso, strabiliando il pubblico accorso per assistere al ritorno alle gare in ambito internazionale dopo lo stop seguito alla crisi riscontrata a Tokyo 2020.

L’asticella ad Anversa si è alzata

Già la prima gara dopo i due anni di stop aveva lasciato intravedere che il sole era tornato a splendere come nei giorni più belli, visti gli ottimi risultati ottenuti ai campionati statunitensi. Adesso però l’asticella ad Anversa si è alzata ulteriormente, e ha visto l’atleta di Columbus spingersi oltre i propri limiti.

Nel corso dell’esercizio al volteggio, la Biles ha eseguito lo Yurchenko doppio carpio, un esercizio che sino a poche ore fa era stata esclusiva degli atleti maschili, poiché mai nessuna atleta donna aveva avuto la forza e il coraggio per eseguirlo.

Nulla però che potesse impedire a Simone di provarci: tecnica perfetta, esecuzione impeccabile, e punteggio altissimo (15.266) per un altro salto letteralmente nella storia.

La leggenda: il salto mai eseguito prima

Da oggi, insomma, sentiremo parlare del Biles doppio carpio: l’esercizio ha automaticamente preso il nome dell’atleta che l’ha eseguito, e questo è soltanto un altro riconoscimento in più nei confronti di una ginnasta che a 26 anni sta davvero continuando a riscrivere la storia della disciplina.

Magari in futuro non lo ripeterà più (il tecnico francese Laurent Landi ha detto che non è così scontato che in futuro si possa assistere nuovamente a una simile performance), ma la cartolina per l’olimpo è già stata consegnata ai posteri.

Come si esegue lo Yurchenko

A sorprendere maggiormente è stata la facilità di esecuzione di un salto tanto difficile e apparentemente insormontabile: la Biles ha spinto fortissimo nella rincorsa e ha saputo contenere bene in uscita, riuscendo a riportarsi subito in posizione, ma facendo appunto sembrare la cosa quasi normale.

Un esercizio che ha infiammato il pubblico di Anversa e l’ha reso partecipe davvero di un evento unico nel suo genere, e forse (come spiegato dal tecnico) anche irripetibile. Anche se con una come l’americana è sempre bene non dare troppo le cose per scontate.

La rinascita di Simone

Il ritorno alle gare di Simone è stato dunque trionfale tanto quanto lo era stata la prima parte della sua carriera, interrotta durante i giochi olimpici di Tokyo quando ammise candidamente di avere un “blocco psicologico” che le impediva di rendere al meglio delle proprie possibilità.

Una presa d’atto di una fragilità mentale che in qualche modo andava a inficiare la straordinaria capacità di essere fuoriclasse in pedana, e che in qualche modo aiutò a sdoganare una volta per tutte il concetto che dietro ogni campionessa ci fossero soltanto felicità e sorrisi.

Invece la pressione del dover vincere a tutti i costi, generata anche dall’enorme popolarità che l’aveva sin lì preceduta, finì per schiacciare la “pulce”, come viene ribattezzata da sempre nell’ambito della ginnastica per via della sua altezza minuta (è alta appena 142 centimetri) e della sua esplosività (nessun riferimento a Leo Messi, anche se condividere lo stesso soprannome tra fuoriclasse assoluti nei rispettivi ambiti non può essere solamente un caso).

Una Biles rilassata e serena

Il ritorno alle competizioni ha offerto alla platea una Biles serena e rilassata, divertita e anche molto propensa a scambiare impressioni con le compagne di squadra o le colleghe di altre nazioni.

Una ragazza che ha ripreso in mano le redini della propria esistenza, lei che è dovuta passare per un’infanzia tremenda (venne data in affidamento a tre anni, poiché la madre biologica non poteva più sostenerla, essendo dipendente da alcol e droga) ma che proprio dopo Tokyo ha trovato quella serenità tale da consentirle di tornare a fare quello che più le piaceva con un animo sollevato.

Il matrimonio con la stella NFL

E poi l’aver convolato a nozze nel 2022 con Jonathan Owens, giocatore di football NFL, gli ha permesso di trovare ulteriore stabilità.

Ora che è tornata alle gare, decisa a conquistare altre medaglie d’oro (ad Anversa potrebbe aggiungerne altre 5 alle sua collezione iridata, dove già ce ne sono 19 d’oro, 3 d’argento e 3 di bronzo), tutti i pianeti sembrano tornato ad allinearsi. Anche perché tra un anno c’è Parigi, e chiudere il cerchio alle olimpiadi, dove la crisi è cominciata, sarebbe il finale perfetto della storia.

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