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Sinner, la WADA fatta a pezzi dal New York Times: errore clamoroso sul caso doping dei nuotatori cinesi

Jannik Sinner col fiato sospeso per la sentenza del TAS di Losanna sul caso Clostebol: non arriverà prima di metà-fine febbraio. Intanto il New York Times fa a pezzi la WADA.

Pubblicato:

Carmine Roca

Carmine Roca

Giornalista

Giornalista pubblicista, appassionato di calcio in tutte le sue sfaccettature, con una particolare predilezione per i campionati minori.

Jannik Sinner dovrà attendere almeno un altro paio di mesi prima di conoscere la sentenza del TAS di Losanna, che deciderà sul ricorso presentato dalla WADA per il caso Clostebol che ha coinvolto il tennista azzurro a Indian Wells.

Tra ottimisti (assoluzione) e pessimisti (fino a due anni di squalifica per Sinner) si fa largo un presunto clamoroso errore commesso dalla WADA sul caso doping di alcuni nuotatori cinesi sul quale il New York Times ha fatto luce.

Caso Clostebol, cosa è successo a Sinner?

Jannik Sinner, l’Italia e il circuito ATP sono in fibrillazione per la sentenza del TAS di Losanna sul caso Clostebol che vede coinvolto il tennista altoatesino da Indian Wells. La WADA ha fatto ricorso contro l’assoluzione di Sinner da parte dell’ITIA (l’International Tennis Integrity Agency) e ora la palla passa al Tribunale Arbitrale dello Sport, che si occupa di risolvere le controversie giuridiche, regolamentari e finanziarie in materia di sport, per le cui sentenze non è previsto appello.

Lo scorso 10 marzo Sinner è risultato positivo al Clostebol, uno steroide anabolizzante utilizzato, tra le altre cose, per curare le lesioni della pelle, ma che favorirebbe anche lo sviluppo della massa e della potenza muscolare riducendo i tempi per la ripresa gli sforzi.

La quantità di Clostebol che fu individuata nelle analisi di Sinner era infinitesimale, trasmessa da una ferita a un dito (curata con la pomata a base di Clostebol) durante un massaggio che Giacomo Naldi, l’ex fisioterapista del tennista poi licenziato assieme al preparatore atletico Umberto Ferrara, aveva praticato a Sinner.

La WADA ha chiesto due anni di squalifica, una pena severa se si tiene conto della quantità misera di Clostebol individuata nel corpo di Sinner. La sentenza del TAS di Losanna non arriverà prima di metà-fine febbraio 2025.

Il New York Times contro la WADA, ecco perché

Intanto, proprio la WADA è oggetto di un’inchiesta partita dal New York Times sulla mancata squalifica comminata a 23 nuotatori cinesi positivi al doping. Una vicenda che ha caratterizzato lo scontro politico tra la WADA e l’USADA, l’agenzia antidoping americana.

Come riportato anche da Dagospia, Ilnapolista e altre testate, il New York Times è venuto in possesso di una copia della difesa scientifica dei nuotatori cinesi, condivisa con cinque scienziati esperti in ricerca, tossicologia e antidoping.

I cinque esperti hanno affermato che le tesi difensive dei cinesi non sarebbero “intellettualmente oneste”. Il dottor David Juurlink, capo della Divisione di farmacologia clinica e tossicologica dell’Università di Toronto, ha spiegato che la conclusione dei cinesi “non è supportata da ciò che hanno trovato nel loro studio”. Una conclusione che, se fosse inviata a una rivista scientifica, “verrebbe derisa”, ha dichiarato il medico.

La WADA e il caso dei nuotatori cinesi

Dai test di routine effettuati sui 23 nuotatori cinesi, alcuni di questi andati a medaglia alle Olimpiadi di Tokyo del 2021, erano risultate le positività alla trimetazidina, un farmaco utilizzato per il cuore, che aiuta gli atleti ad allenarsi più duramente e a recuperare in tempi rapidi dalla fatica.

Dalle indagini effettuate dall’organizzazione antidoping cinese e dalle autorità di pubblica sicurezza cinesi, i risultati avrebbero escluso il doping. Si sarebbe trattato, anche nel loro caso, di una “contaminazione accidentale”.

La WADA, non avendo prove per contestare la conclusione dell’organizzazione antidoping cinese, ha lasciato perdere il caso, riportato all’attenzione dal New York Times. Secondo gli esperti interpellati dal quotidiano newyorkese, “i dati provenienti dagli studi clinici condotti in Cina mostrano solo il modo in cui l’organismo metabolizza il farmaco nel tempo e non mostrano se i livelli riscontrati nell’organismo dei nuotatori potrebbero essere causati da doping intenzionale o contaminazione accidentale.

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