La settimana che conduce al derby della Madonnina, il terzo della carriera interista di Milan Skriniar, non ĆØ stata facile. Gli errori commessi in un altro derby con la maglia della Slovacchia nella partita di Nations League contro la Repubblica Ceca, vittoriosa per 2-1, hanno virtualmente spalancato ad Hamsik e compagni il baratro della Serie B, ma soprattutto sono costati un āprocesso pubblicoā al difensore dellāInter da parte del ct Kozak: āĆ giunto il momento che giocatori come Skriniar si assumano le responsabilitĆ che devono avere in Nazionaleā. Adesso perĆ² ĆØ giĆ tempo di voltare pagina, perchĆ© anche se la concorrenza spinge (Miranda ĆØ andato in gol in Argentina-Brasile), una maglia da titolare contro il Milan ĆØ assicurata per lāex sampdoriano, cui spetterĆ il compito di fermare Higuain, missione fallita nella giĆ celeberrima sfida del finale dello scorso campionato contro la Juventus.
Spalletti si affiderĆ con ogni probabilitĆ alla coppia formata dallo slovacco e da Stefan de Vrij nella partita che vedrĆ i nerazzurri inseguire la settima vittoria consecutiva tra campionato e Champions e che varrebbe un pieno di autostima in vista della sfida contro il Barcellona nella quale i nerazzurri si giocheranno un pezzetto di primo posto nel girone a ormai oltre un mese dallo snodo contro il Tottenham e da quella vittoria nei minuti di recupero che sembra essere stata la svolta della stagione.
Nellāattesa, Skriniar ha rilasciato unāintervista presso la piattaforma online āTvnoviny.skā, svelando particolari inediti, e anche drammatici, della parte iniziale della carriera a causa di un difetto alla vista: āNella clinica di Bratislava la dott.ssa Smoradkova mi ha comunicato che in realtĆ vedevo solo al 40%. Dopo lāintervento chirurgico la mia vista ĆØ migliorata del 150%ā.
Nulla, insomma, al confronto delle difficoltĆ incontrate nei primi mesi di carriera: āAllāinizio non giocavo, ero bloccato alla schiena e quando ti siedi per un anno e mezzo senza avere spazio, tendi a guardare altrove e perdi autostima. La pazienza e la volontĆ di sopportare, a volte, ĆØ la cosa piĆ¹ importante che una persona possa fare. Se avessi rinunciato dopo i primi mesi e fossi tornato a Ziar, avrei potuto chiudere definitivamente con il calcio. Tutto ĆØ nella testa e in ciĆ² che si vuole veramenteā.
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