I nomi per il sostituto del partente Alvaro Morata alla Juventus sono i più disparati, da Vlahovic (difficile per molti motivi) a Cavani, Aubameyang e Milik. Uno su tutti, però, è da tempo nei radar dei bianconeri e quest’estate è stato a lungo corteggiato. Parliamo, ovviamente, di Mauro Icardi. L’attaccante argentino, in forza al PSG, è più che mai vicino a passare sotto la guida di Max Allegri. Ma è davvero il nome giusto per dare nuova linfa a un attacco che, nella prima metà di campionato, si è dimostrato piuttosto sterile? Dite la vostra!
Indubbiamente Maurito è un vero uomo d’area, un centravanti di quelli che “vedono la porta”, a differenza dell’evanescente Morata o dell’acerbo Kean. Un puntero con gli attributi, uno abituato a buttarla dentro e a farsi carico della squadra. Sulla carta esattamente quello di cui avrebbe maledettamente bisogno Madama per tornare a far paura alle dirette avversarie in Italia e in Europa. Ma il condizionale è d’obbligo quando si parla di Icardi.
E non ci si sta riferendo al costo del cartellino (“solo” 35 milioni che sono già tantissimi per questa Juve), né all’ingaggio vicinissimo alle 5 cifre (praticamente un’utopia per il pallone nostrano), quanto piuttosto al grosso interrogativo sulla reale consistenza di Icardi oggi. Dopo quasi 3 anni di panchina a Parigi, il morale sotto le scarpe, il senso di fallimento a giocare (poco e male) scampoli di partita dietro a fenomeni come Neymar, Mbappè, Messi etc, un matrimonio che vacilla e un fisico che non sembra esattamente quello degli anni d’oro con la maglietta dell’Inter.
Ai più Icardi sembra appesantito, più lento e meno rapinoso del bomber spietato che tantissime volte aveva purgato la Juve in campionato soprattutto con la maglia dell’odiata rivale nerazzurra. E poi Icardi è anche social, tatuaggi, tamarrate, foto pubbliche quasi VM18, Wandissima che parla ovunque e di qualunque cosa: insomma ennesima trasgressione al famoso “stile Juve” che l’attuale dirigenza sembra avere derubricato a livello di roba da museo.
Morale: se Maurito dovesse tornare il bomber che ogni pallone che tocca lo butta in porta, allora saranno dolori per tutti con assistman come Cuadrado, Chiesa, Dybala e Bernardeschi in rosa; se invece in campo ci andasse la versione XXL del “nueve” che fu, per la Juve sarebbe il sequel di tristi canti del cigno di grandi centravanti venuti in bianconero a sparare (a salve) le ultime cartucce come Toni, Bendtner, Anelka, Llorente, Esnaider…