Adesso quindi è ufficiale. Dopo un corteggiamento di qualche mese, dopo le indiscrezioni che avevano provocato l’ira funesta di Allegri, dopo gli ultimi tentativi dei bolognesi di trattenerlo, Thiago Motta è ufficialmente il nuovo allenatore della Juve. Un allenatore che segna una frattura profonda con il triennio allegriano. Il mister italo-brasiliano ha infatti fama di “giochista“, di valorizzatore di giovani e soprattutto di essere capace di ottenere risultati importanti con rose non trascendentali: si vedano come esempi la salvezza comoda ottenuta con uno Spezia che non poteva nemmeno fare mercato o la Champions centrata con il Bologna giocando a tratti un calcio spumeggiante e gradevolissimo. Sempre lontanissimo dalle polemiche e dagli isterismi, come sarebbe piaciuto all’Avvocato e come si converrebbe all’antico “stile Juve”.
Ora su di lui incombe però una responsabilità molto più grossa: riportare ai vertici la Juve che non vince lo scudetto da 4 anni, che gioca un calcio antidiluviano, che ha una rosa di giocatori apparentemente demotivati, depressi, indolenti, che nell’ultima stagione sono stati più volte ricoperti di insulti e fischi persino dai tifosi dello Stadium. Insomma un’impresa tutt’altro che facile anche tenuto conto che la Juve non scoppia di salute dal punto di vista economico (quindi non si illuda di avere grandi campioni in rosa), che Inter e Napoli soprattutto sembrano essere almeno un gradino sopra, che in generale la Juve non è un ambiente facile per nessuno e soprattutto che su di lui aleggia lo scetticismo dovuto ai suoi trascorsi interisti (fu uno dei protagonisti del Triplete) che quindi non abbia il sangue bianconero per dare un’identità forte alla squadra e che abbia per adesso un’esperienza limitata. Tutte osservazioni fondate, per carità, ma che si scontrano sia con la logica, sia con la storia. Per caso Trapattoni, Lippi o Allegri avevano trascorsi bianconeri? Per caso Conte prima di arrivare alla Juve aveva vinto qualcosa di più di un paio di edizioni di Serie B? Senza pensare che l’Inter è tornata ai vertici con allenatori come Conte e Simone Inzaghi – non esattamente dei “bauscia” doc – o che il Milan stellare se lo inventò Sacchi che veniva dalle serie inferiori. Insomma Thiago Motta è o non è l’uomo giusto per riportare la Vecchia Signora ai vertici del calcio italiano? Votate il sondaggio.