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Sono trascorsi 31 anni da quando Gaetano Scirea ci ha lasciato

Il campione della Juventus e della Nazionale, Gaetano Scirea, rimase vittima di un incidente drammatico in Polonia: morì a soli 36 anni

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Sono trascorsi 31 anni da quando Gaetano Scirea ci ha lasciato Fonte: Getty Images

Quando Gaetano Scirea se n’è andato, era il 3 settembre 1989. Era in Polonia per seguire il Gornik Zabrze, prossimo avversario della sua Juventus in Coppa Uefa. Un rivale considerato modesto, secondo quanto venne poi ricostruito anche grazie alle successive dichiarazioni di Dino Zoff, incaricato con Scirea di verificare la caratura della squadra polacca. Si attennero entrambi alle richieste della dirigenza bianconera. D’altronde Scirea aveva speso la sua vita da calciatore per quella maglia e aver proseguito lì, a Torino, era stata la scelta più naturale, ovvia.

Gaetano Scirea: il suo tragico incidente 31 anni fa

Durante il viaggio di ritorno verso l’aeroporto di Varsavia, accadde quello che segnò la sua storia. Di uomo, calciatore e fedelissimo della Juventus. L’automobile su cui si trovava venne tamponata e, a causa dei bidoni di benzina stipati nel bagagliaio, la vettura prese fuoco. Dei quattro occupanti (oltre a Scirea, l’autista, l’interprete e un dirigente del Gornik) si riuscì a salvare grazie a un tentativo di estrema lucidità solo il dirigente polacco, che occupava il sedile anteriore. Un banale tamponamento interruppe e spezzò la sua famiglia, la famiglia Juve e il progetto di uomo per bene.

Nonostante il ricovero e il tentativo da parte dei medici, Gaetano Scirea spirò a causa delle gravi ustioni riportate. Fu Sandro Ciotti a darne l’annuncio in diretta, provato, commosso e forse incredulo, durante la Domenica Sportiva.

La reazione alla notizia della scomparsa di Scirea

Lo sgomento in studio fu tangibile. La rabbia e la frustrazione per i suoi innumerevoli ammiratori, non solo tifosi, fu altrettanto straripante. Di mio, rammento le immagini di un servizio del telegiornale che ne riassumeva l’incidente. Ma nessun fu in grado di narrare chi era e che fu in grado di donare a un Paese provato e assorto nel sogno di un calcio romantico e struggente, Gaetano Scirea. E la sua eleganza. Il suo inarrivabile talento per le persone, verso cui non mostrava che modestia e signorilità. Oltre alle qualità tecniche imparagonabili: ancora oggi, adesso, Scirea è il miglior libero di sempre. Non è che un atto dovuto il ricordo che ogni anno la Juventus gli dona, con un comunicato o altro.

Riccardo e Mariella Scirea: il legame con Dino Zoff

L’altra immagine simbolo di quei giorni, così sofferti e sospesi, fu quella di Riccardo, il figlio di Scirea, e di sua moglie Mariella. Appena un anno fa furono lei e suo figlio (oggi alla Juve nello staff tecnico) a ricordare Gaetano, in occasione del 30° anniversario della sua scomparsa. “Io ero al mare con i nonni. Lo disse Sandro Ciotti alla Domenica Sportiva – ha dichiarato Riccardo Scirea a Repubblica – e io lo seppi così, dalla televisione”. “Con mamma decidemmo di comprare questa casa quando Dino e Anna andarono a Roma, fu quasi come perdere due papà e un’altra mamma in una manciata di mesi”. Scendeva spesso a Roma da Zoff, che lo portava all’allenamento della Lazio.

La frase di Marco Tardelli per Mariella e Gaetano Scirea

Mariella ha ricordato il lato più giocoso e familiare di Scirea e il loro amore, come se lui le fosse ancora accanto. Marco Tardelli le disse la frase più bella: “Noi potremmo vivere una vita con le nostre mogli ma il vostro amore era unico”.

La Juventus, dopo la morte di Gaetano Scirea, ha assunto un ruolo presente ma diverso nella vita presente e nel passato di Mariella e di Riccardo: “Ha fatto moltissimo per me. Non mi ha mai abbandonata”, ha raccontato nell’intervista concessa al Corriere della Sera. “Gaetano è rimasto sempre con me e non ha lasciato vuoti. Non ho desiderato altri anche perché avrei fatto sempre paragoni e mi sarebbe mancato ancora di più”. In questi trent’anni gli ha sempre parlato, è sempre andata a trovarlo nel piccolo cimitero di Morsasco. “Il rito allevia il distacco”, ha spiegato.

Perché Scirea riesce a trascendere il tempo, a sigillarsi nel ricordo e riservarsi la stima anche di chi non lo ha visto giocare, né con la Juve né con la Nazionale? Perché? “Univa la grandezza d’animo all’essere campione. Era un uomo speciale e allo stesso tempo normalissimo”.

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