Da un secondo posto che sembrava ipotecato a Pasqua alla mancata qualificazione per la finale playoff.
La stagione del Lecce si è conclusa con l’1-1 del “Via del Mare” contro il Venezia, nel ritorno della semifinale dopo aver perso 1-0 l’andata al “Penzo”.
La squadra di Eugenio Corini manca quindi il ritorno in Serie A, obiettivo della stagione, a causa del crollo subito negli ultimi due mesi.
Intervistato dal ‘Quotidiano di Puglia’, il presidente Saverio Sticchi Damiani ha analizzato così l’amara serata, dichiarandosi comunque pronto a ritentare la scalata nella prossima stagione:
“Dobbiamo approfondire perché una squadra che a poche giornate dalla fine del campionato contava su quattro punti di vantaggio sulla Salernitana e sei sul Monza abbia sprecato tutto in un finale molto negativo. Serve un’analisi lucida anche in vista delle scelte future. Avevamo già anticipato l’obiettivo triennale che come società ci eravamo proposti, ma continueremo a guardare avanti come sempre. Abbiamo bisogno di vivere nel futuro prossimo una stagione normale, con i tifosi che ci sono mancati moltissimo sia sotto l’aspetto umano che sotto quello economico. Sono stanco, ho dato tutto quello che avevo dentro”.
C’è spazio anche per recriminazioni arbitrali legate alla concessione del rigore al Venezia dopo consulto con il Var: “Quando il Var si mette a spaccare il capello in questo modo più che aiutare gli arbitri, diventa solo uno strumento di tortura, anziché di imparzialità. C’era un fallo su Maggio e prima ancora su Hjulmand. Già in Serie A questa logica ci aveva penalizzato contro la Lazio e il Napoli, ma anche noi abbiamo sprecato tante opportunità”.
Infine una battuta sull’episodio decisivo, il rigore sbagliato da Marco Mancosu, che ha scelto di tornare a giocare durante i playoff nonostante la lotta contro il tumore:
“Forse Marco si è preso una responsabilità troppo grande in questo momento – ha detto Sticchi Damiani – La sua generosità lo ha penalizzato, avrebbe meritato una grande gioia”.